COSENZA Il progetto del nuovo ospedale di Cosenza, annunciato, poi dimenticato, tirato fuori dal cassetto con l’avvicinarsi delle elezioni è ormai considerato una sorta di leggenda metropolitana. Nella città dei bruzi, non si contano i convegni celebrativi organizzati riempiendo le poltrone rosse di personalità politiche e istituzionali desiderose di salire sul palco e commentare con enfasi, quasi commossi, il grande piano. Sono seguite, nel corso degli anni, inutili e stucchevoli bagarre non solo sull’opportunità di costruire un nuovo nosocomio ma anche sul luogo dove far sorgere una struttura (è bene ribadirlo) che al momento riempie solo un cumulo di fogli di carta. Il dibattito procede sospeso – da anni – tra lunghe pause e improvvisi ritorni di fiamma, ma di concreto non c’è nulla. L’idea di un ospedale moderno e funzionale piace e molto al nuovo commissario dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, Isabella Mastrobuono intervistata dal Corriere della Calabria. «Mi pare scontato ribadire la necessità – sottolinea – di rendere concreto l’ammodernamento di una struttura vecchia come quella dell’Annunziata. Ma il compito è assai arduo». «Il commissario Longo – continua – avrà con la legge 150 l’opportunità di predisporre un piano per la rete ospedaliera e ci sono fondi destinati e previsti alla realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza. Non so dove sorgerà, ma la città avrebbe disperatamente bisogno di un nosocomio in grado di ospitare e valorizzare le tante eccellenze». La Mastrobuono di strutture all’avanguardia se ne intende. «Ho costruito un ospedale al policlinico Tor Vergata, l’ho visto crescere e non ha idea di quanto sia importante immaginare spazi funzionali in relazione alle attività svolte. Sarebbe straordinario vedere una struttura del genere a Cosenza. Nel frattempo faremo del nostro meglio per accontentarci di quello che abbiamo».
In attesa di novità, Mastrobuono sin dal suo insediamento ha avviato un new deal all’A.o. Cosentina impartendo precisi ordini sul lavoro da svolgere per migliorare i Lea (livelli essenziali di assistenza). «I numeri dello scorso anno sono bassissimi ma sulla riduzione – afferma – pesa come un macigno il Covid. Dovremo essere bravi a ripartire per rispondere alle domande dei cittadini e stiamo lavorando ad un programma definito». Il commissario Mastrobuono ha riunito, nelle scorse ore, tutti i direttori di dipartimento per predisporre un piano volto a riportare i numeri e le prestazioni ai livelli pre-Covid. Novità importanti sono previste sulle assunzioni. «C’è un piano che ho analizzato nel dettaglio e comporta l’esecuzione di concorsi. Ho individuato le priorità – annuncia il commissario – 16 medici nelle varie discipline (tra cui pronto soccorso e urgenza)». I concorsi però spesso richiedono tempo lunghissimi e l’unica strada alternativa è il ricorso all’assunzione di personale a tempo determinato «ma non sempre i nostri avvisi hanno un riscontro positivo. In molti scelgono di non lavorare per sei mesi preferendo un contratto più lungo. Stiamo tentando di accelerare i tempi dei concorsi».
C’è un tema scottante, diventato un vero e proprio spauracchio per i commissari costantemente nel mirino quando si tratta di conti e bilanci delle aziende sanitarie calabresi. Ne è la prova quanto accaduto all’Asp di Cosenza dove il “sistema” scoperto dalla Procura guidata da Mario Spagnuolo, stilava documenti contabili farlocchi, taroccando debiti e ammanchi, tentando di mettere una pezza alle perdite. Il risultato è noto, e sul tema la Mastrobuono ha un’idea chiara: «devo garantire servizi e rendicontarli bene e in maniera trasparente. Il bilancio non è stato un problema negli anni passati e non lo sarà neanche quest’anno. L’azienda ospedaliera di Cosenza ha ottenuto l’approvazione del collegio sindacale e dunque la corretta certificazione della redazione di un documento assai importante». «E’ ovvio – chiosa il commissario – terrò in considerazione qualsiasi ed eventuale nota del collegio». (redazione@corrierecal.it)
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