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La presidente dei giovani industriali di Crotone a «completa disposizione» del «malandrino»

L’intercessione con il notaio Guglielmo per la registrazione di intestazioni fittizie. L’aiuto per bonificare auto e ufficio dalle microspie. Il sostegno per la campagna elettorale di Franco Talari…

Pubblicato il: 26/01/2021 – 6:44
La presidente dei giovani industriali di Crotone a «completa disposizione» del «malandrino»

di Alessia Truzzolillo
CATANZARO Lo supportava intercedendo per lui col notaio Rocco Guglielmo affinché questi chiudesse un occhio mentre nel suo studio venivano registrate decine di intestazioni fittizie. Ma Glenda Giglio, 40 anni, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Crotone, amante di Antonio Gallo, per il proprio uomo ha fatto molto di più. Lo mette nero su bianco il gip Alfredo Ferraro che ha disposto gli arresti domiciliari per l’imprenditrice nell’ambito dell’inchiesta “Basso profilo”. Secondo il giudice, la Giglio, figlia e moglie di imprenditori del Crotonese, si era messa «a completa disposizione del Gallo». Antonio Gallo, 40 anni, è così convinto del potere di intercessione della Giglio al punto da aspettarsi uno sconto sulla prestazione del notaio.
UN AIUTO CONTRO LE MICROSPIE Le indagini della Dia, coordinate dal procuratore Nicola Gratteri e dai sostituti Paolo Sirleo e Veronica Calacagno, mettono in evidenza le peculiarità di un rapporto tutt’altro che superficiale. Gallo, scrivono gli inquirenti, «la rendeva edotta di ogni questione riguardante l’operatività della associazione» e lei esaudiva i suoi desiderata anche quando si trattava di effettuare una bonifica ambientale dalle microspie. «La Giglio, secondo quanto emerso dalle conversazioni con il Gallo, avrebbe messo a disposizione strumentazione tecnica idonea a effettuare bonifiche per il rilevamento di microspie», scrivono i magistrati. È lo stesso Gallo che racconta a Tommaso Rosa (elemento di spicco della cosca di Roccabernarda) di essersi rivolto a Glenda Giglio: «… ho chiamato Glenda… Glenda ce l’ha questi attrezzi… per il lavoro che fa… Glenda fa… queste cose qua pure… no?… fa bonifiche… fanno questo lavoro alla vigilanza… mi ha mandato ad uno con un attrezzo e gli ho fatto controllare pure i peli del culo…». In effetti la Giglio e il marito sono proprietario dell’Istituto di vigilanza, (società che aveva svariati appalti con enti pubblici e privati, tra cui la Sacal).
CONFIDENZE E AFFARI DI FAMIGLIA «Guarda tu devi…tu devi capire una cosa… tu non hai capito una cosa… allora c’erano, c’erano due persone… che stravedono per me… uno era… (si sente il suono di una mano che batte sul tavolo, ndr)… (a significare “Mano di gomma” alias di Nicolino Grande Aracri, ndr) quello là… e l’altro era la buon anima di Carminuzzo Arena (boss di Isola Capo Rizzuto ucciso nel 2004, ndr)».
«Sei un malandrino», gli dice lei.
«Tu sei malandrina, compà, tra me e te io sono Padre e Pio…», risponde lui.
Ma Antonio Gallo, in giovane età, non ha conosciuto solo i boss Grande Aracri e Arena. Ha conosciuto anche il padre di Glenda Giglio, Gennaro Giglio detto Rino (non indagato in questo procedimento), ex socio dell’ex consigliere comunale di Catanzaro, Tommaso Brutto, nel settore della produzione delle reti.
«Dimmi in che occasione hai conosciuto mio padre», gli chiede lei.
«In una brutta occasione – racconta Gallo – ha fatto, hanno fatto un imbroglio con Tommaso (Brutto ndr) con la rete…».
Secondo quanto racconta Gallo, il boss Nicolino Grande Aracri lo aveva chiamato per portare Gennaro Giglio «da alcuni soggetti reggini della criminalità». Secondo quanto racconta Antonio Gallo la sua intermediazione a favore di Gennaro Giglio con i reggini, gente di Cinquefrondi, è stata fondamentale: «Se non c’ero io di mezzo lo aveva ammazzato», racconta ad Antonio Pirrello.
SOSTEGNO POLITICO «Anche il rapporto con Glenda Giglio – scrivono i magistrati – era improntato dalla esigenza di trovare facilitazioni, grazie al suo ruolo di imprenditrice e di soggetto di vertice in seno a Confindustria. All’imprenditrice Gallo avrebbe chiesto appoggio per la candidatura a Reggio Calabria di Francesco Talarico nonché “entrature” per la partecipazione ad un bando di gara riguardante le pulizie straordinarie dello scalo aeroportuale di Crotone (bando Sacal Lamezia) aggiudicato effettivamente, a loro dire, grazie proprio alla Giglio, da Antonino Pirrello con la sua impresa Puliservice srl». Per Gallo era importante soddisfare i desiderata di Talarico perché questi attraverso la figura di Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc e all’epoca (2018) europarlamentare, avrebbe potuto avere delle entrature per gli affari albanesi. Gallo interessa della vicenda elettorale Glenda Giglio «la cui madre – annotano i magistrati – è stata processata per scambio elettorale politico mafioso con appartenenti di spicco della cosca Grande Aracri di Cutro, Romolo Villirillo (reato estinto per intervenuta prescrizione)».
«SE PASSA NATALE» Antonio Gallo, condannato a novembre, in Appello, nel procedimento antimafia “Borderland” aveva l’ossessione di essere incriminato per mafia. «A meno che non mi accusa qualche pentito, ma non ho fatto nulla… mi lasciano fottere in pace… come dice Maciste…(alias dell’ex finanziere Ercole D’Alessandro, ndr)». «Se passa pure questo Natale la cosa è passata», dice a Glenda Giglio rassicurato dal fatto che passata l’operazione Borderland non ha altre cose di cui preoccuparsi.
Non è andata così, né per lui né per lei. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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