di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Poco importa se un reparto sia in “inferirità numerica”, l’importante è assolvere al proprio compito, anche quando c’è da operare un paziente affetto dal virus Sars-Cov-2.
Capita, quindi, che l’Unità operativa complessa di Ortopedia e traumatologia dello spoke di Corigliano Rossano operi – con successo – una degente ricoverata nel reparto Covid, ma che lo stesso reparto, nonostante le competenze, la preparazione e l’abnegazione, debba fare quotidianamente i conti con l’ormai atavica carenza di personale, divenuta cronica da anni.
L’ortopedia coriglianorossanese serve un bacino d’utenza di 200mila abitanti con soli quattro ortopedici a disposizione sugli otto previsti dal piano aziendale. Effettua con non pochi sacrifici i servizi di degenza, di reperibilità h24, di ambulatorio traumatologico e attività chirurgica.
L’intervento effettuato oggi dal direttore incaricato della Uoc di Ortopedia e Traumatologia, Giuseppe Arturo Celestino e Giuseppe Policriti con l’equipe chirurgica dedicata di Ortopedia e l’equipe di Anestesia e Rianimazione, rientra ormai in quella routine che gli ortopedici si augurano possa continuare a restare tale, auspicando, però, man forte.
«Speriamo che la nuova governance sanitaria regionale, il commissario ad acta Guido Longo e il neocommissario della Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina, provvedano con l’attuazione di concorsi a sanare, quanto prima, questa carenza atavica di personale sanitario e su cui vigili attivamente il sindaco della terza città calabrese, affinché questa giusta richiesta si concretizzi, per ridare la dignità che merita a questo martoriato territorio», è il pensiero unanime degli ortopedici. (l.latella@corrierecal.it)
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