ACQUAPPESA Il protrarsi dello stallo sul futuro delle Terme Luigiane si traduce nelle tensioni alle quali si è assistito in occasione dello spoglio dei beni del complesso termale da parte delle amministrazioni di Acquappesa e Guardia Piemontese.
Alla presenza dei sindaci Francesco Tiripicchio e Vincenzo Rocchetti, dei vertici della Sa.te.ca, storico concessionario del complesso termale e delle decine di lavoratori, l’avvocato Enzo Paolini, per conto della società, ha verbalizzato la posizione parlando di «vero e proprio illecito» a fronte della richiesta dei beni, da parte dei Comuni, ritenuti necessari per completare il bando relativo all’individuazione del nuovo concessionario.
Subito dopo, il sindaco di Acquappesa, Francesco Tiripicchio, ha fatto formale richiesta di accesso ai beni e gli animi sono diventati tesi con tanto di scontri tra polizia locale e persone frapposte.
Nei mesi scorsi la Sateca aveva annunciato la chiusura e da lì era partito un braccio di ferro con le amministrazioni che a più riprese hanno insistito sulla loro volontà di superare l’attuale situazione «al fine di scardinare un monopolio che dura da decenni». Era stata richiesta la restituzione di alcuni immobili riferibili allo stabilimento “San Francesco”, mentre i lavoratori chiedevano garanzie per vedere tutelata la loro posizione.
Così, si è arrivati ad oggi. «Lo stabilimento San Francesco rientra nel possesso dei legittimi proprietari», scrive fin da subito il sindaco di Acquappesa, che ringrazia «le cittadine e i cittadini presenti, questa mattina, alle operazioni svoltesi nel compendio termale e che hanno sostenuto, spontaneamente, noi Sindaci e le nostre Amministrazioni Comunali».
L’avvocato Paolini, quale rappresentante legale della Sateca, fa mettere a verbale che «le amministrazioni stiano procedendo senza alcun titolo come dimostrato dalle leggi in materia». In particolare «che i Comuni sono decaduti dalla concessione» e che «anche fossero tutt’ora concessionari, non è affatto scaduto il rapporto di sub-concessione» con la società. E foss’anche scaduto tale rapporto, «la Sateca è legittimamente in possesso dei beni ed ha il diritto di proseguire l’attività fino al subentro del nuovo gestore» che dovrà essere individuato all’esito della pubblicazione del bando.
«Chiediamo – conclude il legale – alle forze dell’ordine, la dovuta tutela rispetto ad azioni di forza non sostenute da titolo esecutivo valido e soprattutto esibito». Subito dopo si è proceduto allo spoglio.
La società è così intervenuta con una nota: «Con un inaudito sopruso, che sarà certamente perseguito dalle autorità giudiziarie competenti – si legge – si è proceduto oggi allo spoglio violento di beni detenuti da Sateca e riconosciuti come indispensabili per svolgere attività di servizio termale, con ciò perpetrando reati in flagranza ed al cospetto delle forze dell’ordine. Ciò senza che le Amministrazioni procedenti, nonostante le esplicite richieste rivolte loro, abbiano potuto esibire un qualsiasi titolo esecutivo, ordinanza, provvedimento, convalida, o qualsiasi atto abilitante il rilascio e lo spoglio violento».
È seguito un comunicato da parte di Francesco Tiripicchio e Vincenzo Rocchetti. I sindaci annunciano che dopo quanto accaduto si sono recati «negli uffici delle autorità giudiziarie presso il Tribunale di Paola, per denunciare i gravi fatti avvenuti stamane». Ovvero «momenti di incitamento all’odio e di inaudita arroganza». «Ad averne avuto la peggio – continuano – è stato un agente della nostra Polizia Locale, costretto a ricorrere alle cure mediche, in ospedale. A lui vanno la nostra vicinanza e solidarietà!»
Le amministrazioni sottolineano come si sia giunti alla decisione odierna a fronte della volontà della Sateca di «non restituire i beni di proprietà dei Comini e le sorgenti», circostanza che «sta facendo allungare i tempi di redazione del nuovo bando pubblico per la subconcessione dei servizi termali e non sta affatto tutelando i livelli occupazionali, anzi».
«Noi proseguiamo dritti per la strada intrapresa – concludono – e per mettere la parola fine al monopolio, che ha impedito un reale sviluppo delle Terme Luigiane e che ha abbandonato il compendio all’incuria ed alla sporcizia».
Il sindaco di Acquappesa, Francesco Tiripicchio, ha aggiunto sui suoi social: «Le Amministrazioni comunali, dopo aver proceduto all’apprensione di parte dello Stabilimento “San Francesco”, anche a seguito di consulto con i responsabili delle stesse Forze dell’Ordine, hanno deciso di sospendere le attività di riappropriazione dei beni, rinviandole ai prossimi giorni. Ovviamente, di tutto ciò che è accaduto, è stata informata l’autorità giudiziaria, presso la quale mi sono recato nel pomeriggio, informando della vicenda e sporgendo formale querela per i reati oggi perpetrati». (redazione@corrierecal.it)
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