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Scritte offensive contro il rettore del santuario di Polsi, la solidarietà della diocesi

A rendere noto l’accaduto è monsignor Oliva, vescovo di Locri-Gerace, che ha espresso solidarietà a don Saraco. «Con gli insulti le diffamazioni non si va da nessuna parte»

Pubblicato il: 11/01/2021 – 17:58

REGGIO CALABRIA Scritte offensive contro Tonino Saraco, rettore del santuario di Polsi e parroco ad Ardore. Qualcuno le ha lette su un muro lungo una strada provinciale e lo ha riferito al religioso che, appresa la notizia, si è recato nella locale stazione dei Carabinieri dove ha sporto denuncia per diffamazione. A rendere noto l’accaduto, con un comunicato, è monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, che, a nome suo e della chiesa diocesana, esprime «piena fiducia, vicinanza e solidarietà» a don Tonino. Il santuario di Polsi, situato nel cuore dell’Aspromonte, è un ruolo simbolo sia dal punto di vista religioso sia per il significato assunto nel tempo per la ‘ndrangheta. Ogni anno, in estate, in occasione della festa della Madonna a cui è dedicato, il santuario diventa meta di migliaia di pellegrini provenienti dalla provincia di Reggio Calabria e dalla Sicilia, ma vi si ritrovano anche i capi dei clan che delineano le loro strategie e rinnovano le loro alleanze. Nella ritualità della mafia calabrese la religione e i suoi simboli hanno del resto, un ruolo rilevante. Icone e santini sono utilizzati nelle cerimonie di affiliazione ed in altri riti.
«Ancora una volta – scrive mons. Oliva – viene scelta la via della diffamazione, per denigrare un sacerdote, che tanto bene opera sia al Santuario della Madonna della Montagna che nella parrocchia di Ardore Marina. Con gli insulti e la diffamazione – scrive ancora il vescovo – non si va da nessuna parte. Si lede la dignità della persona e si tenta di scoraggiare ogni proposito di bene». L’azione pastorale condotta da don Tonino, tanto in parrocchia quanto al Santuario della Madonna di Polsi, è un servizio religioso importante, che non ha niente a che vedere con altri interessi privati. Le sue attività sono dirette a privilegiare sempre il bene della comunità e non di singoli.
Per quanto riguarda il Santuario della Madonna di Polsi, osserva mons. Oliva, «tende ad affermare, in piena sintonia col vescovo, l’immagine di ciò che dev’essere: luogo di preghiera, di conversione a Dio e di accoglienza dei pellegrini, ma anche spazio umano di crescita sociale e civile che non cede ai compromessi e non si concilia con qualunque azione illegale e malavitosa. In tale direzione già si vedono tanti buoni frutti, quali un’accoglienza dignitosa e sicura dei pellegrini, l’organizzazione di incontri e ritiri spirituali, la vigilanza e l’ordine pubblico. A don Tonino – dichiara ancora il vescovo – ho affidato quattro anni fa la custodia di questo luogo sacro sapendo che non si sarebbe arreso di fronte ad ogni possibile forma di intimidazione. Purtroppo spesso ha dovuto confrontarsi con mentalità distorte e comportamenti negativi che ostacolano il cambiamento ed il rinnovamento. A lui ribadisco la piena fiducia mia e della chiesa diocesana unitamente all’invito a non desistere di fronte ad ogni forma di calunnia e di insulto».
Il vescovo esprime «la più totale disapprovazione verso tali gesti, ricordando che chi opera nelle tenebre ha paura della luce, chi semina maldicenze o diffama una persona attraverso scritte ingiuriose, lettere anonime o sui social ed altre vie illecite non cammina nella Chiesa, e, se è cristiano, offende questo nome e non segue gli insegnamenti del Signore». Infine, il vescovo invita la comunità a reagire prendendo le distanze «da tali inaccettabili comportamenti: Bisogna scegliere – sostiene – sempre la via della carità, della lealtà e del rispetto verso tutti. Questa l’unica via che fa crescere in umanità il nostro territorio».

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