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RINASCITA | Oltre 300 imputati e 58 pentiti. I numeri del maxi processo che racconterà la "nuova" 'ndrangheta

Si inizia nella nuova aula bunker di Lamezia Terme. Individuate 224 parti civili ma se ne sono costituite 30. Presente Nicola Morra: «Importante la presenza dello Stato»

Pubblicato il: 13/01/2021 – 11:48
RINASCITA | Oltre 300 imputati e 58 pentiti. I numeri del maxi processo che racconterà la "nuova" 'ndrangheta

LAMEZIA TERME Il processo che si apre questa mattina «non è solo una pietra del muro contro la mafia ma è importante anche per comprendere l’evoluzione della ‘ndrangheta, che non fa solo estorsioni e usura ma che tesse rapporti con la pubblica amministrazione, con i cosiddetti colletti bianchi». Così all’Adnkronos il procuratore Gratteri alla vigilia del maxiprocesso Rinascita Scott che si apre nella nuova aula bunker di Lamezia Terme e vede alla sbarra oltre 300 imputati. Un procedimento nato dall’inchiesta della Dda guidata da Gratteri culminata con l’operazione del dicembre 2019. «Un processo che coinvolge un territorio vasto, con ramificazioni in tutta Italia e anche all’estero», sottolinea il procuratore. Un maxi processo che conterà un migliaio di testimoni. «Il ritmo considerata la mole di lavoro dovrà essere sostenuto», spiega Gratteri. Il procuratore ha ribadito davanti alle telecamere della Tgr Calabria l’importante di celebrare il processo in Calabria, «dove la gente ha sofferto e ha ferite che bruciano ancora per le vessazioni della ‘ndrangheta». Era importante «anche per dimostrare che, quando vuole, lo Stato c’è e riesce a fare le cose per bene». A più di un anno dal blitz, Gratteri – che all’epoca chiamò i calabresi a occupare gli spazi liberati dall’azione giudiziaria – dice che «la gente in parte lo ha fatto. È aumentato il numero delle denunce. Il lavoro è ancora lungo ma la gente non è masochista e ha voglia di libertà». Riguardo a quale sia il pericolo maggiore per la Calabria – se la ‘ndrangheta, la politica corrotta o la massoneria deviata – Gratteri risponde di avere «qualche difficoltà a distinguere tra i tre ambiti. I centri di potere sono nervosi e bisogna stare attenti».

CHIAMATI A DEPORRE 58 PENTITI Davanti al Tribunale collegiale di Vibo Valentia dovranno comparire 325 imputati accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi, narcotraffico, rapina, usura, danneggiamenti, concorso esterno in associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni e tentati omicidi. Altri 91 imputati saranno processati il 27 gennaio con rito abbreviato, mentre un terzo troncone che riguarda cinque omicidi si aprirà il 10 febbraio dinnanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro. Il maxi-blitz è scattato la notte del 19 dicembre 2019 ad opera dei carabinieri con il coordinamento della Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri. I pm Antonio Bernardo, Annamaria Frustaci e Andrea Mancuso hanno citato 913 testimoni fra investigatori dell’Arma dei Carabinieri, ma anche della Polizia e della Guardia di finanza. Cinque i testimoni di giustizia chiamati a deporre dalla pubblica accusa, 58 invece i collaboratori di giustizia appartenenti non solo alla ‘ndrangheta del Vibonese (Andrea Mantella, Bartolomeo Arena, Raffaele Moscato, Emanuele Mancuso, Michele Iannello, Francesco Costantino, Giuseppe Comito, Nicola Figliuzzi, Gaetano Cannatà e Michele Camillò), ma anche a quella del resto della Calabria, oltre a collaboratori pugliesi e appartenenti a Cosa Nostra siciliana come Gaspare Spatuzza, il pentito che si è autoaccusato della strage di via D’Amelio, del rapimento del piccolo Santino Di Matteo e dell’omicidio a Palermo di don Pino Puglisi. Alla sbarra i clan Mancuso di Limbadi e Nicotera, Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia, Pugliese di Vibo, Pardea-Camillò-Macri’ di Vibo Valentia, Accorinti di Zungri, Bonavota di Sant’Onofrio, Cracolici di Maierato e Filogaso, Mazzotta di Pizzo Calabro, Barbieri di Cessaniti, Fiare’-Razionale-Gasparro di San Gregorio d’Ippona, La Rosa di Tropea.
INDIVIDUATE 224 PARTI CIVILI: SE NE SONO COSTITUITE 30 Le parti offese individuate dalla Procura distrettuale sono 224, ma meno di 30 si sono costituite parti civili e fra loro figurano diversi Comuni del Vibonese. I capi di imputazione sono in totale 438. Un secondo troncone del processo Rinascita-Scott – fissato sempre per il 13 gennaio prossimo – vede invece imputati gli avvocati Giancarlo Pittelli (ex parlamentare) e Giulio Calabretta, l’imprenditore vibonese Mario Lo Riggio e l’ex sindaco di Nicotera Salvatore Rizzo. Questo troncone dovrà essere riunito a quello principale. Circa 600 gli avvocati impegnati nel collegio di difesa degli imputati. Fra gli imputati, Luigi Mancuso, 66 anni, di Limbadi, ritenuto al vertice della ‘ndrangheta vibonese, l’ex consigliere regionale del Pd Pietro Giamborino, gli avvocati Vincenzo Renda, Francesco Stilo e Nazzareno Latassa, l’ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo, l’ex assessore di Vibo Vincenzo De Filippis, l’ex consigliere comunale di Vibo Alfredo Lo Bianco, l’ex comandante della Polizia municipale di Vibo Filippo Nesci, gli imprenditori Mario e Umberto Artusa e Gianfranco Ferrante, il gioielliere di Vibo Vittorio Tedeschi, l’ingegnere ed ex assessore comunale di Vibo Francesco Basile, il fratello Paolo Basile (commercialista), il dentista di Limbadi Agostino Redi, l’operatore giudiziario del Tribunale di Vibo Danilo Tripodi, il carabiniere Antonio Ventura, la poliziotta della Stradale di Vibo Daniela De Marco, la veterinaria Chiarina Cristelli, dirigente del Servizio veterinario dell’Asp di Vibo Valentia.
LA SCELTA DEL GIUDICE Il processo avrà inizio alle 9,30 e non sarà possibile effettuare riprese audio-video, decisione che ha suscitato polemiche. Al momento vi è l’incognita su chi presiederà il collegio dei giudici. Lo scorso 8 gennaio la Corte d’Appello di Catanzaro ha accolto la richiesta di ricusazione del presidente del collegio Tiziana Macrì, la quale è anche presidente di sezione penale a Vibo. Anche per quanto riguarda il troncone con i 300 imputati la Dda ha fatto richiesta di ricusazione ma la Corte d’Appello non si è ancora pronunciata. Dunque domani, se il giudice Macrì si asterrà, a presiedere il collegio dovrebbe essere chi la segue in Tabella, ovvero il giudice Cavasino.
MORRA: «IMPORTANTE PRESENZA DELLO STATO» «Il fatto che io sia qui rappresenta, dal mio punto di vista, la consapevolezza dell’importanza di una presenza dello Stato a sostegno delle parti impegnate in questo importante processo». Così il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra, arrivato ad assistere alla prima udienza del processo “Rinascita-Scott”. A chi gli fa notare che è l’unico rappresentante del mondo politico risponde: «Spero che alle prossime udienze si possa sopperire alle assenze odierne. Le mafie si sconfiggeranno – ha aggiunto Morra – solo quando si agirà sulla prevenzione».

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