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Impennata nei contagi a Corigliano Rossano (oltre 500 i casi attivi, 70 in 48 ore), Stasi chiude le scuole

Sono 38 in 24 ore. Preoccupanti i numeri rivelati dal Dipartimento di Igiene e prevenzione dell’Asp per la Sibaritide: «Ogni 5 tamponi troviamo un positivo. In base al numero di casi positivi accer…

Pubblicato il: 11/01/2021 – 7:27
Impennata nei contagi a Corigliano Rossano (oltre 500 i casi attivi, 70 in 48 ore), Stasi chiude le scuole

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO E mentre Flavio Stasi va in controtendenza e chiude le scuole di ogni ordine e grado fino al 16 gennaio, la curva del contagio a Corigliano Rossano cresce e preoccupa. Più dei numeri, comunque alti, allarma piuttosto il rapporto fra i positivi accertati e il numero di tamponi processati, che è oltre il 20%. È questo, dunque, il dato che ha spinto il sindaco a prorogare la chiusura delle scuole, sentito il capo del Dipartimento di Igiene e prevenzione dell’Asp per la Sibaritide, Martino Rizzo.
I computi numerici rivelati da Rizzo non lasciano il campo a molte interpretazioni. Solo nelle ultime 24 ore i nuovi positivi in città sono 38, che salgono a 70 se si considerano le 48 ore per un totale, più o meno circa 500 i casi totali attivi in città. Questi numeri, spiega Rizzo, «comprendono i casi accertati, e quelli in isolamento perché positivi al tampone rapido, che saranno accertati successivamente. Ma non è il numero di casi importante, il problema è l’andamento del contagio. In effetti quello che preoccupa è la circolazione del virus, che in questi ultimi giorni galoppa, e che cerca nuove occasioni di diffusione. In base al numero di casi positivi accertati rispetto al numero di tamponi processati, a Corigliano-Rossano è molto superiore al 20%, cioè superiore al valore riscontrato in Calabria e in Italia. Ogni 5 tamponi che facciamo, troviamo un positivo».
Un positivo ogni cinque test, dunque. «Un altro indice importante è l’andamento del numero di nuovi casi accertati. Se si valutano quelli delle ultime settimane, ognuno si può rendere conto della gravità della situazione. Nella settimana dal 7 al 13 dicembre si sono registrati 43 nuovi casi, nella settimana dal 14 al 20 dicembre 65, dal 21 al 27 dicembre i casi sono stati 73, nella settimana dal 28 dicembre al 3 gennaio 136, dal 4 al 10 gennaio, 144».
L’impennata nelle ultime settimane è probabilmente il segno tangibile, Rizzo ne parlava nei giorni scorsi, lasciato dalle festività passate a tavola o fra amici e parenti.
«Nelle condizioni attuali e con tale andamento epidemiologico – conclude Martino Rizzo – risulta quanto meno difficile impedire che il virus entri negli edifici scolastici e ridurre la probabilità che gli alunni o i docenti, inconsapevoli portatori del virus all’interno del loro organismo, lo possano diffondere nell’ambito scolastico e, poi, alle famiglie. Resta pertanto importante valutare l’evoluzione dei dati nella prossima settimana, che dovrebbe essere decisiva per comportare una stabilizzazione della situazione, anche in relazione alla fine delle festività e delle conseguenze da queste determinate, ed alla progressiva diminuzione di alcune lavorazioni agricole, anche queste causa di diffusione del contagio».

«DOBBIAMO TUTELARE LE FUTURE GENERAZIONI» «Sono consapevole – ha spiegato Stasi nel motivare la chiusura delle scuole – che questa scelta non piacerà a tutti. Lo dico soprattutto ai genitori: viviamo momenti difficili in cui anche chi, come me, è nelle istituzioni, spesso non è supportato da un sistema istituzionale funzionante e coerente. In questo contesto dobbiamo fare delle scelte per provare a tutelare il più possibile il futuro delle nuove generazioni. Questo vale tanto per la salute quanto per la formazione e la cultura. Per cui mentre ci assumiamo la responsabilità di non far andare i nostri ragazzi a scuola per un’altra settimana, assumiamoci anche la responsabilità di fare in modo che tutto questo serva, evitando d’ora in poi ogni superficialità, ogni disattenzione, ogni piccolo egoismo. Tanti concittadini mi chiedono spesso più controlli del territorio, pensando forse che il sindaco, così come i vertici delle forze dell’ordine, possa disporre di forze imponenti con cui sorvegliare ogni angolo di città. Se non c’è un sentire comune, una responsabilità collettiva forte, una comunità coesa che rema nella stessa direzione, non ci sono controlli sul territorio che tengano: serve il contributo di ogni cittadino. Stiamo lavorando – è il pensiero conclusivo del sindaco – ad un provvedimento solido, ma ciò non esclude che qualcuno possa comunque far intervenire nuovamente ed inopportunamente i ricorsi al Tar. In ogni caso credo che, in questo momento, le istituzioni debbano fare il proprio dovere, per quanto difficile». (l.latella@corrierecal.it)

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