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Protesta dei lavoratori del Sant'Anna: salgono sul tetto e occupano il ponte Morandi

Alcuni hanno bloccato il traffico del cavalcavia e si sono incatenati alle inferriate della struttura, altri sono saliti sul tetto della clinica: «Nessuno ci dice o ci fa sapere nulla sul nostro fu…

Pubblicato il: 21/01/2021 – 11:34
Protesta dei lavoratori del Sant'Anna: salgono sul tetto e occupano il ponte Morandi

 
CATANZARO Nuova clamorosa doppia protesta dei dipendenti del Sant’Anna Hospital di Catanzaro e del sindacato autonomo Usb. I lavoratori che attendono lo sblocco della situazione legata al mancato accreditamento della struttura cardiochirurgica in parte sono saliti sul tetto dell’edificio e in parte hanno occupato la sede stradale del ponte Morandi e si sono incatenati alle inferriate della struttura, provocando disagi al traffico veicolare in ingresso in città. «Attendiamo risposte chiare – affermano i lavoratori e i sindacalisti dell’Usb – dalla Regione Calabria e dal Commissario ad acta per la sanità in Calabria Guido Longo e siamo pronti a portare avanti la protesta sin quando non le otterremo. Nessuno ci dice o ci fa sapere nulla sul nostro futuro».
«FATTI TUTTI I PASSAGGI ISTITUZIONALI» «Asp, commissari ed ancora commissari, consigli di amministrazione, consiglieri regionali di opposizione e di maggioranza, commissioni regionali, sindaci e consiglieri comunali, preti e parrocchiano, abbiamo propiziato incontri ufficiali amministratori e poteri decisionali! Nulla da fare». Così L’Unione Sindacale di Base in un comunicato.
«Tutti sono solidali, tutti stanno lavorando, il tempo passa e noi siamo senza stipendi e senza lavoro! I medici vanno via, i pazienti emigrano dietro al personale medico e noi notte e giorno a difendere il nostro posto di lavoro, attorniati da quel velo di burocrazia che tutto vede e tutto macina nel porto delle nebbie dove nessuno più ci vede! Un segnale molto brutto questo da parte dei nostri amministratori, che siano commissari o eletti dai cittadini, la cui politica è ormai dettata dall’impotenza di poter intervenire, tutti hanno fatto qualcosa ma sono rimbalzati perché non ce credibilità nella politica, i vari commissari inviati in Calabria vedono il malaffare in questi rapporti! Solo tattiche e parole di circostanza! Noi siamo stufi, non vogliamo e non lo permettiamo a nessuno di abbassare la guardia, nel rispetto della struttura sanitaria – S.Anna – centrale e professionale per la Calabria, nell’interesse di chi deve essere curato come avveniva prima e nell’interesse dei lavoratori tutti, che vedono lo spettro della disoccupazione e di una migrazione giovanile per poter lavorare; perché in Calabria non c’è pace! Inconcepibile ai molti, questo accanimento burocratico! È rabbia quella che si sente tra i lavoratori a scelte scellerate come questa, ma ce tanta voglia ancora di battersi per riavere quel posto di lavoro guadagnato con sacrificio, proprio per questo è quasi un mese che piantoniamo il s. Anna hospital, come se fosse per noi sempre aperto ed operativo, nel tentativo che dopo tutte le nostre rivendicazioni arrivi questo benedetto accreditamento. Invece nulla da fare… Nessuna risposta! Stiamo lavorando – loro sì noi no! Abbiamo usato tutte le strategie nonviolente a nostra disposizione: sit-in, manifestazioni, occupazioni, petizioni popolari, pranzi solidali, le abbiamo tentate tutte in modo urbano, oggi non ci rimane che incatenarci sul ponte Morandi! Non abbiamo mai visto una classe politica così ininfluente nelle determinazioni che riguardano la città ed i beni comuni di cui la comunità fruisce, abbiamo avuto la netta sensazione che i molti che si sono interessati alla vicenda s. Anna si sono arrampicati sugli specchi. Tutti i nostri sforzi sono rimbalzati contro questo muro di gomma calabrese. Ci sentiamo tutti traditi dalle autorità competenti, dalla politica, quella politica che fino a ieri aveva un ruolo determinante per superare gli ostacoli ed oggi non ha nessuna considerazione, una Calabria commissariata su tutto. E, beffa delle beffe, ancora più raccapricciante è che i soldi del bilancio regionale, delle Asp, quelli europei, quelli che devono arrivare ci sono, – quelli che restituiamo ogni anno a Bruxelles perché non utilizzati – aggiungiamo, peraltro uno dei pilastri fondamentali del Recovery Plan è rappresentato dalle misure per il lavoro e nel dettaglio dal rilancio dell’occupazione. Per la Calabria abbiamo l’impressione che dobbiamo solo parlare di licenziamenti per come vanno le cose! Non è cosi che Catanzaro rinascerà – oggi attendiamo solo una risposta!»

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