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'Ndrangheta, confiscati beni per 124 milioni di euro alla cosca Piromalli – VIDEO

I beni consistono in 4 società di capitali, un’impresa individuale, quote di 6 società di capitali, 67 fabbricati, 91 terreni, 7 veicoli e 20 rapporti bancari e assicurativi

Pubblicato il: 27/01/2021 – 9:09
'Ndrangheta, confiscati beni per 124 milioni di euro alla cosca Piromalli – VIDEO

REGGIO CALABRIA La Guardia di finanza, su disposizione della Dda di Reggio Calabria, guidata dal Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, ha confiscato beni per un valore di 124 milioni di euro alla cosca Piromalli della ‘ndrangheta. Il provvedimento è stato eseguito dal Comando provinciale di Reggio Calabria delle fiamme gialle e dallo Scico.
I beni confiscati consistono in 4 società di capitali, un’impresa individuale, quote di 6 società di capitali, 67 fabbricati, 91 terreni, 7 veicoli e 20 rapporti bancari e assicurativi, orologi pregiati e contante.
Tutto, secondo quanto  è emerso dagli accertamenti della Dda e della Guardia di finanza, era nella disponibilità di quattro imprenditori accusati di appartenere alla cosca Piromalli.
La confisca dell’ingente patrimonio è stato eseguito nei confronti degli imprenditori, Luigi Bagalà (cl.’46), Francesco Bagalà (cl.’77), Giuseppe Bagalà (cl.’57) e Francesco Bagalà (cl.’90), indiziati di intraneità alla cosca di Gioia Tauro.
Il provvedimento conferma quanto già disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale reggino – presieduta da Ornella Pastore – su richiesta del Procuratore Capo Giovanni Bombardieri, del Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano Paci e del Sostituto Procuratore Gianluca Gelso, con cui era stata applicata la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro dei beni intestati/riconducibili ai medesimi soggetti.
I destinatari del provvedimento di confisca emergono dalle indagini svolte nell’ambito delle operazioni “Ceralacca”, “Cumbertazione”, “Martingala” e “Waterfront” condotte dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata di Reggio Calabria e dallo SCICO, sotto la direzione ed il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria – che hanno portato all’esecuzione di provvedimenti restrittivi di natura personale, per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione a delinquere finalizzata all’emissione di false fatturazioni, associazione per delinquere, finalizzata alla turbata libertà degli incanti, alla frode nelle pubbliche forniture, alla corruzione e al falso ideologico in atti pubblici, tutti aggravati dal metodo mafioso; provvedimenti cautelari reali, ex art. 321 c.p.p., su un patrimonio costituito dai compendi aziendali di imprese/società, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per svariati milioni di euro.
Di seguito, la Dda delegava il Gico del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria e lo Scico, all’effettuazione di indagini economico-patrimoniali, volte all’individuazione dell’intero patrimonio dei proposti e del loro nucleo familiare, al fine di avanzare proposta per l’applicazione di una misura di prevenzione personale e patrimoniale.
A conclusione di tali investigazioni veniva accertata la sussistenza di una significativa sproporzione tra il profilo reddituale e quello patrimoniale del nucleo familiare dei “proposti”.
Le relative risultanze sono confluite in una proposta formulata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, che veniva accolta dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale reggino, mediante l’emissione nel 2018 di appositi provvedimenti di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro, finalizzati alla successiva confisca.
La stessa Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, condividendo la ricostruzione economico-patrimoniale e le argomentazioni formulate anche in sede di complesse controdeduzioni alle memorie e perizie tecniche rassegnate dal collegio difensivo dei proposti, con l’odierno provvedimento ha disposto – oltre all’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di P.S. per anni 3 – per tutti i proposti – la confisca dell’ingente patrimonio precedentemente cautelato.

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