Ultimo aggiornamento alle 22:10
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

VERSO UNA VITA INDIPENDENTE

A Cosenza la battaglia contro le differenze

Il Covid mette a rischio il lavoro dell’associazione “Gli altri siamo noi”. In prima linea nel capoluogo sulla disabilità

Pubblicato il: 02/02/2021 – 19:54
di Fabio Benincasa
A Cosenza la battaglia contro le differenze

COSENZA Sempre in prima linea per combattere diffidenze e differenze. Nonostante l’avanzata dell’epidemia l’attività dell’associazione “Gli altri siamo noi” di Cosenza non si è arrestata. I ragazzi che portano avanti questa iniziativa – encomiabile – li abbiamo incontrati e conosciuti nel 2018 grazie allo speciale “Calabria dell’altro mondo” andato in onda su L’altro Corriere Tv.

Lo Speciale “Calabria dell’altro Mondo” (2018) – Gli altri siamo noi

In quel lungo pomeriggio trascorso insieme nella sede in via Alberto Serra a Cosenza siamo rimasti particolarmente colpiti dal loro entusiasmo e dalla caparbietà con cui preparavano biscotti, crostate, torte e gustose marmellate diventate – a distanza di anni – un vero e proprio prodotto must have. Un brand promosso dai food influencer più famosi della rete.

I prodotti “Buoni Buoni”

Gli altri siamo noi

L’associazione nasce il 16 luglio del 2003 su impulso di genitori, collaboratori, amici, volontari, persone affette da sindrome di down e disabilità intellettiva. A guidare un team costituito da educatori, psicologi, volontari e giovani collaboratori c’è Adriana De Luca. Ed è il “suo” gruppo che gestisce, quotidianamente, circa 70 ragazzi: 50 a Cosenza e 20 a Crotone.
Un lavoro delicato e allo stesso tempo fondamentale per creare le condizioni di normalità a quanti si trovano in una condizione particolare: persone affette da sindrome di down e disturbi dell’apprendimento. Una mission che si traduce in decine di laboratori portati avanti con professionalità e soprattutto con dedizione: da quelli di cucina, alle attività prelavorative fino a quelle rivolte a vere e proprie work-experience. Si, perché molti dei ragazzi dell’associazione riescono a trovare un impiego vero.
Un lavoro reso ancor più difficile e al contempo fondamentale durante la pandemia e la conseguente fase scaturita dai mesi di lockdown. «I nostri ragazzi sono estremamente fragili. Hanno sempre sofferto la solitudine, sentendosi esclusi, emarginati», confessa De Luca al Corriere della Calabria. «Nel momento in cui, durante il lockdown, è venuta a mancare l’unica possibilità di sentirsi davvero protagonisti, il mondo gli è crollato addosso». «Per noi – spiega chi con amore porta avanti questa attività – è stato un salto nel buio. Non avevamo mai lavorato a distanza con i nostri ragazzi ma sempre stando accanto al loro. Le regole imposte per la mitigazione del rischio contagio hanno rivoluzionato l’organizzazione delle attività, costringendoci a spostarci sul web».
«Così pc, tablet e webcam sono divenuti gli unici e fondamentali mezzi per mantenere un rapporto con i nostri ragazzi – ci racconta ancora la direttrice – ed accorciare per quanto possibile le distanze. Non è stato affatto semplice. Si immagini quanto sia difficoltoso coordinare 70 ragazzi (con le loro fragilità) attraverso uno schermo e a distanza».

Il laboratorio di cucina

Convivere con il virus

Il rischio per questa associazione di “trincea” era quello di disperdere quanto realizzato fino ad oggi. Un rischio che l’intero staff che compone l’associazione sta cercando con tutte le forze di scongiurare. «Abbiamo organizzato mini gruppi composti da 4-5 ragazzi – ci spiega De Luca – che ogni giorno si sono impegnati duramente in varie attività. Abbiamo riaperto le porte dell’associazione subito dopo il lockdown e quasi tutti sono ritornati in sede». E sulle preoccupazioni dei contagi, la direttrice spiega nel dettaglio quanto fatto per prevenire eventuali focolai: «Qualche genitore era comprensibilmente preoccupato dei pericoli del ritornare in sede, dei contagi che si sarebbero potuti creare. Ma noi stiamo garantendo tutti gli standard di sicurezza: i locali sono costantemente sanificati, ci sono le distanze di sicurezza e l’obbligatorietà dei dispositivi di protezione per tutti quanti vivono assieme questa esperienza». Ma la direttrice non nasconde gli altri timori insiti nell’attività di comunità. «E’ ovvio che hanno paura – come tutti- del virus. Il pericolo più grande che dobbiamo contenere è l’insorgere di ansie incontrollate ed incontrollabili. Su questo aspetto la nostra attenzione è altissima».

Il sogno diventa realtà

Progetti futuri

Le attività dell’associazione, nonostante tutto, non si sono dunque mai fermate. Anzi. Grazie anche alla solidarietà guardano al futuro: «Abbiamo ricevuto in dono un piccolo terreno agricolo a Mendicino (in provincia di Cosenza) con una casetta da ristrutturare. Vogliamo lavorarci e stiamo pensando ad un progetto ad hoc». E poi c’è la quotidianità e la voglia di andare avanti: «Continueremo a garantire i nostri servizi ed a rispondere, nei limiti del possibile, alle richieste di aiuto che arrivano quotidianamente».
La cooperativa “Gli altri siamo noi”, ricordiamo, è sostenuta dal prezioso contributo di alcune famiglie e grazie ai fondi previsti da alcuni bandi. «La partecipazione ai bandi – ci spiega la direttrice – è quasi obbligatoria. Senza questi contributi l’associazione sarebbe già chiusa. I finanziamenti consentono di coprire le spese di gestione. E le assicuro non sono poche». «I dipendenti della cooperativa sono stati costretti alla cassa integrazione durante il lockdown – ci racconta – visto che i sostegni da parte delle istituzioni non ci sono stati». Ma Adriana De Luca a gettare la spugna non ci pensa nemmeno. «Mai pensato di mollare. Come facciamo a togliere la speranza a questi ragazzi?». (redazione@corrierecal.it)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x