CATANZARO «In Sorical, l’accordo sottoscritto sulla stabilizzazione di alcuni lavoratori provenienti dall’indotto, ha posto le basi per la costruzione di relazioni sindacali responsabili, improntate alla trasparenza e al rispetto dei ruoli, mirate ad affrontare e risolvere nel merito i tanti problemi che riguardano i lavoratori e le numerose difficoltà strutturali dell’azienda». E’ quanto sostengono in una nota Vincenzo Celi e Santo Biondo, segretario generale Uiltec Calabria e Uil Calabria nell’annunciare un verbale di accordo per la stabilizzazione di 27 precari provenienti dall’indotto.
«Società come Sorical, che non bisogna mai dimenticare utilizzano risorse del bilancio pubblico regionale e, il cui rilancio è nell’interesse innanzitutto dei lavoratori e dei cittadini calabresi – proseguono i sindacalisti – per poter funzionare hanno bisogno di manager scelti non per fedeltà politica ma perché competenti, ai quali vanno assegnati degli obiettivi e dai quali bisogna pretendere gestioni cristalline, così come del resto previsto anche dalla legge e dai contratti. Purtroppo, in Sorical, che è in perenne stato di liquidazione, la gestione, con la complicità delle diverse giunte regionali, negli anni non ha sempre seguito la giusta direzione e, per questa ragione, più volte abbiamo richiamato la precedente governance a relazioni sindacali corrette e a una gestione del personale trasparente. Siamo ovviamente a favore dell’occupazione. Ma siamo in egual modo sostenitori della trasparenza e della legalità nei processi di ingresso nel mercato del lavoro. E dato che la Calabria non è in Etiopia, anche alle nostre latitudini, la legislazione nazionale dispone che nelle partecipate, per il reclutamento di personale, necessitano procedure garanti di trasparenza ed imparzialità. Per noi l’opportunità di accesso al lavoro è un diritto di tutti e, non può invece diventare un privilegio per pochi».
In questi anni nella partecipazione pubblica calabrese e in Sorical in particolare, sostengono ancora Celi e Biondo, «è successo di tutto. Dunque siamo sostenitori propositivi dell’occupazione certo, ma se essa avviene nella trasparenza e nella legalità dei percorsi. Se questo non avviene, è evidente che dietro operazioni occupazionali opache, si nasconde la discriminazione dei tanti. E quest’ultima non solo non la sosteniamo, ma la combattiamo. E proprio per combattere la discriminazione che la precedente gestione di Sorical stava compiendo nei confronti di una parte dei lavoratori, ci ha spinto a presentare un esposto alla Procura di Catanzaro, per bloccare una procedura di selezione a dir poco discutibile. Adesso sui nuovi presupposti di chiarezza da noi avanzati alla società nei due incontri del 14 e 18 gennaio e che il nuovo management di Sorical ha inteso accogliere; abbiamo deciso di sottoscrivere un verbale di accordo, che sancisce la stabilizzazione di 27 lavoratori provenienti dall’indotto, essenziali per la continuità gestionale dell’azienda, e la volontà reciproca, azienda e sindacato, di sottoscrivere un nuovo protocollo di relazioni industriali».
Un protocollo che, «in un’ottica di rilancio delle relazioni industriali, intenda affrontare in modo serio e lungimirante i temi che noi, in modo ostinato, abbiamo sempre offerto ai vertici di Sorical: dalla sicurezza all’organizzazione del lavoro; dalla formazione professionale agli avanzamenti meritocratici; dagli investimenti in tecnologie a quelli infrastrutturali;dalle assunzioni di personale alla messa in efficienza dell’indotto. Una discussione su un piano di riorganizzazione industriale, idoneo a programmare la ripartenza di questa società. Sorical sulla quale la Regione Calabria sembrerebbe voler affidare in futuro il governo del ciclo integrato delle acque, non può essere lasciata allo sbando, condizione in cui si trova attualmente. Nella riunione abbiamo sottolineato inoltre – avanzano i due sindacalisti della Uil – che l’accordo del 2003, ormai privo di efficacia in quanto sottoscritto da una compagine societaria che non esiste più, dato che Sorical è sottoposta a procedura di liquidazione, ha necessità di essere attualizzato e reso aderente al reale fabbisogno dell’attuale organizzazione ed ai nuovi fabbisogni aziendali. Anche su questo aspetto il management ha accolto positivamente le nostre sollecitazioni. Entro la prima metà di febbraio, infatti, si darà avvio ad un tavolo tecnico che analizzerà i profili di lavoratori ancora presenti nel bacino, che dovrà essere portato ad esaurimento attraverso le assunzioni, e l’inserimento di quei lavoratori che sono rimasti esclusi, pur avendone i requisiti. Sarà necessario mettere in agenda la sottoscrizione di un protocollo che sancisca in maniera chiara ed inequivocabile il reale fabbisogno aziendale e le regole di reclutamento del personale, volte a garantire trasparenza, imparzialità e legalità. La giornata odierna, ha ancora una volta certificato, se mai ce ne fosse bisogno, che il dialogo con il sindacato non può essere considerato dalle aziende e dalle istituzioni un aspetto secondario, al quale decidere di ricorrere o meno a seconda delle opportunità diparte, che di volta in volta si presentano. Dal nostro punto di vista solo con un confronto ad ampio spettro, si difendono realmente i lavoratori, e l’interesse generale della Calabria».
Alla Regione Calabria e alla politica calabrese in generale «vogliamo, invece, rivolgere un appello accorato. È arrivato il momento di affrontare con serietà un confronto sulla riforma della partecipazione pubblica calabrese a partire da Sorical. Una riforma necessaria per restituire la gestione di queste società a percorsi di trasparenza e di legalità, per affidare la gestione di queste società a management competenti in modo da garantire la sicurezza dell’occupazione, la tenuta economica delle società e i servizi ai cittadini. A queste condizioni noi – concludono Santo Biondo e Vincenzo Celi – come sempre nel merito delle questioni, siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità, ad avanzare proposte concrete e a dare il nostro contributo alla tutela del lavoro e, nel caso specifico, dei lavoratori di Sorical e della Calabria».
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