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‘Ndrangheta, sequestrate 4 società tra Lombardia ed Emilia Romagna. Coinvolto ex assessore

Operazione della Dda di Brescia contro le cosche crotonesi al Nord. Tipaldi sarebbe stato il riferimento dei clan nel Comune lombardo di Viadana

Pubblicato il: 10/02/2021 – 13:43
‘Ndrangheta, sequestrate 4 società tra Lombardia ed Emilia Romagna. Coinvolto ex assessore

BRESCIA Sono in tutto 19 le persone indagate nell’ambito dell’operazione “Gemelli” della Direzione distrettuale antimafia di Brescia che attraverso un decreto ha sequestrato quattro società, tre operative a Viadana e una a Reggio Emilia, ritenute collegate ad esponenti di famiglie della ‘ndrangheta operante a Isola di Capo Rizzuto e ormai stabilmente presente nel territorio di Viadana, in provincia di Mantova.
Tra i coinvolti ci sono cinque esponenti della famiglia Rillo e due della famiglia Pugliese oltre all’ex assessore a Viadana Carmine Tipaldi. Proprio Tipaldi, con altri otto coinvolti, è accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso.
«È il punto di riferimento anche politico per l’organizzazione» scrivono i pm Paolo Savio e Claudia Moregola nelle 216 pagine di decreto di sequestro preventivo.

«Viadana è il nostro»

Il patrimonio oggetto della misura ammonta a un milione e cinquecentomila euro. Il totale del sequestro rappresenta parte dei reinvestimenti e comprende le quote sociali, nonché patrimoni aziendali delle 4 società.
In particolare l’indagine di polizia giudiziaria ha permesso di accertare che, a partire dalla fine degli anni ’90, alcune persone originarie di Isola di Capo Rizzuto si sono appositamente trasferite a Viadana con l’obiettivo di riciclare consistenti somme di denaro reinvestendole in aziende attive nel trasporto di merce su gomma ed operazioni immobiliari. In una delle conversazioni intercettate, veniva invitato un noto personaggio della criminalità calabrese a trasferirsi al Nord perché «…qua Viadana è nostro, ora ci possono prendere 30 anni, 50 anni o l’ergastolo, ma Viadana è il nostro…».
Grazie alle investigazioni è stato possibile verificare che gli indagati, nel giro di pochi anni, hanno percepito un reddito economico sproporzionato ai redditi percepiti ed in particolare hanno investito denaro nella costituzione di società di autotrasporti reimpiegando i proventi illeciti nel settore immobiliare.
L’indagine, svolta dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, dalle Squadre Mobili di Brescia e Mantova, dal Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza e dal Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia, ha permesso di far luce sull’infiltrazione e il radicamento della criminalità organizzata nel tessuto economico del nord Italia.

«Sono partiti da Cutro che erano alla fame e ora girano col Ferrari»

Sono la Pr Trasporto Srl la Sg Trasporti, la Viadana Immobiliare, tutte di Viadana, nel Mantovano, e la Feril costruzioni srl di Reggio Emilia, le società poste sotto sequestro dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia nell’ambito dell’inchiesta “Gemelli”.
L’inchiesta fa riferimento alle realtà di Viadana e Brescello (Reggio Emilia), “gemelle” per la presenza di cosche della ‘ndrangheta sul territorio secondo quanto ricostruito dagli inquirenti. La famiglia Grande Aracri a Brescello e la cosca dell’Isola di Capo Rizzuto a Viadana. Un collaboratore di giustizia sentito durante le indagini in merito alla famiglia Riillo ha detto che «quando sono arrivati a Viadana i Riillo hanno intrapreso un’attività di autotrasporti, riciclando denaro del clan Arena». Un secondo collaboratore sulle attività invece della famiglia Grande Aracri ha spiegato ai magistrati: «Questi sono partiti da Cutro che erano senza soldi. Erano alla fame. Ora girano col Ferrari». Con il provvedimento i pm Paolo Savio e Claudia Moregola hanno disposto anche il sequestro di 447 mila euro «nelle disponibilità di Francesco, Pietro e Pasquale Riillo e Antonio Asti». Un commercialista di Brescia è stato nominato amministratore giudiziario delle società sottoposte a sequestro.

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