di Gaetano Megna
CROTONE Non si ferma la guerra per l’attribuzione delle competenze e la macchinetta “minipiner 96” per processare i tamponi continua a restare inutilizzata. Lo scorso 3 dicembre c’è stata la consegna all’ospedale di Crotone del “minipiner 96”, una macchina capace di processare in quattro ore 96 tamponi. L’Azienda sanitaria provinciale pitagorica l’aveva acquistata per rendere il territorio indipendente nel processo dei tamponi molecolari, alla luce dei ritardi con cui il laboratorio analisi del Pugliese Ciaccio, oberato di lavoro, processava e dava il risultato degli esami. Secondo quanto riferirono all’epoca i massimi vertici aziendali dell’Asp, il “minipiner 96” fu consegnato di notte in considerazione della pressione che era stata fatta alla ditta costruttrice per avere in tempi celeri la disponibilità della macchinetta. Si pensava, quindi, che potesse essere subito testata e messa al lavoro. Così non è stato, perché sono già passati 39 giorni dalla consegna e il “minipiner 96” è chiuso in una stanza dell’ospedale “San Giovanni di Dio” e i tamponi molecolari della provincia di Crotone, fatta eccezione per le emergenze, continuano a essere trasportati al laboratorio analisi del Pugliese Ciaccio. Le ragioni del ritardo, secondo quanto è stato possibile apprendere sono due: non è stata ancora individuato un locale idoneo per allocarla e c’è un conflitto tra due figure dirigenziali su chi deve avere la competenza.
DIREZIONE STRATEGICA DIVISA NELL’ASSEGNAZIONE DELLA COMPETENZA Negli ambienti dell’ospedale si racconta che l’Asp, prima del “minipiner 96”, aveva acquistato tre macchinette per processare tamponi di piccola potenza: una è stata assegnata al Pronto soccorso e le altre due alla gestione del direttore sanitario dell’ospedale, Lucio Cosentino. Le due macchinette gestite da Cosentino sono allocate in locali del nosocomio diversi dal laboratorio analisi. La gestione era, quindi, garantita da Cosentino che, però, si faceva firmare i referti per essere validati dalla responsabile del laboratorio analisi dell’ospedale, Tommasina Nicoletta, che non avrebbe mai condiviso questa organizzazione. Inizialmente avrebbe esternato la sua non condivisione a livello verbale e non avendo ottenuto nessun risultato avrebbe scritto più volte alla direzione strategica ponendo problemi procedurali e legali. In sostanza Nicoletta avrebbe chiesto di avere la gestione delle macchinette considerato che, poi, toccava a lei firmare i referti e assumersi le responsabilità legali degli atti. Non avendo ottenuto riscontri è passata dagli annunci ai fatti, non firmando più i referti di cui non aveva la gestione.
Il sistema è andato in tilt e il 21 dicembre scorso la direzione strategica ha modificato la propria visione e con un atto scritto ha assegnato la gestione delle macchinette, compreso il “minipiner 96” al direttore del laboratorio analisi ed ha deciso di allocare lo stesso “minipiner 96” nei locali del laboratorio analisi che, però, avevano bisogno di interventi strutturali per renderli idonei. Da quel momento Nicoletta ha gestito le due macchinette già attive con «ottimi risultati», secondo il parere di alcuni medici dell’ospedale. Della messa in attività del “minipiner 96” non si è più parlato e né, secondo quanto riferiscono sempre alcuni medici, la direzione strategica ha mai dato notizie sugli interventi da effettuare per rendere idonei i locali del laboratorio analisi. Tra l’altro la responsabile del laboratorio analisi aveva posto il problema della messa in rete dell’apparecchio per evitare gestioni manuali per la diffusione dei dati. Neanche di questo si è più saputo nulla. Il direttore generale facente funzioni dell’Asp, Francesco Masciari, proprio a questo giornale aveva dichiarato: «La nuova macchina per processare i tamponi sarà allocata nella sede naturale e cioè nel laboratorio analisi». Così ancora non è stato.
L’ASP CAMBIA DI NUOVO PARERE E NICOLETTA REAGISCE TIRANDOSI FUORI Lo scorso 5 gennaio è stata emanata una nuova disposizione sull’organizzazione della gestione delle macchinette per processare i tamponi e torna in campo Cosentino a cui viene affidata la «supervisione e coordinamento del ciclo di processazione dei tamponi molecolari». Al direttore sanitario del presidio ospedaliero viene anche affidata la cura «al fine di avviare la piena operatività delle attrezzature dedicate, in considerazione dell’attuale stato di emergenza Covid-19». Nel nuovo dispositivo si legge che «resta inteso che la processazione dei tamponi, nel rispetto dei criteri di appropriatezza, faccia seguito esclusivamente a richiesta delle UU.OO ospedaliere e territoriali, che potranno indirizzare l’istanza direttamente al responsabile laboratorio analisi e per conoscenza direttore medico del presidio».
La reazione della Nicoletta a questa nuova disposizione, secondo quanto riferito da fonti vicine al direttore del laboratorio analisi, è stata dura. Avrebbe scritto una mail alla direzione strategica con la quale avrebbe denunciato che sono state prese decisioni «in spregio ad ogni regola» e senza alcun rispetto delle «capacità professionali». Come era successo a dicembre, Nicoletta avrebbe deciso di tirarsi fuori dalla partita, perché non intenderebbe avere la responsabilità dell’intestazione degli atti.
Il nuovo commissario dell’Asp pitagorica, Domenico Sperlì, il cui insediamento è previsto per il prossimo lunedì dovrà fare i conti anche con questa patata bollente, che sta penalizzando i cittadini della provincia di Crotone più di quanto gli attori protagonisti di questa brutta vicenda possano immaginare.
IL CONSIGLIERE PITARO «Gli intoppi burocratici continuano, in Calabria, a frenare interventi urgenti e indispensabili, fatto grave soprattutto se le questioni su cui intervenire sono di natura sanitaria. Questa volta a rimetterci, a causa di inutili ritardi, è la salute dei cittadini della provincia pitagorica, che da ben 39 giorni non possono usufruire della macchina per processare i tamponi “minipiner 96” pur essendo quest’ultima stata acquistata dall’Asp di Crotone e consegnata all’ospedale “San Giovanni di Dio” al fine di rendersi “indipendente” dal laboratorio analisi del Pugliese Ciaccio di Catanzaro». Il consigliere regionale Francesco Pitaro commenta la situazione di stallo del nosocomio crotonese e definisce «a dir poco surreali e tragicomici i contorni della vicenda: la consegna della macchina, dopo insistenti pressioni atte a velocizzare i tempi, è avvenuta lo scorso 3 dicembre ma ad oggi rimane chiusa e inutilizzata in una stanza dell’ospedale a causa di problemi legati al locale in cui collocarla ma anche di pareri discordanti circa l’attribuzione delle competenze sulla stessa. Nel frattempo i tamponi di tutta la provincia, ad eccezione dei casi di emergenza, continuano a ingolfare il laboratorio analisi del capoluogo della regione che, per forza di cose, consegna in ritardo il risultato degli esami». «È inaccettabile – conclude Pitaro – che in piena pandemia da Covid-19 conflitti burocratici ostacolino l’importante sistema di tracciamento dei contagi. È auspicabile che la Regione e il nuovo commissario dell’Asp di Crotone Domenico Sperlì facciano quanto in loro potere per porre rapidamente fine a una querelle che si consuma sulla pelle dei cittadini». (redazione@corrierecal.it)
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