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San Ferdinando, sequestrata la società di gestione rifiuti: operava senza autorizzazioni

La polizia locale ha posto i sigilli alla Biomastrix Srls, che operava senza “autorizzazione unica ambientale”. Nel 2017 l’azienda era rimasta coinvolta nell’inchiesta “Metauros”

Pubblicato il: 28/01/2021 – 13:54
San Ferdinando, sequestrata la società di gestione rifiuti: operava senza autorizzazioni

SAN FERDINANDO La Polizia locale di San Ferdinando, in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Palmi su richiesta del pm Rocco Cosentino, hanno messo i sigilli allo stabilimento della Biomatrix Srls, società che opera nel campo della gestione dei rifiuti e in particolare del trattamento e recupero di matrici organiche, provenienti da diverse attività (industriali, commerciali, artigianali, urbane) attraverso processi di bioconversione. La società, nel 2017, era stata coinvolta nell’inchiesta “Metauros” nell’ambito della quale erano state dieci le aziende del settore smaltimento rifiuti e trasporti sequestrate da Polizia e Carabinieri e sette le persone arrestate.
L’indagine condotta ora dalla Polizia locale, ha accertato che la Biomatrix, a fronte di un farraginoso iter burocratico mai completato, di fatto operava senza Autorizzazione unica ambientale, per l’attività di raccolta, recupero, gestione, commercio, trattamento di rifiuti speciali non pericolosi, che mancava della notifica del provvedimento conclusivo ai sensi del Dpr 59/2013 da parte del Suap di San Ferdinando, nonché in assenza della autorizzazione per le emissioni in atmosfera, prescritta per gli stabilimenti industriali e in assenza della autorizzazione per gli scarichi delle acque reflue industriali prodotte dalla lavorazione del compost e delle acque di prima pioggia, che confluivano nelle rete consortile gestita dal Corap. Inoltre, in sede ispettiva, il personale dell’Arpa della Regione Calabria che ha coadiuvato gli uomini della Polizia locale nel sopralluogo, ha accertato che i cumuli di ammendante erano depositati in modo incontrollato stoccati su un piazzale non impermeabile e non coperto quindi esposto agli agenti atmosferici. Nel capannone, secndo quanto è stato riferito, il materiale appariva in quantità eccessiva per l’area di lavorazione tanto da non permettere la distinzione tra materiale pronto alla fase successiva di lavorazione e quello in entrata, e l’individuazione del sistema di convogliamento dei liquidi prodotti durante la fase di biossidazione. l’amministratore unico e il direttore tecnico della società sono stati iscritti nel registro degli indagati.

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