CATANZARO Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha rigettato le istanze presentate dai legali di Glenda Giglio, 40 anni, ex presidente dei giovani industriali di Crotone, di Andrea Leone, 53 anni, braccio destro di Antonio santo Bagnato boss di Roccabernarda e Carmine Falcone, 74 anni, boss della locale di San Leonardo di Cutro. I tre indagati sono coinvolti nell’inchiesta “Basso Profilo” della Dda di Catanzaro sui legami tra le cosche crotonesi e imprenditori e politici del Catanzarese.
Giglio si trova ai domiciliari con l’accusa di di concorso esterno in associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso e varie ipotesi di trasferimento fraudolento di valori aggravato da metodo mafioso.
Falcone, che resta in carcere, è ritenuto riferimento operativo delle organizzazioni ‘ndranghetistiche operanti nell’area di san Leonardo di Cutro, con la carica di contabile. Mentre Leone – anche lui resta in carcere – secondo l’accusa «avvalendosi della sua intraprendenza imprenditoriale e veicolando parte dei proventi alle cosche, curava la gestione di società fittizie – nelle quali figuravano prestanomi a lui legati – create al precipuo scopo di incamerare illeciti profitti mediante condotte decettive ai danni dell’Erario e degli enti previdenziali (società nelle quali venivano impiegati dipendenti indicati da Santo Bagnato». (ale. tru.)
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