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Inquinamento del Golfo di Sant'Eufemia: stabilimento sotto sequestro – VIDEO

Operazione Waste Water dei carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catanzaro e personale della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia. Disposta l’interdizione dell’esercizio di attività impren…

Pubblicato il: 14/01/2021 – 10:06
Inquinamento del Golfo di Sant'Eufemia: stabilimento sotto sequestro – VIDEO

LAMEZIA TERME Nel corso della mattinata odierna, i finanzieri del Comando Provinciale di Catanzaro, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Catanzaro e personale della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, coordinati dal procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Curcio e dal sostituto procuratore Marica Brucci, stanno dando esecuzione, in diverse regioni del territorio nazionale (Lazio, Basilicata, Puglia e Calabria) ad una misura cautelare personale e reale emessa da Emma Sonni, giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Lamezia Terme, nei confronti di 4 soggetti, di cui tre amministratori dell’Ilsap Srl e il direttore dello stabilimento produttivo della società, autori di plurimi reati in materia ambientale.
In particolare, i militari delle Fiamme Gialle lametine, i Carabinieri e la Capitaneria di Porto stanno notificando nell’ambito dell’operazione denominata “Waster Water” l’applicazione della misura dell’interdizione dell’esercizio di attività imprenditoriale nel settore dei rifiuti nei confronti di:
1. MARTENA ROBERTO, classe ’62, di Roma;
2. DE NINNO GIOVANNI, classe ’59, di Ferrandina (MT),
3. ANGELASTRI LEONARDO, classe ’83, di Bari;
4. MARTENA MAURIZIO, classe ’65 di Roma.
Tra gli indagati anche un amministratore giudiziario, nominato dal Tribunale di Napoli nell’ambito di un altro sequestro preventivo nei confronti di Ilsap Srl per falsi e truffa ai danni dello stato. Eseguito il sequestro preventivo dello stabilimento produttivo della società Ilsap Srl di Lamezia Terme e dei terreni contaminati, per un valore stimato complessivo di circa 150 milioni di euro, nonché 3 milioni e 330mila euro come profitto del reato. Con un’articolata indagine condotta congiuntamente dal Noe di Catanzaro, dalla Guardia Costiera di Vibo Valentia e dalla Guardia di Finanza di Lamezia Terme, è stato accertato lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali industriali, gli scarti della lavorazione del biodiesel, in uscita dall’impianto di trattamento dello stabilimento Ilsap Srl, risultato completamente inattivo.
IL SISTEMA Venivano utilizzate una pompa sommersa e una pompa mobile, con le quali gli indagati convogliavano i rifiuti industriali provvisoriamente accantonati nelle vasche, tal quali, sul terreno che circonda lo stabilimento, nella condotta fognaria consortile “Deca” e nei canaloni che confluiscono a mare, nel Golfo di Sant’Eufemia. Intervenuti prontamente con sequestri preventivi dell’impianto di trattamento, dei terreni contaminati e del canalone per contravvenzioni ambientali, con l’ausilio di un consulente, il geologo Giovanni Balestri, è stato dimostrato l’inquinamento delle acque, alla foce del Torrente Turrina, dove si misurava un saggio di tossicità del 90-100%, in area sottoposta a vincolo paesaggistico, ma anche la contaminazione dei terreni antistanti allo stabilimento industriale intrisi dai reflui industriali, dove si registravano elevate soglie di concentrazione di idrocarburi pesanti, nonché di alluminio, ferro e manganese, infine il nuovo delitto di omessa bonifica. La contaminazione dei terreni sarebbe iniziata nel 2012, mentre l’inquinamento sarebbe in corso almeno da quattro anni.
Disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei profitti conseguiti dagli indagati per sé e a vantaggio e nell’interesse della Società Ilsap Srl, costituiti dal risparmio di spesa che avrebbero dovuto sostenere per un corretto smaltimento dei rifiuti, quantificato per gli ultimi quattro anni in oltre tre milioni. Durante le fasi dell’indagine era stato arrestato, il 14 febbraio 2020, in flagranza di reato, Giovanni De Ninno direttore tecnico pro tempore dell’impianto Ilsap di Lamezia Terme, per violazione dei sigilli delle aree poste in sequestro, per aver consentito ulteriori sversamenti di reflui liquidi industriali con conseguenti effetti negativi sull’ecosistema di zona. L’indagine presenta particolare importanza perché ha consentito di individuare almeno una delle concause dell’inquinamento nel golfo di Sant’Eufemia.

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