LAMEZIA TERME Si sono conclusi questa mattina davanti al gip di Lamezia Terme gli interrogatori di garanzia dei quattro indagati nell’inchiesta “Waste water” condotta dalla Procura di Lamezia e coordinata dal procuratore Salvatore Curcio e dal sostituto Marica Brucci. Tutti gli indagati hanno risposto al giudice negando gli addebiti che vengono loro contestati. Si tratta di Leonardo Angelastri, classe ’83, di Bari, in qualità di presidente del consiglio di amministrazione della Società IlSap S.r.l; Roberto Martena, classe ’62, di Roma, in qualità di socio al 33% e consigliere di amministrazione della IlSap; Maurizio Martena, classe ’65, di Roma, in qualità di socio al 33% Consigliere di Amministrazione della IlSap; Giovanni De Ninno, classe ’59, di Ferrandina (provincia di Matera), in qualità di Direttore Tecnico della IlSap.
Lo scorso 14 gennaio è stato eseguito il sequestro preventivo dello stabilimento produttivo della società Ilsap Srl di Lamezia Terme e dei terreni contaminati, per un valore stimato complessivo di circa 150 milioni di euro, nonché 3 milioni e 330mila euro come profitto del reato. Con un’articolata indagine condotta congiuntamente dal Noe di Catanzaro, dalla Guardia Costiera di Vibo Valentia e dalla Guardia di Finanza di Lamezia Terme, è stato accertato lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali industriali, gli scarti della lavorazione del biodiesel, in uscita dall’impianto di trattamento dello stabilimento Ilsap Srl, risultato completamente inattivo. Inoltre i quattro indagati sono stati interdetti dall’esercizio di attività imprenditoriale nel settore dei rifiuti.
Tra le tesi difensive argomentate dall’ex direttore tecnico dell’Ilasp De Ninno, sentito questa mattina, vi è quella secondo la quale nel 2016 vi era stato uno sversamento accidentale in mare da parte dell’impianto che dovette pagare una multa. Per evitare, in futuro, altri incidenti simili sarebbe stato deciso di interrompere volontariamente le condutture che portavano al mare. Il depuratore dell’Ilasp è guasto e perciò è stato deciso di inviare le acque al depuratore consortile gestito dalla Deca che si trova a poche centinaia di metri dall’impianto Ilsap. (ale. tru.)
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