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Boom di Caretta Caretta nonostante i “nemici” delle spiagge

L’associazione “Conservation” traccia un bilancio della stagione riproduttiva ma denuncia il grave fenomeno dell’assalto di fuoristrada agli arenili

Pubblicato il: 06/02/2021 – 8:35
Boom di Caretta Caretta nonostante i “nemici” delle spiagge

REGGIO CALABRIA «La stagione riproduttiva 2020 è stata particolarmente produttiva. Il nostro personale ha infatti rinvenuto e protetto 66 nidi di Caretta da cui sono nati ben 3335 piccoli!». Lo rende noto l’associazione “Caretta Calabria Conservation” onlus, che si occupa del monitoraggio e della tutela dei nidi di Tartaruga marina Caretta caretta in Calabria, ormai considerata il più importante sito riproduttivo della specie a livello nazionale. «Tale risultato – prosegue l’associazione – deriva da intensi sforzi di monitoraggio e sorveglianza delle spiagge sottoposte a gravi minacce di origine antropica come il traffico abusivo di quad e fuoristrada». In particolare quest’ultimo triste fenomeno è stigmatizzato dall’associazione “Caretta Conservation”, che ha anche inviato agli organi competenti sul demanio marittimo una comunicazione con la segnalazione delle tracce del passaggio di fuoristrada auspicando controlli più serrati., «Il fenomeno – prosegue l’associazione – è diffuso in maniera piuttosto omogenea in tutta la regione, comprese Zsc (zone speciali di conservazione) costiere, riserve e Parchi marini regionali istituiti appositamente per la tutela di habitat e specie particolarmente protetti come il Fratino Charadrius alexandrinus e la stessa Tartaruga marina Caretta caretta. Lungo la costa ionica della provincia di Reggio Calabria, dove ogni anno si concentra il maggior numero di nidi di Caretta deposti a livello nazionale, il traffico abusivo di fuoristrada sulla spiaggia ha un impatto evidentemente maggiore. Qui, nonostante la nostra presenza e la pluriennale opera di sensibilizzazione verso tale problematica, i fuoristrada imperversano ovunque. La situazione è molto grave, e se a tale minaccia si somma la pulizia meccanica degli arenili e le altre operazioni di “livellamento” svolte da privati anche nelle Zsc, senza alcuna valutazione di incidenza ambientale, qualsiasi sforzo di tutela diventa vano».

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