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Corso di medicina all’Unical, scatta la protesta a Catanzaro

L’associazione “Catanzaro Nel Cuore” chiede alle istituzioni del capoluogo di regione di ricorrere al Tar contro la decisione della Giunta

Pubblicato il: 06/02/2021 – 10:27
Corso di medicina all’Unical, scatta la protesta a Catanzaro

CATANZARO  «Riteniamo scorretto ed illecito l’atto con cui la Giunta regionale, lo scorso 4 febbraio, ha dato parere favorevole all’attivazione del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia Td (Tecnologie digitali) che sarà avviato a decorrere dall’anno accademico 2021-2022 all’Università della Calabria». Lo afferma il movimento civico indipendente “Catanzaronelcuore” secondo il quale «al di là degli entusiastici sofismi con cui la notizia è stata diramata dalla cittadella regionale, tutto ciò apre un portone per un’imminente istituzione di Medicina nell’ateneo di Rende. Che è il sogno egoisticamente inseguito – prosegue Cnc – da sempre da quella parte di politica cosentina che non ha mai voluto rispettare un’armonizzazione dell’offerta formativa presente in Calabria, pensando al contrario solo ad accaparrarsi tutto quanto sia razziabile. E non entriamo, in questa sede, nel merito di eventuali conflitti di interesse che potrebbero ravvisarsi tra questa operazione e un assessore della Giunta regionale. Pertanto – prosegue Cnc – chiediamo che Comune e Provincia di Catanzaro procedano immediatamente ad impugnare la delibera della Giunta poiché è evidente che l’istituzione di un corso universitario non rientri nella “ordinaria amministrazione” cui dovrebbe limitarsi il governo calabrese. Si proceda, dunque, con un ricorso al Tar. Similmente – si annuncia – la nostra associazione inizierà da subito a organizzare un ricorso ad adiuvandum col coinvolgimento di tutte le associazioni civiche e chiedendo la partecipazione anche alle associazioni di categoria del territorio, già in subbuglio per quest’ennesimo schiaffo alla città». Secondo il movimento, «la responsabilità è ascrivibile in primis a taluni ambienti accademici: lo stesso rettore della Umg, Giovambattista De Sarro, non avrebbe dovuto siglare questo accordo suicida col suo omologo della Unical. Ipotizziamo fra l’altro che Sergio Abramo, pur detenendo la delega ai rapporti con l’Università, non sia stato messo al corrente di questo golpe ordito da De Sarro, poi validato da Spirlì & C. Né il Coruc, il Comitato regionale di coordinamento delle università calabresi, avrebbe dovuto approvare l’attivazione di questo corso di laurea a Rende. Di contro, sembrerebbe che il medesimo Coruc abbia bocciato l’istituzione di due nuovi corsi a Catanzaro!». «Sarebbe molto più corretto – secondo Cnc – se i tre Atenei della regione si coordinassero, rispettandosi reciprocamente e valorizzando le competenze specifiche anziché pestarsi i piedi o scatenare la guerra fra poveri. Ancora più beffardo appare poi lo scenario quando sappiamo che la facoltà medica catanzarese ogni anno deve lottare per superare le tante criticità, fra cui il mantenimento delle scuole di specializzazione. Non sarebbe allora più saggio se ci si impegnasse per garantire alla Umg  una migliore ed efficace organizzazione nella sua specificità che è quella medica? Inoltre, non è irrilevante un altro dato: pochi mesi fa è stata istituita a Potenza la prima facoltà di Medicina in Basilicata. Per chi abbia neuroni non compromessi da ingordigia arraffatutto, ciò indurrebbe ad escludere l’ennesima Medicina, nella fattispecie a Cosenza. Infine, se è vero che questo nuovo corso fornirà competenze legate alle tecnologie nel campo medico, perché non erogarlo all’interno della Medicina Umg? Noi – si legge – conosciamo bene la risposta. L’abbiamo data prima: il vero motivo di questa operazione è creare i presupposti per istituire un corso di laurea in Medicina alla UnicaL, andando così a disperdere energie, erodendo risorse alla Medicina universitaria catanzarese. Che inesorabilmente sarà cancellata per essere assorbita dal “pesce grosso” Unical. A questo punto, non riponendo più la minima fiducia nel buon senso di chi sta perorando questa disfatta per la nostra regione, dobbiamo solo sperare nel Tar. E nell’ultima parola che spetta comunque al Ministero dell’Università. Speriamo davvero che a Roma siano più consapevoli, più saggi, più equi».
Sulla vicenda interviene anche il consigliere comunale di Catanzaro Antonio “Jonny” Corsi. «La giunta regionale a guida leghista assesta un colpo terribile al capoluogo di regione, assecondando il disegno di indebolimento della Facoltà di medicina e chirurgia di Catanzaro che ora – per davvero e non per fantasia – rischia di essere duplicata all’Università di Arcavacata.  Non sappiamo a cosa attribuire l’imbarazzato silenzio del sindaco Abramo e dell’assente assessore all’università, Carrozza. Non ne facciamo una questione di campanilismo perché siamo tutti calabresi. Ad Arcavacata studiano tanti ragazzi di Catanzaro e quindi non possiamo non gioire della crescita di quell’Ateneo. Il problema – sostiene Corsi – è che questa crescita non può essere fatta a discapito delle altre realtà esistenti.  Sarebbe stato logico istituire questa laurea specialistica in tecnologie digitale (che, tanto per sottolineare, saranno il futuro della medicina) a Catanzaro dove già ci sono i presupposti giusti. Sarebbe stato un grande arricchimento dell’offerta formativa della facoltà di medicina di Catanzaro, senza minimamente toccare le attività che Arcavacata egregiamente svolge. Invece, nella Calabria dei campanilismi ogni città vuole avere la sua facoltà di medicina, la sua sede Rai, la sua sede di Corte d’appello. Così non andremo da nessuna parte.  Attendo di sapere quali iniziative il sindaco e l’assessore Carrozza intendono mettere in campo per contrastare questa visione miope del leghista Spirlì e dell’assessore regionale Savaglio, quest’ultima in pieno conflitto d’interessi perché insegna ad Arcavacata e quindi favorisce apertamente questo Ateneo a discapito degli altri».

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