CATANZARO «Non si è mai interrotto il dialogo con tutte le forze della coalizione» e il Pd «sta lavorando a fondo». Così il commissario del Pd calabrese Stefano Graziano commenta con il Corriere della Calabria l’attuale fase politica in vista delle Regionali. Graziano respinge le critiche di immobilismo del partito e della coalizione, ribadisce il no a Tansi e De Magistris, rimarca l’importanza dell’alleanza con il M5S e la bontà del tavolo “allargato” ad altre forze politiche e civiche, lancia un segnale distensivo all’area dem vicina all’ex governatore Oliverio e specifica: si punta a «un candidato alla presidenza della Regione calabrese, riformista, aperto, innovativo, che venga dal basso, dal territorio, dai sindaci e dagli amministratori, dai segretari di sezione, dalle forze sociali».
Onorevole Graziano, ma dov’è finito il tavolo allargato del centrosinistra? Va bene aspettare la dinamica legata al governo nazionale, ma lo stallo sembra evidente…
«Noi riavvieremo sicuramente il confronto, perché la decisione su chi dovrà guidare la coalizione, anche nella discussione interna al Pd, deve arrivare dal basso. Detto ciò, non si è mai interrotto il dialogo con tutte le forze della coalizione. Questo aiuta il processo: abbiamo già stabilito che il candidato deve avere un profilo politico e riformista ed essere espressione del territorio, e questo segna la differenza dal populismo. Il nostro è un modo per fare decidere sempre di più ai calabresi, a differenza di chi decide da solo ma è distante dai problemi della Calabria. È questa la direzione in cui si sta lavorando. È evidente che c’è una dinamica nazionale, ma a metà marzo dobbiamo consegnare le liste e quindi è chiaro che dev’esserci una velocizzazione del processo. Tuttavia, faccio presente che, a differenza di altri che possono muoversi in modo autonomo, noi siamo una comunità e lavoriamo nella direzione di costruire insieme un processo e questo ovviamente richiede più tempo, nel partito e nelle alleanze».
Intanto però de Magistris sta viaggiando spedito: l’impressione è che stia anche svuotando il potenziale perimetro della coalizione…
«Io ribalto la domanda. Penso che debba esserci una reazione forte e decisa dei calabresi – e mi pare che stia avvenendo – affinché alla Regione non entrerà mai uno che calabrese non è. Poi, per l’amor di Dio, la comunicazione è facile, ma la politica e l’organizzazione sono molto più complesse. E non vorrei che si stia facendo tanto fumo, ma l’arrosto non c’è. Noi lavoriamo sui temi, alcuni dei quali sono fondamentali, quelli che più di tutti interessano i cittadini: la sanità, il versante del lavoro, le infrastrutture, il turismo che devono essere una priorità perché possono produrre lavoro e sviluppo. Penso a un Cis, un Contratto istituzionale di sviluppo della Calabria, far finanziare dall’Europa e dal governo nazionale un’idea di Calabria ben diversa da quella che oggi domina. Sulla questione sanità, in particolare, bisogna avere idee chiare: bisogna rivedere il piano ospedaliero, realizzare la de-ospedalizzazione e rafforzare l’assistenza domiciliare integrata per dare sostengo alle fragilità. È poi fondamentale rafforzare il rilancio del porto di Gioia Tauro».
Alleanze: porte definitivamente chiuse a de Magistris e Tansi?
«Tansi è andato via lui. De Magistris ha una posizione populista diversa dalla nostra, che è riformista. Poi, noi pensiamo di candidare un calabrese. De Magistris in realtà ha tre elementi che ci dividono: il primo è che lui ha una visione populista, il secondo è che vogliamo un calabrese alla guida della Regione Calabria, infine de Magistris ha distrutto Napoli».
E il Movimento 5 Stelle? Anche qui sembra che la base pentastellata sia attratta più dal polo civico rappresentato da de Magistris che dall’ipotesi dell’alleanza con il Pd…
«Io sono molto rispettoso del travaglio interno delle forze e dei movimenti che hanno partecipato al tavolo. Per noi è molto importante avere l’alleanza con il M5S. Ovviamente in un’alleanza c’è bisogno di reciprocità. Comprendo che possa esserci un momento di difficoltà. Il tavolo aveva deliberato che l’indicazione del candidato presidente fosse data dal Pd e su questo d’intesa avremmo poi trovato la soluzione. Oggi, dopo la crisi di governo, ancora di più vale questo ragionamento. Quindi lavoriamo sempre per tenere stretto il dialogo e parallelamente si lavora dal territorio per lanciare un candidato calabrese, riformista, aperto, innovativo, che venga dal basso, dal territorio, dai sindaci e dagli amministratori, dai segretari di sezione, dalle forze sociali».
Ecco, il candidato: Irto, Viscomi, chi sarà?
«Nomi non ne faccio. Parlo solo del disegno, quello che ho esposto prima. Per noi è importante l’idea dell’alleanza, che è quella che era rappresentata al tavolo, che è fatto da forze politiche e forze civiche. Porte aperte a tutti: lavoreremo per far uscire il candidato dal territorio, con quelle caratteristiche. Noi siamo aperti a tutte le forze presenti al tavolo».
Tanti stanno criticando l’immobilismo del Pd…
«Non è affatto così. Stiamo lavorando a fondo. In questi giorni stiamo tenendo assemblee in tutte le province, abbiamo fatto un incontro sul coordinamento delle donne, incontriamo associazioni, man mano incontreremo i sindacati, le forze sociali e imprenditoriali per fcompletare il lavoro e consegnarlo a chi dovrà guidare la battaglia per la presidenza della Regione e cambiare la Calabria».
C’è un disgelo con l’area del partito che fa riferimento al governatore Oliverio?
«Il tema non è il gelo o il disgelo, il tema è la politica. Oliverio è stato ed è un’autorevole personalità della regione Calabria oltre che del Pd, quindi il tema non è relativo a una persona. È questo il motivo per cui bisogna ritrovarsi per battere le posizioni conservatrici della destra che gestisce oggi la Regione Calabria. Ed è questo l’errore che fanno sia Tansi sia de Magistris perché rischiano di essere divisivi e di diventare il centravanti del centrodestra».
A proposito del centrodestra, la maggioranza regionale sta dando fondo a nomine, finanziamenti e quant’altro, nel silenzio generale, anche dell’opposizione…
«Io penso che sia una cosa ignobile fare nomine in prossimità del voto, come quella a Fincalabra e non solo, e deliberare finanziamenti a pioggia, che sono un errore profondo perché non risolvono i problemi della Calabria ma servono solo a fare bassa clientela. Poi, mi sembra evidente che nel centrodestra ci sia ancora uno scontro profondo sul candidato presidente. Ed è ovvio che quello che accadrà al governo nazionale rischia di creare più problemi al centrodestra che a noi. Noi comunque andiamo dritti per la nostra strada e lavoriamo sul profilo del candidato». (redazione@corrierecal.it)
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