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Covid e scuole riaperte, i timori dei genitori: «Chiediamo sicurezza e responsabilità» – VIDEO

Scuole elementari e medie riaperte in Calabria da qualche giorno ma la presenza degli alunni è prossima allo zero. A Lamezia il “Comitato genitori” esprime da settimane alcune perplessità: «È una b…

Pubblicato il: 14/01/2021 – 13:32
Covid e scuole riaperte, i timori dei genitori: «Chiediamo sicurezza e responsabilità» – VIDEO

di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME
«Serve uno sforzo di responsabilità in un momento così delicato e fondamentale per il futuro dei nostri ragazzi». La controversa questione legata alla chiusura e alla riapertura delle scuole elementari e medie continua a far discutere in Italia e in Calabria, alla luce dell’ultima ordinanza del presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, ribaltata di fatto dalla sentenza del Tar in tempi record. Opinioni ancora contrapposte e che faticano ad incontrarsi su un terreno comune, quello della sicurezza sanitaria e del diritto allo studio, in attesa di una nuova ordinanza regionale che dovrebbe arrivare nelle prossime ore o, al massimo, nel weekend.
IL “CASO” LAMEZIA In larga parte genitori e personale scolastico sono favorevoli alla riapertura delle scuole e alle lezioni presenza, ma a suscitare più di qualche perplessità sono le condizioni di sicurezza e, soprattutto, il continuo aumento dei casi positivi al Covid-19. E, in questo senso, la città di Lamezia Terme è emblematica.
Qui da settimane il numero dei nuovi casi è in costante aumento e, a fasi alterne nei mesi scorsi, più volte i dirigenti scolastici hanno disposto la chiusura – momentanea – di classi o interi istituti dopo la certificazione dei casi positivi tra alunni o docenti. A questo, e non è certo un elemento di poco conto, si aggiunge la palese e costante difficoltà di comunicazione tra l’amministrazione comunale lametina e l’Asp di Catanzaro che nei mesi scorsi ha causato più di qualche attrito istituzionale, accrescendo l’incertezza tra i genitori, ancora molto preoccupati e poco rassicurati.


«PREVALGA IL DIRITTO ALLA SALUTE» E i numeri lo dimostrano: tanti ragazzi e tanti bambini non stanno andando a scuola, con una frequenza prossima allo zero ma chi rimane a casa in questi giorni per paura di contrarre il Covid, perde comunque l’opportunità di rispettare il programma didattico con gravi ripercussioni sulla formazione dei ragazzi. «A preoccuparci – racconta una mamma, Angela Angì, al Corriere della Calabria – è la probabilità elevata di contagio che si può manifestare all’interno di alcune aule scolastiche. Sappiamo che in determinati istituti sono stati effettuati interventi strutturali, ma in altri si stanno ancora facendo. Alcuni bambini sono costretti a frequentare le lezioni con le finestre aperte in pieno inverno. A livello di sicurezza quindi non abbiamo certezze e garanzie. Ai commissari prefettizi abbiamo già chiesto che ci venga consentito di scegliere se mandare o meno i bambini a scuola con l’attivazione della Dad dove ovviamente ci sono particolari situazioni. Sappiamo bene che studiare a distanza non è come stare in classe in presenza ma oggi, in un momento così critico, il diritto alla salute deve prevalere sul diritto allo studio che comunque può essere soddisfatto con le modalità adottate finora».
«RITORNO A SCUOLA MA IN SICUREZZA» E se comunicare con i dirigenti scolastici in questa fase è un esercizio assai difficile, praticamente impossibile, ad esporre le proprie tesi da settimane a Lamezia è il costituito “Comitato genitori” che si è battuto prima con il sindaco Paolo Mascaro, ora con il commissario Priolo affinché sia garantita la sicurezza nelle scuole. Tra loro c’è anche Rosario Piccioni, avvocato e consigliere comunale lametino: «La nostra non è una battaglia contro la scuola – precisa al Corriere della Calabria – e riconosciamo l’importanza sociale e umana che rappresenta. Negli ultimi giorni però ci sono state notizie di irresponsabilità di alcuni genitori che hanno mandato a scuola i ragazzi pure avendo i sintomi da Covid, scoprendo la positività del genitore qualche ora dopo. Per queste ragioni nell’incontro avuto con i commissari abbiamo formulato due domande: chiudere completamente le scuole o, in subordine, adottare la doppia modalità come è stato fatto in Puglia ovvero la didattica digitale integrata. Sarebbe una soluzione molto semplice: mentre il docente con il resto della classe è a scuola, basterebbe attivare un collegamento che possa essere utilizzato dagli alunni attraverso pc, tablet e smartphone in remoto nei casi di estrema emergenza, come ad esempio i genitori positivi e in isolamento, un familiare positivo o nel caso in cui lo stesso alunno sia positivo al Covid. Le soluzioni ci sono e continueremo a condurre questa battaglia nell’interesse di tutti affinché si possa tornare a scuola sì, ma nelle condizioni migliori possibili, attraverso i test rapidi, i tamponi e soprattutto il tracciamento dei positivi».
«DIRITTI NEGATI AI GENITORI» Una prospettiva condivisa anche da Pasqualino Raso: «In questo momento in città ci sono molti, troppi bambini che non frequentano – ci racconta – e quindi bisogna garantire loro almeno la didattica, anche alla luce dei numerosi casi esplosi in città negli ultimi giorni. Non bisogna dimenticare però la classe docente che con la Dad hanno fatto dei salti mortali per garantire un’adeguata istruzione ai nostri ragazzi. Si tratta di scuole dell’obbligo e i genitori sono di fatto costretti a mandare i propri ragazzi a scuola, negando così la facoltà e il diritto di garantire la salute e la sicurezza dei propri figli». (redazione@corrierecal.it)

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