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«Il metodo Draghi per la Calabria»

Qualche amico, che pure ci stima, ha sorriso, quando abbiamo immaginato la nascita della coalizione politica dell’Asinello, con dentro tutti, come soluzione per risalire dal baratro in cui in Cala…

Pubblicato il: 06/02/2021 – 17:24
di MIMMO NUNNARI*
«Il metodo Draghi per la Calabria»

Qualche amico, che pure ci stima, ha sorriso, quando abbiamo immaginato la nascita della coalizione politica dell’Asinello, con dentro tutti, come soluzione per risalire dal baratro in cui in Calabria siamo sprofondati. Avrà pensato alla nostra indole ingenua e all’inguaribile fissazione per l’unità dei “buoni propositi”, come unica via di salvezza della Calabria, regione considerata “persa e irredimibile”, anche da chi, in fondo, forse ci vuole bene. L’idea era riunire tutto il contrario di partiti, lobby, tribù politiche, consorterie mafiose, schiene piegate, in un cartello che avesse a cuore il bene, l’interesse, la dignità della Calabria. Lo riconosciamo, che è un’ingenuità: forse un sogno di chi ama fiabe e romanzi d’avventura col lieto fine. Ma la politica è l’arte del possibile e del mai dire mai. Chi avrebbe mai detto che dopo l’appello del presidente Mattarella, l’effetto Draghi avrebbe rimescolato le carte della politica, fino a far sedere tutti attorno ad un tavolo e probabilmente tutti sulle stesse poltrone nelle stesse stanze dei bottoni. Per la “salvezza nazionale” s’intende. Ma non, però, per un periodo limitato, come si pensava. La “cosa” che nasce è destinata a durare. E dopo Draghi, col crollo del sistema dei partiti, niente sarà più come prima. E gli effetti già si notano nelle lontane periferie, che a volte fungono da laboratori per la politica nazionale. La Sicilia si sta muovendo per prima, con movimenti che fanno intravedere scenari – in vista delle prossime consultazioni elettorali – inediti e in linea col “metodo Draghi”. Si sussurra di coalizioni che vanno da Forza Italia al Pd passando per popolari, renziani e altri movimenti (esclusa la Lega) che in passato si sono guardati in cagnesco. E’ riproponibile un tal metodo in Calabria? Alla vigilia di una consultazione regionale che sarà spartiacque col futuro e col passato e il presente “pessimo”? Ci auguriamo di sì, e forse qualcuno ci starà pure pensando in queste ore, se non altro per evitare sconfitte cocenti e arginare le spinte populiste di destra e sinistra, che sulla Calabria persa e irredimibile magari pensano di costruire fortune personali.
Giornalista e scrittore

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