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Il Consiglio di Stato conferma: le scuole restano aperte

Ancora bocciata l’ordinanza di chiusura firmata da Spirlì. I legali: «Riaffermata la dignità costituzionale del diritto all’istruzione». I giudici: «Stop alle classi imposto senza motivazioni scien…

Pubblicato il: 11/01/2021 – 16:20

CATANZARO Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso presentato dalla Regione Calabria contro il decreto di sospensione dell’ordinanza emessa dal presidente facente funzione, Nino Spirlì, con la quale era stato disposto il rinvio al 15 gennaio dell’apertura delle scuole elementari e media in presenza. Lo stabilisce il decreto numero 18 del 2021 della sezione terza del Consiglio di Stato, presieduta da Franco Frattini. Le lezioni rimangono in presenza.
IL COMMENTO DEI LEGALI ««Siamo lieti di comunicare che la nostra tesi sull’illegittimità dell’ordinanza di chiusura delle scuole adottata dal Presidente facente funzioni della Regione Calabria, già accolta dal Tar, ha trovato conferma anche davanti al Consiglio di Stato». Così gli avvocati Giuseppe Pitaro e Gaetano Liperoti.
«Siamo soddisfatti – continuano i legali in una nota – perché viene riaffermata e tutelata la dignità costituzionale del diritto all’istruzione contro le chiusure generalizzate delle scuole non sorrette da dati scientifici. Auspichiamo che il presidente Spirlì, i sindaci e i dirigenti scolastici prendano atto serenamente di queste due decisioni della Giustizia amministrativa».
LE MOTIVAZIONI Per i giudici del Consiglio di Stato «l’eventuale misura regionale più restrittiva, tenuto conto della rilevanza del diritto alla istruzione e del contesto di socialità specialmente per gli alunni più giovani, avrebbe dovuto essere motivata con dati scientifici evidenzianti il collegamento tra focolai attivi sul territorio e impatto dell’attività scolastica in presenza». Così non sarebbe stato per i magistrati amministrativi, che considerano le motivazioni dell’ordinanza generale troppo generiche. Inoltre, poi che la Calabria non è classificata come “zona rossa” (in questo caso per alcune classi è previsto il ripristino della Dad), «nella ordinanza regionale vi è una chiusura generalizzata senza alcuna, ove esistente, indicazione di zone interessate da incremento di contagi; né, peraltro, le problematiche relative al trasporto (movimentazione di persone) – risolvibili con diligente ed efficace impegno amministrativo nei servizi interessati – possono giustificare la compressione grave di diritti costituzionalmente tutelati dagli studenti interessati».

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