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Rolex e champagne: i regali di Natale per gli “amici” delle cosche

Dai 18 orologi di lusso acquistati in una gioielleria di Catanzaro al mini tour nella Locride per omaggiare persone vicine al clan Aquino-Coluccio. Così Gallo manteneva i rapporti lasciati in eredi…

Pubblicato il: 25/01/2021 – 7:52
Rolex e champagne: i regali di Natale per gli “amici” delle cosche

di Pablo Petrasso
CATANZARO
Il 5 dicembre 2017 Antonio Gallo – imprenditore considerato dalla Dda di Catanzaro il trait d’union tra i clan crotonesi e i colletti bianchi e per questo finito in carcere – è nervoso. «Se mi ferma la polizia e mi apre il cofano e mi apre lo zaino… perché c’ho soldi nello zaino… perché me li sto portando… io ce li ho sempre dietro, hai capito? Contanti», racconta a Glenda Giglio, presidente di Confindustria Giovani Crotone finita ai domiciliari nell’inchiesta “Basso Profilo”. Quei soldi, scoprono gli investigatori che sono da tempo sulle tracce di Gallo, servono per acquistare 18 orologi Rolex «alcuni dei quali destinati a soggetti di estrazione mafiosa». Per gli inquirenti, sei degli orologi di lusso sarebbero andati allo stesso Gallo, «quattro da regalare a terzi»; tre sarebbero stati per un altro imprenditore finito in manette, Andrea Leone; tre «per soggetti di Verona» e «sei orologi per Pasquale Spadafora».
I BONIFICI Dalle parole ai conti correnti: accertamenti bancari dei quali i pm antimafia riferiscono nella richiesta di misure cautelari hanno permesso di appurare che Gallo e Leone «avevano pagato nove dei diciotto orologi acquistati» in un negozio di Catanzaro «tramite bonifici e assegni circolari tratti dai conti correnti» di una serie di società cartiere tutte variamente riconducibili a Leone e Gallo. L’investimento, per quei nove Rolex? Poco meno di 90mila euro. L’acquisizione di documentazione fiscale da parte della Polizia giudiziaria ha poi evidenziato «che in prossimità delle ricorrenze natalizie degli anni 2015, 2016 e 2017 venivano effettuati bonifici (tendenzialmente nel mese di novembre) dalle società sopra indicate alla gioielleria». Un Rolex, d’altra parte, è un regalo capace di cementare le amicizie importanti.
REGALI PER I CLAN Non è l’unico regalo di Natale per il quale Gallo si sarebbe speso negli ultimi anni. Un capitolo della richiesta di misure cautelari è dedicato ai “pensieri” che l’imprenditore acquistava per soggetti appartenenti alle cosche della provincia di Crotone e alla cosca Aquino. Come appuntano i magistrati, «da diverse conversazioni si evince che in periodo pre – natalizio Gallo avrebbe omaggiato con vari regali i maggiori esponenti delle cosche cirotane e, più in generale, quelle allineate all’asse Ferrazzo-Farao, egemoni dalla presila crotonese e a Cirò. L’imprenditore avrebbe inviato alcuni regali al reggente della cosca di Roccabernarda, Antonio Bagnato. «Ah… ci devo mandare un pensiero al compare Totò… gliel’ho preso, ce l’ho sopra… che poi domani, quando sei alla Rocca tu?…», chiede a chi dovrà materialmente recapitare il dono.
DONI PER RICONOSCENZA In una conversazione captata dagli inquirenti, Gallo spiega «di osservare i propri “doveri”, dimostrando la propria riconoscenza alla cosche di maggior rilievo. E infatti, dopo avere indicato di avere omaggiato le cosche Bagnato e cirotane», menziona «quelle di Isola Capo Rizzuto, alle quali doveva, per le festività natalizie, far pervenire almeno 5000 euro come riconoscenza da versare per l’attività che stava conducendo presso la centrale Edison di Simeri Crichi».
Circostanza – quella degli omaggi – che sarebbe stata riferita ai magistrati anche dal pentito Mirarchi. «Per Natale manda un cestino» per la bacinella del clan Trapasso sarebbe stata il consiglio rivolto a Gallo da un conoscente.
IL MINI TOUR NELLA LOCRIDE La diplomazia, però, esige che si tengano in conto tutti i rapporti. E i pm antimafia sottolineano che «la relazione tra le cosche cirotane, cutresi e quelle reggine, il loro legame e il mantenimento dei rapporti risulta da una serie di dati fattuali». Alcuni emersi nell’operazione Borderland: «contatti personali tra esponenti delle ‘ndrine cirotane, rappresentate da Salvatore Morrone, cutresi rappresentate dai Trapasso e degli Aquino di Marina di Gioiosa Jonica». Sarebbero stati proprio Tommaso Trapasso e Morrone a incontrare «esponenti di spicco della criminalità organizzata di Marina di Gioiosa Ionica in una trattoria di Catanzaro Sala». Gallo, invece, «in previsione del Natale 2017, si sarebbe recato presso il ristorante un ristorante di Roccella Jonica per acquistare ben 120 panettoni». Dall’analisi della banca dati riguardo al titolare dell’esercizio commerciale e le sue parentele, sono emersi contatti con esponenti delle ‘ndrine, uno dei quali condannato per associazione mafiosa.
CHAMPAGNE PER “MARIO” Il mini tour di Gallo nella Locride prosegue a Gioiosa Jonica per l’acquisto di altri prodotti alimentari e poi in un negozio dove acquista «alcuni regali da consegnare a Mario non meglio identificato (verosimilmente Mario Donato Ferrazzo), e ad altri suoi “contatti” e portare contestualmente un presente a “compare Rocco”». Gallo dice all’uomo che lo accompagna «che aveva acquistato per “Mario” (Ferrazzo ndr) una bottiglia di champagne del 2007 in quanto questi era avvezzo all’apertura delle bottiglie col sistema della cosiddetta “sciabolata”». Un altro regalo lo avrebbe lasciato a Tommaso Rocco Caracciolo, «personaggio – scrivono gli inquirenti – di assoluto rilievo ‘ndranghetistico, in quanto interessato dalla operazione denominata “Morsa degli appalti” che ha riguardato i locali di ‘ndrangheta di Siderno, Marina di Gioiosa Jonica e Gioiosa Jonica».
«NON CHIAMARE A NESSUNO» Dunque, l’imprenditore nel ramo dell’antinfortunistica «si era recato dai familiari di alcuni tra i più importanti membri della ‘ndrangheta della fascia jonica reggina, appartenenti alla locale di ‘ndrangheta Aquino-Agostino-Coluccio, conosciuti per il tramite di Nicola Grande Aracri e dell’ex
senatore Antonio Caridi, nonché per fare gli auguri ad essi e ai loro parenti detenuti e per acquistare doni da recapitare ad appartenenti delle cosche crotonesi dei Ferrazzo, Bagnato e Farao-Marincola». Con qualche indicazione per chi avrebbe dovuto materialmente consegnare i pacchi. «Non lo
chiamare!… Non chiamare a nessuno, ok? Da Antonio Gallo, tanti saluti. (…) Vai a Cirò, vai mercoledì, allora domani ti fai Cirò e San Leonardo, vai a Cirò e ti fai pure… inc… mercoledì… inc… lascia, lascia il telefono quando parli o lo lasci ad una parte… inc… da Giovanni…». Sarà pure Natale ma la prudenza non è mai troppa. (p.petrasso@corrierecal.it)

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