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Basta la parola

L’effetto Draghi. Ricordate lo slogan pubblicitario della Falqui: “basta la parola”, uno dei più apprezzati ai tempi del Carosello? Beh, è bastato che il presidente Mattarella affidasse a Draghi l…

Pubblicato il: 09/02/2021 – 15:28
di PAOLA MILITANO
Basta la parola

L’effetto Draghi. Ricordate lo slogan pubblicitario della Falqui: “basta la parola”, uno dei più apprezzati ai tempi del Carosello? Beh, è bastato che il presidente Mattarella affidasse a Draghi l’incarico di formare il nuovo governo per sortire lo stesso effetto del confetto lassativo, pubblicizzato dall’indimenticabile Tino Scotti nel 1957, negli anni del miracolo economico italiano. 
Ed ecco, come per incanto, che i meccanismi narcisistici delle élite politiche di destra e di sinistra (fatta eccezione per la Meloni) si placano insieme ai mal di pancia e agli appetiti e le uniche roboanti dichiarazioni ora sono riconducibili solo all’autorevolezza, alla sobrietà e soprattutto ai meriti del nuovo Capitano, che negli ultimi trent’anni ha avuto un ruolo decisivo nel determinare la politica monetaria prima del Paese e poi dell’Europa.
Persino fra i 5Stelle, la sensazione è la stessa che prova Alice quando cade nella tana del Bianconiglio, consapevoli – dopo aver governato con Salvini prima e Zingaretti poi – di non essere più una zattera per lo scontento e la protesta.
Non c’è che dire, comunque, un bel salto di qualità rispetto ai tatticismi di bassa lega, al linguaggio da Papeete, ai leoni da tastiera, all’imbarbarimento della politica che ci vedeva quasi del tutto rassegnati.
Draghi riconduce tutto nell’alveo della meritocrazia, della politica istruita e competente e già questo segna un primo punto a suo favore, nell’attesa che traghetti il Paese fuori dalle secche.
C’è da augurarsi che tra le priorità dell’uomo del «whatever it takes», del costi quel che costi, ci siano anche le riforme e un Piano Marshall per rendere finalmente competitivo il Sud del Paese.
Nel frattempo in Calabria si registra – seppure in un clima che muta da un giorno all’altro – l’accordo tra Luigi De Magistris e Carlo Tansi che – in fatto di poltrone – hanno una posizione chiara, coerente e sincera: uno sarà il Presidente della Regione e l’altro del Consiglio, in caso di vittoria, ma sono già in molti a scommettere sulle prove di lealtà e correttezza tra il duo Coppi-Bartali (come amano definirsi).
In casa Spirlì, ops Lega, si ipotizzano invece «nuovi giri di valzer» dopo gli abbandoni di Novello a Cosenza, Chiefalo a Catanzaro e Salvatore Gaetano a Crotone, che avvisa (qui) gli aspiranti leghisti: «State attenti, valutate bene, rischiate di essere spremuti come limoni e poi nessuno vi chiamerà o vi terrà in considerazione» perché, motiva l’ex coordinatore cittadino, «Salvini ha dei rapporti personali che non hanno nulla a che vedere con un progetto Lega per il Sud e per la Calabria».
È di ieri la proposta, infine, di candidare l’ex presidente del Consiglio, Nicola Irto, alla guida di un Pd che – abbandonato il virtuale – prova a materializzarsi sul territorio, mentre nel centrodestra i problemi (come scogli) affiorano tra i flutti di un cantiere ancora in alto mare.
A noi intanto non resta che sperare nell’onda lunga dell’effetto Draghi.

paola.militano@corrierecal.it

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