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Infermieri nelle scuole (chiuse) e a casa i pazienti Covid attendono risposte dall'Asp

Sono 64 gli infermieri nella sola provincia di Catanzaro, uno per ogni istituto scolastico, assunti fino al 31 gennaio 2021 per un costo totale di 739.200 euro. E intanto i pazienti affetti da coro…

Pubblicato il: 18/01/2021 – 7:03
Infermieri nelle scuole (chiuse) e a casa i pazienti Covid attendono risposte dall'Asp

di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME
Pazienti affetti da Covid che da settimane non riescono a mettersi in contatto con l’Asp di Catanzaro. Casi che, a Lamezia e in tutta la provincia catanzarese, si stanno moltiplicando definendo una situazione che ha assunto contorni ancora più drammatici nel corso della seconda ondata di contagi. E le denunce non si contano: decine di persone, dopo essere risultate positive ai test rapidi, aspettano per settimane prima di effettuare il test molecolare dell’Asp. E nel frattempo, a chi ha dei sintomi sopportabili, non resta che rimanere segregati in casa, in isolamento, distanziati dai parenti, in attesa di avere risposte ufficiali. Come nel caso di D.C. giovane lametina che, poco più di un mese fa (QUI LA NOTIZIA) aveva raccontato al Corriere della Calabria la sua a sua (dis)avventura: «Pur comprendendo l’enorme pressione sul sistema sanitario, mi chiedo se sia accettabile che in un Paese civile come il nostro, i più basilari diritti dei cittadini, come quello di conoscere il proprio stato di salute o vivere serenamente la malattia, vengano sistematicamente dimenticati».
SENZA RISPOSTE Una storia comune a tante altre, un cortocircuito che grava sulle spalle delle persone affette da Covid, in larga parte attribuito alla mancanza di comunicazione e, soprattutto, alla carenza di personale. Eppure i conti non tornano. Già, perché mentre le persone in autoisolamento aspettano un tampone ufficiale, i risultati o quantomeno una rassicurazione telefonica, paradossalmente 64 infermieri sono occupati da settimane negli istituti scolastici dell’intera provincia di Catanzaro, nonostante la chiusura delle scuole.
GLI INFERMIERI NELLE SCUOLE Con la delibera n. 758 del 10 novembre 2020, infatti, l’Asp del capoluogo calabrese, prendendo atto della proposta dell’allora presidente della giunta regionale, Jole Santelli del 29 settembre, ha provveduto al conferimento degli incarichi proprio a 64 infermieri (una unità per ogni istituto scolastico), per «implementare l’offerta sanitaria territoriale e fronteggiare l’emergenza epidemiologica determinata dalla diffusione del Covid-19», con i costi a carico dei bilanci che riguardano proprio l’emergenza Covid-19. Incarichi affidati dal 16 novembre e fino al 31 gennaio 2021, per un impegno orario di 30 ore a settimana e un compenso orario di 30 euro lordi per un costo totale di 739.200 euro.
RISORSE “SPRECATE” Tra i progetti e l’assunzione del personale infermieristico, di mezzo c’è stata la seconda ondata di contagi e la decisione di chiudere le scuole anche in Calabria e ricorrere alla didattica a distanza. E così, dal 16 novembre ad oggi, i giorni “in presenza” nelle scuole sono stati davvero molto pochi e solo da questa settimana le aule sono state riaperte per gli alunni delle scuola elementari e medie dopo la sentenza del Tar, ribadita anche dal Consiglio di Stato che, di fatto ha bocciato l’ordinanza del presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, limitando notevolmente l’utilità del personale infermieristico nelle scuole. Risorse che si potevano dirottare, forse, e impiegare per altre emergenze e sopperire così alla mancanza di personale dell’Asp di Catanzaro e garantire alle persone affette da coronavirus una assistenza maggiore e migliore. (redazione@corrierecal.it)

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