Ultimo aggiornamento alle 15:33
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

contributo

«Franco Marini, la politica come missione»

di Nicodemo Oliverio *

Pubblicato il: 09/02/2021 – 12:51
di Nicodemo Oliverio *
«Franco Marini, la politica come missione»

Per noi democristiani Franco Marini è sempre stato un riferimento straordinario; per me un vero amico. Un esponente del  cattolicesimo sociale che ha messo al centro della sua azione la dignità della persona umana, ed in particolare di quelle che avevano meno.  Fu un sindacalista battagliero che nelle trattative sapeva, però, cogliere il punto di equilibrio tra le diverse istanze. Un politico acuto che ha sempre coniugato l’anelito alla giustizia sociale, la tutela dei lavoratori con la prospettiva di uno sviluppo economico sostenibile.  Una persona perbene, di una umiltà disarmante. 

In questi giorni in molti parleranno di Franco Marini. In tanti si soffermeranno sul suo profilo di Segretario generale della Cisl, di Ministro del Lavoro, di Segretario del Partito Popolare Italiano, di Presidente del Senato, e di candidato alla Presidenza della Repubblica che alla prima votazione consegui il numero dei voti che sarebbe stato sufficiente per essere eletto al terzo scrutinio. Il mio vuole essere solo un ricordo  di una persona che stava dentro la macchina organizzativa che aveva come timoniere Franco Marini. Ho avuto la fortuna di incontrarlo, la prima volta,  in occasione di una storica assemblea studentesca svoltasi il 15 dicembre 1975 all’Università di Roma dei Cattolici Popolari che avevano subito una serie di aggressioni nella cittadella universitaria. Io ero una matricola universitaria. Franco Marini venne in quell’Aula di lettere, facendosi strada prepotentemente tra le urla e gli spintoni di un gruppo del Movimento di autonomia operaia, per sostenere la voce di quei ragazzi che chiedevano il diritto ad essere presenti e di potersi esprimere all’università contro ogni intolleranza. Franco Marini, da vero leader, difese con forza le ragioni della democrazia e galvanizzò quei giovani impauriti dal clima di violenza che caratterizzava quella fase politica. Riecheggia ancora nella mia memoria il tono forte e chiaro della sua voce accompagnato da una gestualità inconfondibile. Marini aveva una particolare sensibilità verso i sindacati dei regimi dittatoriali, in particolare, con il sindacato cileno e con Solidarnosc,  il sindacato polacco di Lec Walesa. E con loro manteneva rapporti costanti e scambio di informazioni.   Poi nell’ottobre 1992 Mino Martinazzoli divenne segretario politico della Democrazia Cristiana e affidò a Marini la segreteria organizzativo. In quella occasione Marini mi chiamò a collaborare. Ed è da allora che nacque tra me e Marini una collaborazione stretta e una proficua e grande amicizia.  Nel 1995 quando Rocco Buttiglione tenta di portare a destra il Partito Popolare, Franco Marini, assieme a Gerardo Bianco e a Giovanni Bianchi, si oppose e concorse a costruire l’Ulivo. Mi ricordo la grande e particolare  attenzione che Marini mise in campo per preparare il Consiglio nazionale dell’Ergife dell’11 marzo 1995 che si oppose all’alleanza del Ppi con la destra. Marini fu sempre convinto dell’alleanza politica e  strategica con le forze che facevamo riferimento alla tradizione socialista, comunista ed ambientalista. Sotto la sua segreteria, infatti, nacque il governo D’Alema, il primo post comunista alla guida del Paese. Marini, a tal proposito,  non si stancava mai di ripetere che il governo doveva chiamarsi D’Alema-Mattarella, proprio per significare che l’alleanza era strategica e non occasionale. Per Marini la politica era una grande missione che doveva essere servita con forza, con passione, con abnegazione verso le persone, i territori, il mezzogiorno, da vero allievo di Giulio Pastore. Negli ultimi anni Marini approfondì gli studi sulla grande guerra, rivalutando molti avvenimenti trascurati  dalla storiografia moderna. Mi colpì moltissimo la grande e puntuale ricostruzione storica che Franco Marini fece sull’eroismo della Brigata Catanzaro. Ma il presidente Marini, nel quadro dei numerosi impegni, sapeva dare il giusto peso alle cose che contano. L’amore verso sua moglie, la signora Luisa,  era straordinario. Una  affezione grande che sembrava appena sbocciata. Così come il fortissimo legame con il figlio Davide, con sua moglie Paola, nostra conterranea, e con la nipotina Luisa. I grandi uomini si riconoscono dalle cose semplici e dalla umiltà  con la quale si rapportano con le persone. Franco Marini sapeva cogliere nel volto delle persone le preoccupazioni, le aspettative e la gioia. E sapeva corrispondere alle loro attese. Per me fu tutto questo;  ma fu anche un maestro, un Padre, un fratello maggiore, un Amico che sapeva ascoltarti e consigliarti.  Grazie, Signore, per avercelo donato.

*Dirigente politico e più volte parlamentare

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x