ROMA «Seguo sin dal primo momento la nuova emergenza che si è venuta a verificare sull’argine del Crati dove il livello dell’acqua, cresciuto di diversi metri nelle ultime ore, è tornato a minacciare le contrade di Thurio e Ministalla alla periferia ovest di Corigliano-Rossano dopo l’alluvione di novembre 2019. Fin quando tutte le amministrazioni preposte, e mi riferisco alla Regione Calabria, in primis, ma anche all’amministrazione comunale di Corigliano Rossano, non prenderanno seriamente in carico, come dovrebbe essere, i problemi e gli interessi del territorio e dei cittadini, questo lembo di terra sarà costretto sempre nel degrado più totale». È quanto dichiara in una nota la senatrice del Movimento Cinque Stelle, Rosa Silvana Abate dopo che nelle ultime ore il fiume Crati è tornato a gonfiarsi a causa del maltempo.
«La questione del Crati, grazie al mio interessamento e alla mia interlocuzione con la Regione e l’allora Soggetto Attuatore per il Commissario Straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Calabria, ingegner Nello Gallo, è andata avanti. In quel tratto di fiume, infatti, ad oggi, sono stati completati due interventi: il primo da 4 milioni di euro a protezione della zona archeologica di Sibari e il secondo da 1,2 milioni di euro proprio in località Thurio per mettere in sicurezza l’argine. Ma questo, chiaramente, non basta. Era stato finanziato nel “Patto per il Sud” un ulteriore intervento di 8 milioni di euro per la messa in sicurezza degli argini su entrambi i lati, fino al vecchio percorso della Ss 106. Dopo aver lavorato alacremente, a febbraio 2020, eravamo arrivati alle fasi finali per aggiudicare la gara della progettazione. La titolarità dell’intervento è in capo al commissario per il tramite del suo soggetto attuatore, che si sono avvalsi del competente Dipartimento regionale della Difesa del suolo per l’espletamento delle procedure. Ma, con il cambio di Governo della Regione Calabria – spiega la Abate – e con la nomina dell’ingegner Francesco Tarsia al posto del collega Nello Gallo, non è stata più ripresa la questione e nemmeno il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stati, sembrerebbe aver sollecitato la pratica fino a ieri, quando si è verificata la nuova l’emergenza dimostrando poca propensione alla programmazione amministrativa. Basti pensare che l’intervento da 8 milioni sarebbe fermo soltanto perché il Rup ancora deve formalizzare l’assegnazione della gara di progettazione e da allora sono passati più di 18 mesi, oltre un anno e mezzo».
La senatrice, poi, chiede «al sindaco di affiancarmi in questa mia richiesta divenuta ormai inderogabile e improcrastinabile di portare avanti la pratica dell’intervento di 8 milioni euro per rifare l’argine, riprendere e concludere il lavoro iniziato dall’ingegner Nello Gallo perché solo così si risolverà una volta per tutte l’emergenza del Crati nelle zone minacciate. Stessa richiesta farò al presidente facente funzioni della Regione, Spirlì, e al nuovo soggetto attuatore nominato dalla sua giunta, ingegner Francesco Tarsia. Spero che queste risorse, come tante altre, non giacciano nei cassetti ma vengano spesi per la sicurezza delle persone e del territorio».
«Se la procedura era a buon punto, perché tutto ad un tratto è stata interrotta?» chiede ancora Rosa Silvana Abate. «Chiedo che subito si torni ad operare per il bene dei cittadini e del territorio. I residenti e gli imprenditori della zona meritano rispetto. Non si può giocare con la loro vita lasciandoli in questa continua emergenza e chi di competenza, appunto perché pagato dai cittadini, ha l’obbligo di lavorare e risolvere i gravi problemi che insistono sul territorio».
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