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In Lombardia la 'ndrangheta cambia pelle e "ringrazia" il Covid

Intervista del Corriere della Sera al prefetto di Lecco. In meno di due anni sono state emesse 12 interdittive antimafia. De Rosa: «Il rischio è duplice: usura e contributi pubblici a pioggia a soc…

Pubblicato il: 15/01/2021 – 12:31
In Lombardia la 'ndrangheta cambia pelle e "ringrazia" il Covid

LECCO Pizzerie, sale bingo, bar, una società di autodemolizioni, una concessionaria di vendita e affitto auto, persino un’agenzia di pompe funebri. In meno di due anni nella città di Lecco sono state emesse 12 interdittive antimafia nei confronti di imprese riconducibili alla ‘ndrangheta. Lo riporta il Corriere della Sera in una intervista al prefetto della città, Castrese De Rosa. Le decisioni della Prefettura, spiega De Rosa, stanno anche reggendo al voglio del Tar: «Non si può fare di tutta un’erba un fascio, ma tengo a sottolineare che ogni impugnazione delle nostre interdittive davanti al Tar è stata rigettata».
LE COSCHE DI ISOLA E REGGIO L’ultimo provvedimento riguarda una ditta di Calolziocorte, paese con poco più di 13mila abitanti, attiva nel campo dell’edilizia e del settore immobiliare. La ditta, stando alle indagini, sarebbe vicina la famiglia Coco-Trovato (Franco Coco sta scontando l’ergastolo al 41 bis), a sua volta collegata con i De Stefano e i Tegano di Reggio Calabria e gli Arena-Colacchio di Isola di Capo Rizzuto. «L’impresa edile in questione non potrà avere più alcun tipo di rapporto con la pubblica amministrazione, niente finanziamenti, appalti, autorizzazioni, concessioni. Perché il vero pericolo è che la pandemia diventi uno strumento pericoloso nelle mani della criminalità organizzata. Abbiamo costituito uno speciale osservatorio. Il rischio è duplice: usura e contributi pubblici a pioggia a società infiltrate dalla ‘ndragheta», spiega De Rosa al Corsera.
IL COVID E LA MORSA DELLA ‘NDRANGHETA Da non sottovalutare nemmeno l’emerga Covid perché la ‘ndrangheta «ha cambiato pelle, è più silente, anche se i proventi illeciti derivanti da estorsioni e traffico di droga, continuano ad essere ripuliti in attività economiche di facciata. Bar, ristoranti, imprese, le stesse che potrebbero usufruire di ristori sottraendoli all’economia legale. La verità è che con il Covid la ‘ndragheta ha ricominciato a far sentire ancora di più la sua morsa».
Insomma la ‘ndrangheta, complice la crisi che attanaglia il Paese sta rialzando la testa «in un territorio ricco e appetibile».

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