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CONTRIBUTO

«Sburocrati»

di Vincenzo Caserta*

Pubblicato il: 11/02/2021 – 14:34
di Vincenzo Caserta
«Sburocrati»

Nel dibattito nazionale da qualche tempo a questa parte si sta discutendo con intensità su come si possa fare a sburocratizzare riformando le Pubbliche Amministrazioni nell’obiettivo di rendere più veloci le procedure legate ai servizi che esse erogano.
Per le scelte di metodo su come fare, molto presto, il prossimo Governo esprimerà finalmente qualche sostanziale modifica strutturale sugli assetti Amministrativi Pubblici per far si che nelle procedure e nelle istruttorie si abbiano speditezza, risolutività ed esecutibilità dei processi amministrativi.
Risulta evidente come la sfida che si mette in campo possa dare origine alla costruzione di un modello amministrativo da riportare nel pubblico per il futuro e renderlo sistema di procedura ordinaria.
C’ è da dire però che l’impresa non è certamente facile se si pensa che dal 1990 il sistema amministrativo ordinario è cambiato radicalmente rispetto a prima.
Allora, con atti legislativi coraggiosi ma determinati è stato posto un argine molto netto tra l’indirizzo politico e l’azione amministrativa che ha dato ampia competenza ed autonomia di responsabilità ai cosiddetti burocrati.
Tali procedure nate e positivamente salutate con l’intento di evitare qualsiasi invasione della politica nel sistema della gestione pubblica, ha però reso negli anni successivi, sempre più complicata e con tempi lunghi e ferraginosi, la durata dei procedimenti amministrativi, nonostante tutte le legislazioni europee, nazionale e regionale fossero protese ad una accelerazione delle istruttorie a favore dei beneficiari, del grado di soddisfacimento dell’utente e conseguentemente della spesa.
Come valore aggiunto nelle procedure erogatorie pubbliche negli ultimi 25 anni hanno assunto pregnanza le direttive Comunitarie che da un lato hanno generato nelle macchine amministrative un assestamento regolamentare nelle sequenze di assegnazione dei benefici dall’altro, soprattutto, di un mancato allineamento tra programmazione, norme e assegnazione delle risorse costringendo sempre ,ad esempio, tutti i P.O.R. (Programma Operativo Regionale ) ad una riprogrammazione o a procedure di rigenerazione delle risorse finanziarie assegnate, per riuscire a spendere e non perdere alcuna opportunità assegnate dalla U.E. alle Regioni.
Tali azioni attivate dalle Amministrazioni hanno reso i carichi di lavoro del personale dipendente pubblico molto più intensi e non gestibili rispetto alle tempistiche ed ai ritmi richiesti dalla chiusura dei procedimenti seppure siano stati utilizzate a sostegno dei dipendenti tutti i benefici contrattuali possibili aggiuntivi sia finanziari che di collaboratori ,utilizzati, esperti ,ecc.
Questo ha generato altresì molta più confusione e poca distribuzione ordinata del lavoro all’interno della macchina amministrativa nonostante gli sforzi di rimettere in cammino con diverse modalità organizzative, poco efficaci ad oggi, l’intero assetto.
Da tale confusione se ne esce, solamente se lo sforzo delle riforme da attivare nella Pubblica Amministrazione venga indirizzato ad una riorganizzazione della burocrazia e ad alcune scelte di metodo da apportare all’organigramma di sistema che tenga conto di più e dia risalto, ad aspetti organizzativi ritenuti meno rilevanti quando la si elabora ma che possono generare dei problemi pratico-organizzativi in sede applicativa. Di seguito se ne evidenzia qualcuna:

  • Il personale della amministrazione deve avere un carico di lavoro confacente agli indirizzi ed alle funzioni che lo stesso presta nel quotidiano impegno con obiettivi chiari al raggiungimento di performance riscontrabili in risultati. Non sono sostenibili attribuzione di carichi aggiuntivi che non si possono gestire.
  • Il lavoro deve essere distribuito con equità e rapportato alla giusta dose di esperienza e di capacità nell’espletarlo.
  • I tempi dei procedimenti devono essere rispettati a qualsiasi titolo essi facciano riferimento.
  • Deve essere implementata l’azione di controllo sugli atti che, può essere esercitata non solo dai Dirigenti ma anche da qualche organismo interno che funzioni come i vecchi co.re.co. (comitati regionale di controllo) che assolvevano a funzioni di controllo e di legittimità degli atti amministrativi prima del 1990 in maniera completa e precisa. Questo eviterebbe possibili errori, maggiore controllo e minore contenzioso giudiziario.
  • Regolamentare con leggi o con appositi norme interne, trasversali a tutte le procedure, le richieste documentali che vengono avanzate nei bandi anche quelli comunitari visto che l’U.E. su questo sta già lavorando in maniera proficua.
  • Snellire le procedure legate alla documentazione da esibire a cura degli utenti negli avvisi. In questa fase si sta già sperimentando sia a livello nazionale che regionale qualche significativa iniziativa. Questo non esclude l’esercizio di un controllo o in itinere o ex post che può essere esercitato anche dal personale in forza.
  • Utilizzare e rafforzare tutti gli accordi o i protocolli utili ad arginare l’invasività della criminalità già positivamente sperimentata negli anni scorsi.
  • Coinvolgere le amministrazione del territorio Regioni ,Provincie, Comuni ed Aree Metropolitane quali soggetti intermediari e delegare ad esse maggiori funzioni (già ad oggi affidate) istruttorie purchè siano rispettati, programmazione, tempi procedure e risultati.
    Sono delle modifiche divenute ormai opportune e concrete per snellire e rendere più efficiente ed efficace quanto più possibile la macchina Amministrativa, più consona ai tempi ed agli obiettivi che il Pubblico si pone nell’esercizio delle funzioni che espleta.
    Non si potrà arrivare subito (questo vale per tutto il Pubblico) quale modello più recente e significativo per il nostro Paese alle procedure dell’ex Morandi di Genova, dove una task force si è concentrata a lavorare 24 ore al giorno in regime continuato e connesso ma, bisogna cominciare a spendersi con concretezza ed estrema praticità se l’obiettivo è quello di far funzionare meglio il sistema amministrativo pubblico. Pertanto non ci si dovrà concentrare esclusivamente come si è fatto per tanti anni a tagliare le spese ritenute giustamente superflue del Pubblico (spending review) ma, considerare che la riforma dovrà obbligatoriamente concentrarsi su ben altro e forse ora, sarà anche più semplice rimetterla a regime nel sistema di un Paese proteso ormai a cambiare.

    già Dirigente della Regione Calabria*
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