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Sanità, all'advisor 11 milioni per (non) supportare il risanamento dei bilanci

Secondo la Corte dei Conti a tanto ammonta il costo per l’attività di consulenza della Kpmg: un altro paradosso alla luce del permanente e galoppante “buco” contabile del settore

Pubblicato il: 21/01/2021 – 8:55
Sanità, all'advisor 11 milioni per (non) supportare il risanamento dei bilanci

CATANZARO Un supporto milionario ma sostanzialmente improduttivo. Sono tanti, i paradossi di un commissariamento che doveva risanare i conti della sanità calabrese e tutto ha fatto tranne che risanarli. Uno dei più clamorosi riguarda il ruolo dell’advisor (privato, si badi bene), che fin dagli albori dell’imposizione del piano di rientro – praticamente 11 anni fa – il governo ha affiancato alla struttura commissariale con un compito ben preciso: supportarne l’azione nelle attività connesse al raggiungimento degli obiettivi di risanamento dei conti e riorganizzazione e riqualificazione dei servizi. Insomma, superesperti contabili a disposizione della Calabria per aiutarla a mettersi alle spalle la contabilità orale che per decenni ha caratterizzato la sanità calabrese (e ancora se ne trova traccia nelle aziende sanitarie, basti ricordare il “buco nero” dell’Asp di Reggio Calabria). Altri compiti per l’advisor contabile sono poi quelli di «supportare la Regione nell’identificazione di alternative e/o metodi di lavoro, progettazione di soluzioni organizzative e gestionali da applicare uniformemente agli enti del Servizio sanitario regionale (Ssr), al fine di consentire il corretto sviluppo delle azioni del Piano di rientro da parte della regione attraverso il coordinamento e l’integrazione delle funzioni di programmazione, attuazione e controllo e dei correlati procedimenti amministrativi, gestionali e contabili del Ssr, sia a livello regionale, sia a livello di singoli enti; accompagnare la Regione ai tavoli di verifica degli adempimenti regionali e alle eventuali riunioni, presso i ministeri affiancanti, propedeutiche alla verifica degli adempimenti regionali, al fine di consentire ai ministeri affiancanti e ai Tavoli di verifica suddetti di svolgere in modo corretto la propria funzione di esame dello stato dei conti e di andamento dei Piani di rientro dai disavanzi». Quindi, superesperti, che poi non sono a costo zero, ovviamente: anzi, l’attività di supporto dell’advisor contabile individuato, in forza di una gara pubblica, per le Regioni in piano di rientro come la Calabria, vale a dirne il colosso multinazionale Kpmg, è costata – rileva una relazione della Corte dei Conti – è costata finora complessivamente oltre 85 milioni. Con riferimento alla sola Calabria, nel dettaglio, l’attività di supporto della Kpmg è costata finora 11 milioni, cifra che è anche la più bassa tra le Regioni in piano di rientro, solo che, a differenza delle altre, la Regione Calabria è ancora in piano di rientro e commissariata proprio perché i conti che l’advisor doveva tenere sotto osservazione non tornano (solo per l’esercizio 2019 la Calabria ha un disavanzo di oltre 160 milioni). Forse non a caso la Corte dei Conti annota: «Sarebbe auspicabile, anche nella concreta prassi amministrativa, un più incisivo ruolo dell’Agenas, nel regolare il supporto agli enti interessati dai Piani di rientro (compreso il controllo dei bilanci sanitari delle regioni e relativi monitoraggi), che consentirebbe di evitare per tali servizi ulteriori esborsi di denaro pubblico avendo come referente un soggetto istituzionale». (c. a.)

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