CATANZARO «Il Sant’Anna è perfettamente in regola con i requisiti e con tutti gli adempimenti di legge. Il problema nasce da un cortocircuito tra le istituzioni». Lo ha detto il presidente del Consiglio di amministrazione della clinica Sant’Anna, Gianni Parisi, parlando con i giornalisti a margine del consiglio comunale di Catanzaro, che oggi si occuperà della vicenda della struttura, un’eccellenza nel campo della cardiochirurgia in Calabria: il Sant’Anna, che dal 28 dicembre ha sospeso le sue attività, è a rischio chiusura per mancanza di liquidità finanziaria e per il mancato rinnovo dell’accreditamento, inoltre circa 300 dipendenti rischiano di perdere il posto di lavoro. «Oggi – ha esordito Parisi – siamo qui con l’aspettativa, che rincorriamo da tempo, di dare la massima informazione sulla nostra vicenda e raccontare la nostra verità, perché siamo sicuri che riusciremo a venire fuori da questa situazione. Stiamo facendo di tutto per ripartire con le attività del Sant’Anna, nell’interesse dei pazienti, dei lavoratori e di una sanità calabrese che secondo noi non può fare a meno di un’eccellenza quale quella del Sant’Anna. Ringraziamo il consiglio comunale: questo passaggio rappresenterà sicuramente un piccolo passo avanti verso la soluzione del problema, perché – ha proseguito il presidente del Cda del Sant’Anna Hospital – sono certo che i consiglieri comunali sapranno quale indirizzo formulare e magari insieme a noi provare a incontrare il commissario ad acta Longo, che è quello che deve dire l’ultima parola sulla vicenda. Oggi è quindi una giornata importante».
Secondo Parisi «il Sant’Anna è perfettamente in regola con i requisiti, è perfettamente in regola con tutti gli adempimenti di legge. Il problema nasce da un corto circuito tra le istituzioni, tra l’Asp e la Regione che non ha portato a compimento l’iter amministrativo burocratico finalizzato al rinnovo del nostro accreditamento. Il problema è lì, non è un problema del Sant’Anna, che è in piena regola. E noi siamo pronti a dimostrarlo dappertutto. Ci sono 300 interventi che non abbiamo potuto fare dal 26 dicembre, abbiamo continue richieste di pazienti che, disperati, ci chiedono quando riapriremo. Purtroppo abbiamo testimonianza di pazienti che sono stati costretti già oggi a partire per fare interventi fuori. Questo non significa che in Calabria c’è solo il Sant’Anna, ma vuol dire che probabilmente l’offerta cardiochirurgica non è sufficiente a soddisfare le esigenze dei calabresi, se è vero che 612 pazienti nel 2020 sono andati fuori regione a fare intervento. Con la chiusura del Sant’Anna – ha spiegato Parisi – difficilmente i pazienti che erano in lista d’attesa del Sant’Anna possono essere assorbite dalle altre strutture di cardiochirurgia, se i numeri sono quelli».
x
x