GIOIA TAURO L’Autorità portuale di Gioia Tauro non è tenuta a risarcire la Zen Yatch per la mancata realizzazione della darsena portuale. Lo ha deciso il Tribunale di Reggio Calabria che ha rigettato integralmente il ricorso presentato dall’Azienda che, nel ricorrere in Tribunale, ha chiesto un risarcimento di 50 milioni per i presunti danni causati dal “lucro cessante” e per quelli di immagine generati a Suo dire dalla mancata realizzazione dell’opera.
La pretesa risarcitoria avanzata dalla Zen Yacht nei confronti dell’Ente è stata dichiarata infondata dal Giudice civile sia in fatto che in diritto. A tale proposito il Tribunale civile ha chiarito che l’Autorità portuale di Gioia Tauro, essendo un ente pubblico e non un soggetto privato, determina le proprie decisioni attraverso l’adozione di specifici atti amministravi e non quindi attraverso interlocuzioni verbali che toccano, invece, le mere sfere dei rapporti che intercorrono tra privati.
A tale ragione, quindi, il Giudice ha evidenziato come l’Ente, anche negli anni precedenti a partire dal 2005, non ha mai indicato nei propri atti amministrativi la volontà di realizzare una darsena e tanto meno si è mai predisposto a realizzarla in un ipotetico futuro.
Nelle proprie disposizioni amministrative, quindi, l’Autorità portuale di Gioia Tauro, al contrario, si è sempre determinata alla realizzazione di opere d’accosto che però, nel linguaggio tecnico nautico, sono ben altra cosa rispetto ad una darsena.
Si chiude, quindi, un lungo capitolo giudiziario che ha visto l’Ente ripetutamente chiamato in giudizio dalla Zen Yacht in diverse controversie, tutte comunque collegate alla pretesa della realizzazione di una darsena. Nel corso degli anni, puntualmente, i diversi Giudici chiamati a definirne le contese sottoposte al proprio giudizio, hanno sottolineato la legittimità degli atti assunti dall’Ente.
Soddisfazione è stata manifestata a tale proposito dal commissario Andrea Agostinelli che ha sottolineato la puntuale coerenza e legittimità delle procedure amministrative adottate dagli uffici dell’Autorità portuale, che per nulla lasciavano disporre le pretese avanzate dalla Zen Yacht.
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