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«Il flacone magico»

di Bruno Gemelli

Pubblicato il: 10/02/2021 – 8:15
di Bruno Gemelli
«Il flacone magico»

La pandemia che tarda a finire ha provocato danni incalcolabili a tutte le economie mondiali. Quasi nessuna nazione ne è al riparo. Tuttavia ci sono nicchie produttive che non solo si sono salvate, ma hanno fatto lievitare i propri profitti. Non parliamo, tanto per dire, di Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Johnson&Johnson e Sputnik, ma dei suoi contenitori. I flaconi. Per dirla con l’opera di Wolfgang Amadeus Mozart, “Il flauto magico”, il flacone magico.
Si è occupato di quest’aspetto la rivista Forbes che ha analizzato queste evoluzioni commerciali, raccontando una storia di ingegno tipicamente italiana.
Giacomo Tognini ha scritto un articolo che è apparso su Forbes.com. Così l’esordio: «Nel mese di aprile in Italia, al culmine del lockdown, le fabbriche sono state chiuse in tutto il Paese. Ma a Piombino Dese, un piccolo paese a circa 32 km da Venezia, le enormi macchine per la formatura da tubo vetro del gruppo Stevanato continuavano a ronzare, sputando fuori milioni di flaconi e siringhe. Centinaia di dipendenti hanno indossato mascherine per lavorare 24 ore su 24 in tre turni giornalieri, sette giorni su sette, producendo di tutto, dalle cartucce di penne per insulina ai flaconcini di vetro in miniatura e, cosa più urgente, milioni di minuscoli flaconi sterili, ognuna più piccola di 20 ml di fluido, che un giorno ospiteranno le dosi di un vaccino contro Covid-19».
“Ogni sabato e domenica, anche a Pasqua, andavo a lavorare al fianco dei miei dipendenti per dimostrare che eravamo in trincea”, ha raccontato Franco Stevanato, 46 ​​anni, ceo del gruppo e nipote del suo fondatore Giovanni.
Fare questi flaconi era un grande business anche prima che il Covid-19 facesse la sua comparsa a gennaio. L’anno scorso, l’industria farmaceutica globale ha acquistato circa 12 miliardi di flaconi. Il gruppo Stevanato, un’azienda familiare di 71 anni, ne ha forniti oltre 2 miliardi (l’azienda è anche il più grande produttore mondiale di cartucce per penne per insulina). Un vaccino Covid-19, che probabilmente dovrà essere somministrato in due iniezioni separate, richiederà miliardi di flaconi aggiuntive. Stevanato prevede che la pandemia aumenterà la domanda per i suoi flaconi di vetro del 20% nei prossimi due anni.
Nel 2019 Stevanato ha incassato 47 milioni di dollari su 675 milioni di dollari di vendite. Forbes stima che Sergio Stevanato , il 77enne presidente dell’azienda e figlio del fondatore, possieda una quota del 68% dell’azienda, del valore di 1,8 miliardi di dollari. I figli di Sergio, Franco (l’amministratore delegato) e Marco, il vicepresidente di 47 anni, dirigono ora questa realtà. Ognuno possiede il 16%, per un valore di oltre 400 milioni di dollari ciascuno.
L’azienda ha assunto più di 580 nuovi lavoratori nei primi sei mesi del 2020. Alla fine di giugno, Stevanato ha firmato un accordo con la Coalition for Epidemic Preparedness and Innovations (CEPI) norvegese, un gruppo sostenuto dalla Fondazione Gates che sta assistendo nove diversi progetti di vaccini contro il Covid-19 compresi gli sforzi dell’azienda biotech Moderna di Boston e dell’Università di Oxford – per fornire 100 milioni di flaconi di vetro borosilicato per un massimo di 2 miliardi di dosi di vaccino.

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