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«Se va in default l’Asp di Cosenza non me ne fotte niente»

L’approvazione della delibera sugli obiettivi di piano “preoccupa” tutti. «Gli errori hanno ricadute pesantissime sui servizi sanitari»

Pubblicato il: 06/02/2021 – 13:54
di Fabio Benincasa
«Se va in default l’Asp di Cosenza non me ne fotte niente»

COSENZA Le indagini sul “Sistema Cosenza” eseguite dai finanzieri del Comando Provinciale e coordinate dalla Procura guidata da Mario Spagnuolo hanno consentito di far luce sulle dinamiche legate alla falsificazione dei bilanci consuntivi dell’Asp di Cosenza nel triennio 2015-2017. Anche il bilancio 2018 però finisce nel mirino degli investigatori. L’insediamento del Commissario ad acta Cotticelli e del sub-commissario Schael pone Raffaele Mauro di fronte a continue pressioni in vista dell’ottenimento di dati attendibili sul bilancio del 2018 che al 6 febbraio 2019 risultava «basato su stime». In uno scenario così complesso al Dg Mauro non resta che rassegnare le dimissioni e battere in ritirata. La nave affonda e l’addio del direttore generale complica ulteriormente le cose. La Regione, infatti, continua a spingere per l’approvazione del bilancio 2018 ma in assenza di una guida Aurora De Ciancio e Nicola Mastrota, rispettivamente direttore dell’Uoc Gestione risorse economiche finanziarie dell’Asp di Cosenza e responsabile del procedimento, si sentono esposti in maniera diretta e cercano di realizzare un cambio di rotta. Ma ormai è tardi. Insieme al nuovo “reggente” Sergio Diego si adoperano per correre ai ripari ed evitare di doversi accollare le responsabilità conseguenti alla «fallimentare gestione portata avanti fino a quel momento».

Cambio di rotta

Ogni azione con Diego al timone dell’Asp sarà preceduta da una «richiesta di avallo e provvedimenti giustificativi». Le intercettazioni tratteggiano le dinamiche interne e i rapporti tra l’Azienda sanitaria e il Dipartimento tutela della salute della regione e il Commissario ad acta. Come si avrà modo di captare, Diego in ogni telefonata sottolinea i demeriti di chi lo ha preceduto: «Io non posso andare a sanare cazzate che hanno fatto altro perché erano convinti di tenere le proposte “ammucciate” (nascoste)». In un’altra intercettazione (datata 24 maggio 2019) Diego comunicherà a Franco Pacenza di essere entrato nelle grazie del commissario Cotticelli, ma i commenti sul suo operato sono evidentemente negativi: «Lo sai perché Cotticelli mi adora?», chiede Diego a Pacenza. «Perché non capisce nulla – continua – e firma tutto quello che gli dico». La risposta del delegato alla sanità del governatore Oliverio è lapidaria: «Non si rende conto, non ha contezza delle cose. È disarmante!».

Obiettivi di piano e fondo rischi

Sergio Diego viene convocato in Regione e sorgono ulteriori problematiche per l’approvazione della delibera sugli obiettivi di piano. In una conversazione telefonica, Aurora De Ciancio ammetterà: «siamo rimasti cosi che noi, io e Nicola, comunicheremo alla Regione che siamo nell’impossibilità di poter caricare entro il 31 in quanto non abbiamo l’autorizzazione e mancano ancora le delibere per la rendicontazione degli obiettivi di piano e il fondo rischi». Ecco perché a sistemare le cose ci proverà (senza successo) Nicola Mastrota che convinto di ottenere l’avallo del collegio sindacale, «opera una stima del fondo rischi più aderente alla realtà, attenendosi intorno ai 50 milioni di euro». Nonostante “gli sforzi” profusi però «non sarà redatto un elenco analitico e completo del contenzioso e anche il fondo da accantonare, sebbene più elevato, sarà frutto di analisi arbitrarie». La mancata regolarizzazione dei sospesi di cassa, secondo gli investigatori è cristallizzata in una dichiarazione di Aida Chiodi, collaboratrice del Dipartimento tutela della salute. In una telefonata si rivolge proprio a Mastrota: «Tu l’hai fatta una attività di incrocio tra questi sospesi e i 50 milioni di soccombenza che dici di avere sui fondi rischi? Io se fossi un direttore generale ti dire questo? Come ti viene in mente di fare un accantonamento di 50 milioni?». La rendicontazione degli obiettivi di piano è di competenza del Direttore Sanitario, ma nel periodo di riferimento la posizione è vacante per via del commissariamento dell’Azienda. La delibera però è di estrema importanza e sarà sempre «Mastrota a farsi promotore di una soluzione di compromesso per l’adozione, mirando a guadagnarsi la stima e la fiducia del Commissario ad acta». Il piano ipotizzato viene spiegato con dovizia di particolari dallo stesso Mastrota a Diego che nel corso della medesima telefonata, lancia un chiaro messaggio sulla sua posizione in merito ai guai contabili dell’Asp di Cosenza. «Che va in default l’Azienda sanitaria non me ne fotte niente».

L’approvazione

Dopo svariate settimane trascorse a raffazzonare scuse, fantasiose quanto improbabili e illegittime soluzioni, finalmente «la rendicontazione degli obiettivi di piano per il 2018 viene approvata con la delibera del dirigente reggente Sergio Diego». «Nicola Mastrota compare come Responsabile del procedimento e Francesco Giudiceandrea come proponente (posizione discussa in una serie di intercettazioni captate dagli investigatori). La rendicontazione però è un documento importante tanto quanto il bilancio e quantifica le risorse necessarie al raggiungimento degli obiettivi aziendali. «Una rappresentazione infedele», come in questo caso, produrrà effetti negativi. Come ha modo di sottolineare la Procura: «Non si tratta solo di questioni tecniche, gli errori sia nella gestione amministrativa che in quella contabile hanno determinato un utilizzo delle risorse economiche assegnate all’Asp di Cosenza poco avveduta con inevitabili e pesantissime ricadute sull’adeguata offerta di servizi sanitari ai cittadini». (redazione@corrierecal.it)

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