di Fabio Benincasa
COSENZA Continuano le indagini legate all’operazione denominata “Re Nudo”, attività investigativa originariamente di competenza della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e successivamente trasmessa alla Procura della Repubblica di Paola. Si tratta di un procedimento complesso: 238 capi di imputazione e 101 indagati. Coinvolto, nel blitz del 16 dicembre del 2020, anche l’ex sindaco di Scalea Mario Russo.
Questa mattina, invece, la vicenda giudiziaria si è spostata a Cosenza nel Tribunale, sezione misure reali, dove si è tenuta l’udienza del Riesame sul sequestro di beni di due indagati: Antonia Coccimiglio ed Eugenio Vitale. Sulla posizione dei due, all’epoca dei fatti segretaria e impiegato della Commissione invalidità di Diamante, si era già espresso il Tribunale della libertà di Catanzaro che aveva sostituito le misure cautelari in carcere con i domiciliari. Per quanto riguarda la posizione di Eugenio Vitale – difeso dagli avvocati Carmelina Truscelli e Francesco Liserre – in accoglimento parziale del ricorso del Riesame, il tribunale ha rideterminato il vincolo relativo all’accredito stipendiale nei limiti dell’esubero del minimo vitale. Per quanto riguarda Antonia Coccimiglio, la richiesta presentata dai legali Francesco Liserre e Amedeo Valente è stata rigettata.
LA POSIZIONE DI RUSSO Lavora alacremente la difesa dell’ex sindaco di Scalea Mario Russo: arrestato in qualità di presidente della commissione per l’accertamento delle invalidità e dell’handicap per l’Asl di Diamante. Dalla sua scrivania – secondo l’accusa – passavano le autorizzazioni per i rinnovi della patente di guida, oltre a quelle per il rilascio dei certificati per l’idoneità nella detenzione ed il porto di armi. Attività finite sotto la lente d’ingrandimento della procura di Paola guidata da Pierpaolo Bruni. Per l’ex primo cittadino, il Riesame di Catanzaro ha confermato il carcere respingendo il ricorso presentato dai suoi legali, gli avvocati Giuseppe Bruno e Sabrina Mannarino. Che aspettano di leggere le motivazioni della sentenza prima di decidere se presentare o meno ricorso. Sullo sfondo due possibili strade da percorrere: la richiesta di revoca della misura cautelare in carcere o la sostituzione dell’attuale misura con gli arresti domiciliari. A carico di Russo, secondo il gip del tribunale di Paola, Rosamaria Mesiti: «Sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza in merito ad una serie di attività delittuose commesse nella sua funzione di medico legale appartenente all’unità di medicina legale dell’Asp di Cosenza». (redazione@corrierecal.it)
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