CATANZARO «Gli avvocati cui ho dato mandato stanno definendo i particolari e depositeranno a breve presso la procura della repubblica di Catanzaro una denuncia penale nei confronti della dottoressa Luisa Latella». Lo rende noto Alessandro Testa, cardiochirurgo del Sant’Anna Hospital di Catanzaro, che contesta l’atteggiamento della componete della commissione straordinaria dell’Asp.
«TRATTAMENTO DISCRIMINATORIO CONTRO DI NOI» «Registro – scrive Testa – la perseverante strategia della dottoressa Luisa Latella che, presidente del proprio personale tribunale e unica componente della relativa giuria, ha condannato senza appello alla pena capitale un’azienda da oltre 300 dipendenti con un ruolo che lo stesso Tar ha definito essenziale per la salute dei cittadini calabresi. È evidente come alla dottoressa Luisa Latella questo non interessi, ed è sotto il sole, pur freddo e umido di questi giorni, il trattamento discriminatorio riservato ai legali e legittimi rappresentanti del Sant’Anna Hospital che nuovamente si ritrovano a rimbalzare contro il muro di gomma di Pec senza replica e sfregi comportamentali come quello di ricevere rappresentanze sindacali senza reale base nella nutrita schiera dei dipendenti rifiutando invece il confronto con chi quei lavoratori amministra e retribuisce. Retribuirebbe, meglio dire, se ci fossero i soldi».
«E’ IL TEMPO DELL’AZIONE LEGALE» Secondo Testa «spettatore disinteressato è anche la prefettura che in tutto questo tempo non ha creduto di doversi abbassare all’incontro coi rappresentanti del Sant’Anna Hospital che in ripetute occasioni ed altrettante Pec senza replica hanno cercato di ottenere. Un rappresentante dello stato sul territorio, anch’esso dipendente dal ministero dell’interno, che tiene un tale comportamento si dimostra altrettanto colpevole, con l’aggravante che la bomba sociale e l’esasperazione di 300 dipendenti hanno molto a che fare con l’ordine pubblico che il prefetto dovrebbe tutelare». Il cardiochirurgo del Sant’Anna Hospital ritiene «esaurito il tempo delle richieste, delle proteste, delle sacrosante affermazioni delle proprie ragioni. Ora – conclude Testa – comincia quello dell’azione legale, dell’intervento della legge che questi funzionari dovrebbero garantire e che invece lasciano languire nei cassetti delle loro scrivanie all’interno di uffici dove vige l’apartheid nei confronti del Sant’Anna Hospital»
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