REGGIO CALABRIA C’è il sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà, tra gli arrestati nell’operazione dei carabinieri “Faust”. L’operazione ha coinvolto la cosca Pisano della ‘ndrangheta che, stando alle indagini coordinate dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Gaetano Paci, avrebbe sostenuto Idà, eletto sindaco nel 2016. A carico di Idà sono stati disposti i domiciliari. Arresti domiciliari anche per un consigliere comunale, Domenico Scriva, eletto con la lista civica “Cambiamo Rosarno”, che sosteneva il sindaco Idà. I due esponenti politici avrebbero ottenuto voti in cambio della promessa di incarichi nell’organigramma comunale a uomini di fiducia della consorteria criminale.
IL PATTO TRA IDÀ E LA COSCA Quale candidato a sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà avrebbe accettato la promessa dei voti della cosca Pisano in cambio dell’assegnazione al consigliere comunale Domenico Scriva, dell’assessorato ai lavori pubblici o, comunque, l’attribuzione di un altro incarico di prestigio. È quanto scrive la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria nel capo di imputazione inserito nell’inchiesta “Faust” contro la ‘ndrangheta di Rosarno.
Secondo gli inquirenti, lo scambio elettorale politico-mafioso riguarderebbe anche il mutamento della destinazione urbanistica di alcuni terreni di proprietà della cosca Pisano vicino allo svincolo autostradale di Rosarno e la riapertura del centro vaccinale in un immobile di pertinenza della famiglia mafiosa conosciuta con il soprannome dei “diavoli”. La cosca, inoltre, avrebbe chiesto al sindaco di assegnare a suoi uomini di fiducia la carica di vicesindaco.
Stando a quanto scrive la Dda, infine, per le elezioni comunali del 2016 Giuseppe Idà avrebbe chiesto a Carmine Pesce di procurargli voti.
ARRUZZOLO CITATO NELL’ORDINANZA «Ci sono riferimenti ad altri politici che però non hanno trovato riscontri nelle indagini», ha spietato il procuratore di Reggio Calabria Bombardieri durante la conferenza stampa. Bombardieri non ha fatto nomi ma nell’ordinanza di custodia cautelare viene citato spesso il presidente del Consiglio regionale Giovanni Arruzzolo, anche lui di Forza Italia, non indagato nell’inchiesta. Non ci sono intercettazioni tra il consigliere regionale e Francesco Pisano, boss che avrebbe “coordinato” la campagna elettorale di Idà. Gli investigatori, però, sottolineato «l’anomala assenza di contatti diretti tra Pisano ed il consigliere regionale» e rilevano quelli tra il boss e il fratello del politico, Francesco Arruzzolo.
GLI INDAGATI Questi i nomi degli indagati:
Livio Giuseppe Anania
Raffaele Belcastro
Salvatore Belcastro
Angelo Caccamo
Raffaele Cammarere
Antonella Caponigro
Salvatore Carlo
Salvatore Cascone
Giuseppe Consiglio
Salvatore Consiglio
Giovanni Corradini
Andrea Cucinotta
Antonio Cutano
Francesco Cutano
Luigi Cutano
Alfonso Cuturello
Salvatore Antonio Dimonte
Antonino Ferrinda
Cono Rocco Fusca
Sergio Gambardella
Girolamo Giardino
Giovanni Grasso
Giuseppe Iannace
Stefano Iannaci
Giuseppe Idà
Antonino Ierace
Francesco Ieraci
Angelo Iorio
Diego Lamanna
Mattia Ligato
Domenico Longo
Francesco Longo
Vincenzo Longo
Giuseppe Mallamace
Domenico Marino
Giuseppe Messina
Pasquale Minella
Teodora Montenegro
Biagio Moretto
Rocco Occhiato
Angela Pace
Giuseppe Pace
Salvatore Paladino
Ruggero Palermo
Franco Panariello
Domenico Pepè
Carmine Pesce
Marco Petrini
Antonio Pisano
Bruno Pisano
Domenico Pisano
Francesco Pisano
Luigi Pisano
Maurizio Pisano
Salvatore Pisano
Vincenzo Pisano
Vincenzo Porcelli
Salvatore Scarcia
Domenico Scriva
Giuseppe Seminara
Rosa Sica
Giuseppe Spada
Rosalba Vecchio
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