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La Regione "dimentica" i volontari del 118 di Cosenza

Le associazioni svolgono regolare servizio nonostante la Regione Calabria non abbia ancora concesso l’accreditamento. «Il vero problema è sapere di essere invisibili agli occhi di chi non comprend…

Pubblicato il: 22/01/2021 – 7:28
La Regione "dimentica" i volontari del 118 di Cosenza

di Fabio Benincasa
COSENZA
C’è un cortocircuito che rischia seriamente di compromettere la preziosa attività delle associazioni di volontari del 118 di Cosenza. Svolgono regolare servizio nonostante la Regione Calabria, ad oggi, non abbia ancora concesso l’accreditamento. Ingabbiati da quasi due anni in un labirinto senza uscita, le associazioni lanciano l’ennesimo e disperato grido d’allarme. Come racconta al Corriere della Calabria, Massimo Furci presidente dell’associazione di Volontariato Giovanni Paolo II «nel 2012, la Confraternita Misericordia di Cosenza, la Nuova Croce Azzurra, l’Avas Presila, l’Associazione Montalto Soccorso Onlus, la Confraternita di Misericordia di Trebisacce, l’Avam Onlus di Mendicino, la Misericordia di Amantea, la Croce di Mira stipulano una convenzione con l’Asp di Cosenza». Il loro contributo è fondamentale nella gestione delle emergenze territoriali.
IL BLACK OUT Il 27 giugno 2018 il Dipartimento Tutela della Salute e politiche sanitarie della Regione Calabria firma il Dca n°141 con cui detta le regole da rispettare per ottenere il «rilascio dell’autorizzazione e dell’accreditamento dei soggetti privati che svolgono l’attività di trasporto sanitario a mezzo di ambulanza, in attuazione dell’articolo a, comma 2 della Legge regionale 18 luglio 2008 n. 24».

                                   Dca n°141

Le associazioni di volontariato cosentine (sopra elencate) presentano regolare domanda entro i termini previsti dal bando ed ottengono l’autorizzazione. Dopo questo primo ed obbligatorio step, a gennaio 2020 le stesse associazioni presentano domanda di accreditamento e da quel momento inizia l’incubo. Da oltre un anno nessuna associazione riceve conferma da parte della Regione, nessun gruppo di volontari è stato ufficialmente accreditato e dunque, almeno in teoria, a nessuno è concesso svolgere servizio. Del caso si era interessata anche l’ex commissario dell’Asp di Cosenza Cinzia Bettelini che dopo aver ricevuto una delegazione di volontari, aveva sollecitato – tramite missiva – l’allora commissario Cotticelli a sbloccare celermente gli accreditamenti. Il 21 luglio 2020, in merito ai processi autorizzativi e di accreditamento delle associazioni di volontariato dell’Asp di Cosenza che operano a supporto del servizio 118, la Regione comunicava che l’iter era stato avviato e che tale procedura risultava essere tra le più urgenti ma a distanza di sei mesi ancora non si hanno notizie. E la colpa non può essere sempre e solo dell’emergenza Coronavirus, della difficile gestione della pandemia, delle clamorose e rumorose dimissioni di Cotticelli o dell’addio della stessa Bettelini. Mesi e mesi di silenzio non hanno nessuna giustificazione per chi opera al servizio della collettività sempre in prima linea e senza mai tirarsi indietro. Si perché, le associazioni in questione nonostante tutto continuano a garantire costante presenza sul territorio e massimo impegno.
«NON E’ SOLO UN PROBLEMA ECONOMICO» racconta al Corriere della Calabria, Francesca Camposano dell’Avam Onlus. «Il vero nodo non è rappresentato dal mancato accreditamento ma è legato al momento difficile che viviamo causa pandemia. Ci alziamo ogni giorno cercando di trovar le forze per continuare ad operare sapendo di essere in continua emergenza, lo facciamo per garantire il servizio a tutti cittadini. Assistenza domiciliare, spesa domiciliare, assistenza agli anziani, sono solo alcuni dei servizi che come Avam Onlus garantiamo». «Ovviamente – continua – non ricevendo il pagamento da parte dell’Asp le difficoltà aumentano. Per fare un semplice esempio: ogni tuta dpi costa 10 euro ed è obbligatorio cambiarla ad ogni intervento, pare chiaro e quasi scontato dire che alla lunga questo rappresenti un costo insostenibile». Il mancato accreditamento si traduce per le associazioni del 118 Suem di Cosenza nell’impossibilità di stipulare convenzioni mettendo a rischio il pubblico servizio. «Abbiamo assunto alcune persone, regolarmente retribuite, ma anche i volontari – seppur privi di stipendio – hanno diritto a ricevere i dpi necessari a mitigare il rischio contagio e sono continuamente sottoposti a tamponi ed esami». Spese che ovviamente sostiene l’associazione. «Mi dispiace – conclude Francesca Camposano – che tutto si riduca ad una mera questione economica, il vero problema è sapere di essere invisibili agli occhi di chi probabilmente non comprende quanto sia importante il nostro lavoro, il nostro impegno». (redazione@corrierecal.it)
 
 

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