REGGO CALABRIA «Miozzo attribuisce ai Sindaci la responsabilità dei nuovi assembramenti sulle strade, all’indomani della dichiarazione di ‘zona gialla’ di
praticamente tutta l’Italia. Su questo diciamo basta a questo tipo di tiro al bersaglio ai Sindaci». A dirlo il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà in merito alle parole del coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo.
«Se qualcuno – ha aggiunto – è in cerca di visibilità e pensa di aver trovato il bersaglio, ha certamente trovato il bersaglio sbagliato, anche perché noi Sindaci, soprattutto nella fase 1 della pandemia, ci siamo assunti responsabilità che non ci competevano, ma, diciamo chiaramente, il controllo delle strade
e delle piazze non è una competenza dei Sindaci. Questo a maggior ragione oggi che c’è grande attenzione sull’argomento da parte delle Istituzioni che in teoria dovrebbero essere quelle che conoscono meglio la divisione delle responsabilità. Quanta attenzione ci sia oggi, non tanto e non solo nelle Amministrazioni comunali – ha concluso Falcomatà – quanto nel ruolo e nell’esposizione dei Sindaci, anche in maniera del tutto sbagliata e fuorviante, come nel caso delle dichiarazioni di Miozzo».
L’ANCI Sulla stessa linea anche Antoni Decaro, presidente dell’Anci: «Basta con il tiro al bersaglio sui sindaci, il Cts pensi a fare la sua parte. Dare la colpa ai
sindaci sta diventando il nuovo sport nazionale». «Miozzo – afferma ancora il sindaco di Bari – che ci accusa di immobilismo di fronte agli assembramenti nelle
città, sembra impegnato in un disperato tentativo di allontanare da sé le responsabilità e addossarle sugli obiettivi più facili, quelli che per natura e per senso del proprio dovere, sono abituati a esporsi in prima persona, sempre». «Voglio ricordare a Miozzo – aggiunge il presidente dell’Anci Antonio Decaro – che noi sindaci non siamo responsabili della sorveglianza di strade e piazze nelle azioni di contrasto alla diffusione del virus. E che, fino a oggi, ci siamo ben guardati dallo scagliarci contro alcune discutibili scelte dello stesso Cts. Abbiamo sempre, al contrario, provato a tenere insieme le nostre comunità, ormai economicamente e psicologicamente stremate, dopo un anno di restrizioni. Perché proviamo, ogni giorno, a coltivare le complicate virtù della lealtà e della collaborazione fra
istituzioni. Se qualcuno – avverte ancora Decaro – preferisce dedicarsi invece al tiro al bersaglio, sappia che ha individuato il bersaglio sbagliato. Il coordinatore del Cts pensi a lavorare per gestire questa complicata fase per quanto di sua competenza, invece di andare alla ricerca di capri espiatori, attività utile per guadagnare un titolo di giornale, non per risolvere i problemi dei cittadini».
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