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«Spirlì non sa cosa sia la Consulta»

Sono già intervenuto nei mesi scorsi sul ruolo della Consulta dei calabresi all’estero dichiarando il mio profondo disappunto misto a delusione sulla scelta dell’allora neo Giunta della Regione Ca…

Pubblicato il: 04/02/2021 – 18:10
di Tony Brusco*
«Spirlì non sa cosa sia la Consulta»

Sono già intervenuto nei mesi scorsi sul ruolo della Consulta dei calabresi all’estero dichiarando il mio profondo disappunto misto a delusione sulla scelta dell’allora neo Giunta della Regione Calabria che intese ridurre drasticamente i finanziamenti per la Consulta decretandone così la chiusura e cancellando in un attimo il lavoro svolto nel corso degli anni precedenti. Scrissi una lettera accorata alla presidente Jole Santelli sottolineando il rammarico per quella scelta e altresì il valore che quel ponte edificato con solerzia, passione e convinzione da chi aveva creduto e continua a farlo in quel grande patrimonio che noi emigrati rappresentiamo. E oggi mi trovo nuovamente ad intervenire, mio malgrado, sulla nomina dei nuovi consultori in quella che è stata definita, a grandi titoli dal presidente f.f. Spirlì, la nuova “Consulta regionale dei calabresi nel mondo”, organo già esistente ed istituito con la Legge regionale 8 del 2018 in materia di relazioni tra la Regione Calabria, i calabresi nel mondo e le loro comunità e a cui lui stesso a fatto riferimento.

Per me parla la mia storia personale, professionale e qualcuno dice di successo, New York è stata la città che mi ha accolto, emigrato da Paola, ho portando sempre in alto con il mio lavoro, i miei sacrifici, le mie sconfitte e le mie vittorie il nome della Calabria e quindi dei calabresi. Tra i più grandi industriali tipo-litografici della grande mela, immobiliarista, e mecenate di arte e cultura, non ho mai reciso quel profondo legame con la mia terra e attraverso i diversi ruoli assunti inorganismi di calabresi e quindi della stessa Consulta, ho promosso e favorito la nascita di occasioni e di processi virtuosi, sostenendo attività ma anche tanti giovani calabresi che hanno trovato nella grande mela la loro casa e la loro opportunità di lavoro.

If you don’t know who you are, you don’t know were you are going, “Se non sai chi sei, non sai dove vai” è uno dei motti che cito spesso e in questo caso devo usarlo in un’accezione negativa, perché indubbiamente il presidente Spirlì non sa né cosa sia effettivamente la Consulta né dove voglia andare. E lo dimostra il fatto che tra i nuovi consultori è stato nominato il compianto caro amico Franco Perrotta, originario di Fuscaldo e che ci ha lasciato lo scorso anno a causa del Covid. Ciò non può essere considerata certo una svista ma una grande offesa verso chi ha offerto fino alla fine il suo inestimabile contribuito per offrire un’immagine diversa della nostra Calabria. La pandemia e la crisi sociale ed economica che ne è conseguita avrebbe dovuto far riflettere maggiormente sulle possibili azioni da intraprendere per permettere alla Calabria di ripartire grazie anche al contributo, mai venuto meno, dei suoi figli sparsi nel mondo. Molto era stato fatto, bisognava semplicemente continuare sulla strada intrapresa accrescendo e non depotenziando quel lavoro e l’impegno di chi aveva messo a disposizione di tanti, impiegando proprie forze economiche e relazioni importanti costruite nel tempo. Così come me, ora del tutto escluso, non interpellato, ma apprendo addirittura che la città di New York non ha un più un suo rappresentante. Questa sorta di “contentino”, tra l’altro a fine mandato e in una situazione di stallo della Regione e che avrebbe vita soltanto un mese non presupponendo alcuna strategia d’interventi e di programmazione, è un’ulteriore beffa. Molte altre regioni d’Italia così come molti altri Paesi hanno riconosciuto il valore dei propri emigrati intessendo relazioni forti e capaci d’incidere sullo sviluppo d’interi territori, accorciando distante e offrendo partenariati internazionali con valenza strategica per l’export e il turismo ma anche per la conoscenza della propria terra d’origine all’estero e viceversa, con il racconto e la testimonianza dei tanti personaggi che hanno fatto la storia oltre oceano, ormai le tante “Little Italy” possono essere considerate un brand identitario. Il mondo va avanti, comunque e nonostante tutto, ma a quanto pare la Calabria continua a perdere treni e opportunità e con essi la speranza d’investire sul proprio destino.

*imprenditore, editore già componente della Consulta dei calabresi nel Mondo

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