COSENZA Bilanci truccati e da aggiustare per tentare di mascherare i conti non in ordine e rappresentare numeri e dati assai difformi dalla realtà. L’azienda sanitaria cosentina ridotta ad un cumulo di debiti nascosti e buchi di bilancio a cui il management cercava di mettere una toppa con artifizi contabili spesso accompagnati da errori grossolani. Nessuno riusciva a far quadrare i conti come denunciato più volte in questi anni dai sindacati ma tutto sembrava poter filarle liscio fino a quando la Procura di Cosenza non ha avviato un’indagine che ha portato ad una inchiesta «ancora alle fasi iniziali». Nel registro degli indagati sono finiti pezzi importanti del vecchio management aziendale ed anche gli ex commissari ad acta per il rientro dal debito sanitario calabrese, Massimo Scura e Saverio Cotticelli. Anche loro, secondo l’accusa sarebbero stati partecipi del “Sistema Cosenza” che ha portato il capo della Procura Mario Spagnuolo, il sostituto Mariangela Farro con il supporto del comandante provinciale della guardia di finanza, il colonnello Danilo Nastasi e del comandante del nucleo di polizia tributaria, il colonnello Michele Merulli a notificare la misura cautelare del divieto di dimora a sei dei diciannove indagati. Tra i destinatari del provvedimento proprio Scura (difeso dall’avvocato Sergio Rotundo) e Cotticelli (difeso dall’avvocato Matteo Petramala), domani mattina alle 9.30 attesi in Tribunale a Cosenza dove si sottoporranno alle domande del gip Manuela Gallo. Ma non saranno gli unici. Ad essere ascoltati dal giudice per le indagini preliminari saranno anche Antonio Belcastro (all’epoca dei fatti dg del dipartimento Tutela della Saluta della Regione) e i dirigenti dell’Asp Bruno Zito, difeso dall’avvocato Luca Peluso, e Vincenzo Ferrari difeso dall’avvocato Francesco Iacopino. Mercoledì 10 febbraio toccherà agli altri indagati. Tutti, ovviamente, si difenderanno dalle accuse mosse a vario titolo nei loro confronti. (f. b.)
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