CATANZARO «È arrivato il momento delle scelte». Il capogruppo del Pd alla Regione Mimmo Bevacqua rompe gli indugi e va dritto al cuore della questione: «Ritengo che Nicola Irto sia la persona giusta» per essere il candidato del centrosinistra alla presidenza della Giunta calabrese. In un’intervista al Corriere della Calabria Bevacqua si sofferma sull’attualità politica in vista del voto delle Regionali, rimarcando l’importanza dell’alleanza con il Movimento 5 Stelle e invitando chi «ha fatto passi avanti» come de Magistris e Tansi a «riflettere sulla necessità di stare insieme». E anticipa l’esito della riunione serale nella quale i dem, alla presenza del commissario regionale Stefano Graziano, hanno chiesto a Irto la disponibilità a scendere in campo come candidato presidente.
Onorevole Bevacqua, si nota un Pd e un centrosinistra un po’ fermi…
«È arrivato il momento delle scelte. L’intervista del commissario regionale del Pd, Stefano Graziano, delinea un percorso chiaro e propone tempi rapidi da seguire. In qualità di capogruppo del Pd in consiglio regionale, mi preme dire che le sue parole mi trovano perfettamente d’accordo. Non possiamo rimanere passivi in attesa dei processi nazionali: ciò favorirebbe quanti pensano cinicamente di approfittare dello scenario per lanciare quotidianamente le loro vuote proposte fatte di fumo e di sterile populismo. Proprio per questo, e poiché il tavolo di coalizione ha affidato al Pd il compito di indicare il candidato presidente, intendo manifestare pubblicamente la mia posizione in merito. Io credo che la figura idonea e migliore da esprimere risponda al nome di Nicola Irto: una persona giovane, un professionista di indubbio valore, dal profilo politico chiaro e che ha dimostrato la sua competenza da amministratore e da presidente del consiglio regionale. Ritengo in piena coscienza che Nicola Irto sia la persona giusta per guidare un lavoro collettivo teso ad allargare il campo riformista e a costruire la necessaria condivisione sui temi e sulle soluzioni da mettere in campo. Non è tempo di tergiversare o di nascondersi dietro schermaglie dialettiche: bisogna essere chiari, perché i calabresi chiedono credibilità e la credibilità comincia con la chiarezza».
In che senso credibilità e chiarezza?
«Io penso che il profilo di Irto sia anche quello capace di allargare ancora di più la coalizione, e di interloquire con tutte le forze politiche e sociali presenti in Calabria che hanno come obiettivo quello di offrire un’alternativa al governo attuale. Questa proposta la rilancio con forza anche perché ci sono tutte le condizioni per chiedere, a chi ha fatto passi avanti, di riflettere sulla necessità di stare insieme e sull’opportunità che ci viene offerta anche dalla crisi di governo nazionale, che ha destabilizzato il quadro politico e vede oggi un forte ancoraggio nel centrosinistra, tra il Pd, il Movimento 5 Stelle, forze riformiste e ambientaliste presenti nel nostro Paese. Vedo che l’indicazione della candidatura di Irto, che ho maturato in questi giorni confrontandomi molto con il territorio, con amici del partito nazionale, con iscritti ed elettori, può intercettare una condivisioni ampia. Ripeto: ora è il tempo di decidere, di non lasciare ad altri l’occasione di dividerci, perché possiamo giocarci la partita. Vedo un centrodestra che arranca molto e un popolo calabrese in attesa di candidati adeguati alle sfide, ma autorevoli e credibili, capaci di mettere da parte improvvisazioni, qualunquismo, populismo che non portano da nessuna parte, come dimostra la vicenda nazionale, e che il governo Draghi alla fine spazzerà via. Abbiamo bisogno di una classe dirigente credibile e che sappia interloquire con il governo nazionale e con la società civile: in questa direzione la candidatura di Irto potrebbe aiutare molto».
Ovviamente, però, il primo presupposto è un Pd unito, cosa che è in Calabria è particolarmente difficile…
«Io oggi vedo un Pd in gran parte unito. L’unità non significa unanimità, gran parte del gruppo dirigente regionale condivide questa indicazione, ed è pronto ad assumersi le sue responsabilità e a non tergiversare più».
Quando parla di forze che hanno fatto “passi avanti” si riferisce a de Magistris e Tansi?
«Mi riferisco a chi oggi si pone in alternativa al centrodestra, quindi anche a loro. In Calabria si può vincere bene, se non facciamo errori, soprattutto se non dividiamo le forze e se non creiamo illusioni».
E il Movimento 5 Stelle, che sembra molto indecifrabile?
«Noi auspichiamo che ci sia in questo progetto del centrosinistra anche una maturità politica del M5S, perché l’alleanza con il Pd impone anche un cambio culturale nell’approccio del governo del paese e quindi anche della Calabria. La metafora usata da Grillo – “le fragole sono mature” – secondo me va applicata anche in Calabria. Auspichiamo che anche il M5S abbia capito la lezione di questa crisi di governo e abbia capito che bisogna mettere in campo un progetto serio di centrosinistra riformista nel quale i pentastellati siano protagonisti».
Non c’è solo il tema del nome, c’è anche da mettere in campo una nuova visione di Calabria…
«In questo anno di emergenza da Covid 19 fare politica è stato ed è complesso, ma noi abbiamo un’idea della Calabria che guarda all’utilizzo dei fondi comunitari su ben individuati assetti strategici e sull’utilizzo del Recovery Plan attraverso progetti seri, cantierabili e che diano ossigeno alla Calabria. Basta con la polverizzazione delle risorse come si è fatto in questi ultimi mesi solo per accontentare gli amici. E per cambiare passo c’è bisogno di una classe dirigente seria, forte, credibile e coeva e che sia anche autorevole nei confronti del governo nazionale».
Nelle ultime settimane la giunta regionale guidata dal presidente facente funzioni Spirlì si sta prodigando in nomine, finanziamenti, bandi..
«Noi avevamo proposto alcune misure importanti da attivare davanti all’emergenza Covid 19, invece stiamo assistendo da parte dell’attuale Giunta regionale a un “cettoqualunquismo” in salsa moderna: più soldi a tutti ma senza alcuna ricaduta sull’economia e sul tessuto produttivo della Calabria e senza alunna risposta seria alla crisi economica e sociale. Se non si fanno interventi strutturali non nasce nulla sul territorio».
L’11 aprile si vota alle Regionali, ma si ventila un ulteriore rinvio…
«Io ho già detto che in Calabria non si può più tergiversare. Noi siamo pronti, ma sarà il prossimo governo a decidere se è opportuno votare o meno».
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