CATANZARO «Anche la Calabria, se volesse far fruttare questi mesi prima del voto, dovrebbe far tesoro dell’esortazione del presidente Mattarella a non ‘sprecare energie e opportunità’ a proposito del Recovery Fund. Il rischio è che, una volta ricomposta la polemica politica nazionale, prevalgano i più forti (non è un caso che i 15 miliardi in più per le politiche sociali siano stati presi dai fondi di coesione per il Mezzogiorno), sia da un punto di vista politico che organizzativo. Per tentare di entrare nel gioco, la Regione dovrebbe istituire un ‘Osservatorio Next Generation Ue – Calabria’ composto dalle forze politiche, dalle rappresentanze imprenditoriali, sindacali e degli enti locali e da spiccate competenze tecniche».
Ad avviso del consigliere regionale Francesco Pitaro: «L’Osservatorio dovrebbe mettersi al lavoro, sintetizzando – assieme agli attori dello sviluppo sul territorio – le necessità strategiche per rimettere la Calabria al passo col resto del Paese e interloquire con la governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’Europa – sottolinea Pitaro – mira alla ricostruzione dell’economia all’insegna del riequilibrio territoriale, parità dei diritti, inclusione sociale, lotta alla povertà, sistemi sostenibili di produzione, rispetto dell’ambiente e digitale, ma per l’Italia il Fondo dovrà anche ribaltare il modello duale di sviluppo che ha generato il drammatico divario di cittadinanza Nord-Sud. Per riuscirci, occorrerà non derogare da due direttici fondamentali: l’aumento degli investimenti al Sud e il rispetto del principio di addizionalità. Va da sé, inoltre, che per utilizzare bene le risorse del Fondo, la Regione deve poter disporre di un’organizzazione burocratica efficiente e dinamica. Ai dirigenti che si occuperanno del dossier – conclude Pitaro – è richiesto un salto di qualità. Non basta studiare leggi e norme da rispettare, ma bisogna saper produrre valore, utilità e innovazione, assumendosi la responsabilità di conseguire i risultati programmati. In tal senso l’Osservatorio potrebbe anche cooperare, attraverso i contributi delle categorie produttive e delle istanze della società civile, per ovviare alle insufficienze della Regione circa la programmazione, gestione e spesa, la stratificazione normativa, la complessità delle procedure e il rispetto dei tempi nella realizzazione delle opere».
x
x