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Inchiesta sulle anomalie nei concorsi al Comune di Rosarno

Dai brogliacci dell’inchiesta “Faust” della Dda di Reggio emergono strani movimenti attorno a un bando per tre figure tecniche responsabili dei lavori per l’accoglienza dei migranti. Il dubbio sui …

Pubblicato il: 20/01/2021 – 6:54
Inchiesta sulle anomalie nei concorsi al Comune di Rosarno

di Pablo Petrasso
ROSARNO
Anche i concorsi al Comune di Rosarno sono finiti nell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria che ha portato all’arresto del sindaco Giuseppe Idà, da lunedì ai domiciliari. Le attenzioni degli inquirenti si concentrano soprattutto su un bando del 2016 per la ricerca di tre tecnici. «Anomalie inerenti le procedure» e «ipotesi di reato» non sono contraddistinte dall’aggravante mafiosa: se ne occuperà, dunque, la Procura della Repubblica di Palmi.
«L’ipotesi investigativa che i concorsi indetti dal comune di Rosarno fossero “pilotati” – scrive il gip distrettuale – veniva riscontrata dalle stesse affermazioni fatte dal segretario comunale», che, «nel corso di una conversazione con il neo eletto sindaco Giuseppe Idà» avrebbe ammesso «che anche lei si era prestata a condizionare l’esito di alcuni concorsi». 
«Tu pensi che questo qua può vincere il concorso – chiede il primo cittadino –? A me sembra una cosa dell’altro mondo». «Sì, sì, gli danno i compiti, bello, bello, a me non lo dire sindaco che io purtroppo ne ho fatte pure cose strane», risponde la dirigente.
IL BANDO È una procedura in particolare a interessare gli investigatori. Si tratta di un bando con scadenza 6 ottobre 2010 «per il “conferimento di incarichi professionali di importo inferiore a 40.000,00 euro attinenti ai servizi di ingegneria delle figure di coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, direttore operativo, ispettore di cantiere per la costituzione dell’ufficio direzione lavori e per l’esecuzione del progetto relativo alla creazione di una rete di accoglienza abitativa ad inclusione sociale nelle aree urbane per i lavoratori immigrati e le loro famiglie”». Un affidamento diretto attorno al quale le cimici degli investigatori registrano movimenti e interessi. Come una telefonata di Domenico Scriva, assessore ritenuto vicino al clan Pisano e finito pure lui ai domiciliari, a una professionista. L’architetto non ha partecipato alla selezione e il politico la invita a ripensarci. A quanto pare la donna si aspettava che una terza persona le garantisse una “raccomandazione” mai arrivata. Scriva, però, è chiaro: «Te ne devi fottere, domani mattina ti metti e te la fai». 
Alla gara, documentano le indagini, partecipano 77 professionisti, mediante invio dei relativi curriculum vitae; all’esito della selezione ne vengono scelti 3 professionisti, «sulla scorta di una motivazione discutibile». 
Il giorno in cui scade il termine per la presentazione delle offerte economiche, Scriva chiama l’architetto «per ricordarle di presentare i documenti». E «dal tenore della conversazione si evinceva chiaramente l’interesse che l’uomo aveva a far aggiudicare l’incarico alla sua interlocutrice». Dall’assessore arrivano anche indicazioni «sulle modalità di compilazione del modulo, soprattutto in merito alla percentuale di ribasso dell’offerta economica».
«HAI FREGATO TUTTI» È sempre Scriva, per i magistrati a stabilire «l’entità delle percentuali» di ribasso. «E non penso che sia un problema per gli altri», aggiunge la professionista, lasciando intendere che l’intesa sia estesa anche agli altri partecipanti.
 Per gli inquirenti «le percentuali di ribasso presentate» corrispondono «perfettamente a quelle indicate da Mimmo Scriva». E all’esito della selezione l’architetto si aggiudica «l’incarico di ispettore di cantiere con un ribasso dell’1%». È, «di gran lunga, il più conveniente tra i tre» lavori messi a bando. Un altro professionista, infatti, «si era aggiudicato l’incarico di “Responsabile della sicurezza in fase di esecuzione” con un importo di ben 24.457,00 euro in meno rispetto all’importo a base di gara»; e un ingegnere «invece, si era aggiudicato quello di “Direttore operativo” con un importo inferiore di 4.772,25 Euro rispetto a quello prefissato». 
È sempre scriva a commentare con l’amica: «Hai fregato a tutti praticamente». E dire che il nuovo “Responsabile della sicurezza in fase di esecuzione” viene descritto come «amico del sindaco Idà e candidato alla carica di consigliere comunale nella sua stessa lista». È il ribasso dell’1% a far ipotizzare gli investigatori che la professionista legata a Scriva «fosse sicura della corrispondente assegnazione».
«ILLEGALITÀ IN PROCEDURE RECENTI» È un ingegnere che lavora per il Comune a spiegare che «le maggiori illegalità sono emerse in procedure recenti. Una di queste 
procedure è quella di affidamento degli incarichi relativi alla rete di accoglienza. Era stato già nominato il direttore dei lavori e né io né il segretario comunale abbiamo mai espresso la necessità che ci volesse un ufficio direzione lavori». Questo perché «la legge prevede che, per la nomina di tale ufficio, sia necessaria la complessità dell’opera. In questo caso la complessità dell’opera non c’è. Andava solo nominato il responsabile della sicurezza». In sostanza, «l’incarico è stato diviso proprio per scendere al di sotto della soglia dei 40mila euro» e renderlo un affidamento diretto. (p.petrasso@corrierecal.it)

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