CATANZARO Le prime conversazioni intercettate tra Tommaso Brutto, consigliere comunale di Catanzaro, ed Ercole D’Alessandro, finanziere in pensione «dimostrano» come il politico «fosse particolarmente impegnato nella ricerca di voti a sostegno della sua candidatura nelle successive competizioni elettorali comunali di Catanzaro che si sarebbero tenute da lì a breve». Nei primi mesi del 2017 l’inchiesta “Basso Profilo” muove i primi passi, almeno nel filone che arriverà a ipotizzare l’esistenza di un comitato d’affari che spazia tra imprenditori ritenuti vicini alle cosche crotonesi (Antonio Gallo), ex appartenenti alle forze dell’ordine (lo stesso D’Alessandro) e politici (Brutto e il segretario regionale dell’Udc Francesco Talarico, che avrebbe portato il gruppo a conoscere il leader nazionale Lorenzo Cesa).
In quel momento, gli interessi politici di Brutto sono legati alla campagna elettorale. L’esponente dell’Udc (che sarà eletto) è candidato con il centrosinistra. Con il passare del tempo e dopo l’ingresso a Palazzo de Nobili, cambierà schieramento (per poi dimettersi nel dicembre scorso). In quel momento, però, è dalla parte opposta della barricata rispetto al sindaco Abramo e alla sua coalizione. Non a caso, il 16 marzo 2017 chiama D’Alessandro «per dirgli che davanti al centro commerciale stanno allestendo degli stand e gli chiede di andare a chiedere se possono andare a verificare se hanno le autorizzazioni in quanto il posto non è agibile. Secondo Tommaso se c’è stata qualche autorizzazione deve essere falsa e sarebbe stata data dal sindaco Sergio Abramo. Aggiunge che in quel posto si sarebbe fatta campagna elettorale a sostegno di Abramo».
I dialoghi tra politico ed militare si occupano anche problemi dei loro figli con la “Fondazione Calabresi nel mondo”. Sia la figlia del luogotenente che il figlio del candidato avevano dei contenziosi in corso con la società in house della Regione Calabria.
È la politica, però, a tenere (quasi sempre) banco in quella fase. E nella richiesta di applicazione di misure cautelari firmata dai pm Paolo Sirleo e Veronica Calcagno, i magistrati scrivono che «l’obiettivo comune di D’Alessandro e dei Brutto era quello di delegittimare le figure del sindaco Abramo e dell’assessore regionale Domenico Tallini (per la vicenda giudiziaria di FarmaEko ndr) su cui, faceva intendere il sottufficiale, erano in corso indagini, nonché quello di trovare risposte alle problematiche relative alla “Fondazione Calabresi nel mondo” che non aveva pagato gli stipendi di Saverio Brutto e della figlia del maresciallo». E «in questo senso devono essere interpretate le allusioni alla stampa e alle Iene, quali strumenti cui veicolare evidentemente informazioni pregiudizievoli su Abramo e Tallini».
Questo il brano della conversazione riportato negli atti giudiziari.
BRUTTO: “dei locali niente no… “.
D’ALESSANDRO Ercole: “dovremmo farglieli recapitare a qualcuno”.
BRUTTO: “secondo me già li hanno ma non vogliono…. è impossibile no? figurati se non leggono…”.
D’ALESSANDRO Ercole: “ce li ha già la Procura… ma tu non avevi l’amico tuo al giornale… digli ma come cazzo è possibile che la gente pubblica questa cosa e tu sei rimasto indietro… ma con Polimeni come è lui?”.
BRUTTO: “devo sfotterlo un po’ (nel senso di stimolarlo)” e aggiunge: “(per Polimeni) si potrebbe devo parlare col figlio un attimo, con Marco, hai capito… si si, mi hai messo… si si hai ragione, me lo ero scordato questo”.
Tommaso Brutto passava il telefono a Saverio Brutto che gli doveva fare una domanda, e Saverio gli dice: “Nunzia Scerbo che sarebbe la fidanzata del figlio di Mimmo” (si riferiva a Mimmo Tallini, ndr).
D’ALESSANDRO Ercole: “chi? ah si mi sa che già la abbiamo individuata… (indagini, ndr)”.
Successivamente il figlio di Tommaso Brutto, Saverio, «dice che si è sentito prima con Elvira (figlia di Ercole D’Alessandro)» e poi dice «che i colleghi suoi stessi sono spariti dice che aveva provato a chiamare uno e non gli risponde e sta provando anche con un altro per vedere se gli rispondono e gli danno qualche novità». Il finanziere sottolinea «che c’è da fare casino per quei soldi che stanno prendendo “quelli scemi”». E poi spiega «che ha contattato l’amico suo delle Iene per vedere se scende a Catanzaro e tra le altre cose gli fa fare anche questo servizio».
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