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il processo

“Quinta Bolgia”, chiesta la condanna di imprenditori in odore di mafia ed ex manager dell’Asp

Il pm ha invocato pene severe al termine della requisitoria del rito abbreviato. Coinvolto anche l’ex dg dell’Azienda sanitaria di Catanzaro

Pubblicato il: 12/02/2021 – 14:41
di Alessia Truzzolillo
“Quinta Bolgia”, chiesta la condanna di imprenditori in odore di mafia ed ex manager dell’Asp

CATANZARO Dodici condanne, con pene dai 14 a 8 mesi di reclusione, e pene pecuniarie, sono state invocate dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Chiara Bonfadini, al termine della requisitoria del processo, con rito abbreviato, “Quinta Bolgia”, che coinvolge dirigenti medici, infermieri, imprenditori nel settore delle onoranze funebri (e loro dipendenti) tutti legati all’Asp di Catanzaro (e all’ospedale di Lamezia Terme in particolare). Un’indagine che ha dato la stura all’insediarsi della commissione d’accesso antimafia nell’Asp di Catanzaro. 
Pietro Putrino, a capo dell’omonimo gruppo imprenditoriale, 14 anni di reclusione; Diego Putrino, classe ’82, amministratore della Putrino service srl, 11 anni di reclusione; Diego Putrino, classe ’67, socio al 95% e amministratore delle altre società legate alla famiglia Putrino, 11 anni di reclusione; Vincenzo Torcasio, “Enzino”, dipendente della ditta Putrino, 10 anni e 10 mesi di reclusione; Silvio Rocca, socio unico e amministratore della società Rocca Snc, 12 anni di reclusione; Ugo Bernardo Rocca, figio di Pietro Rocca, 12 anni di reclusione; Franco Antonio Di Spena, “Tony”, dipendente della Rocca servizi, 6 anni di reclusione; Roberto Frank Gemelli, infermiere nell’ospedale di Lamezia Terme, 3 anni e 4 mesi di reclusione; Sebastiano Felice Corrado Mauceri, infermiere nell’ospedale di Lamezia Terme, 3 anni e 4 mesi di reclusione; Giuseppe Pugliese, ex direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro, 8 mesi di reclusione e 800 euro di multa; Giuseppe Perri, ex direttore generale dell’Asp di Catanzaro, un anno e 4 mesi di reclusione. Il pm ha chiesto al condanna anche della società La Pietà di Putrino srl per gli illeciti amministrativi da reato: 180mila euro (corrispondenti a 600 quote) e 240mila euro (corrispondenti a 800 quote).

L’associazione

Gli imputati sono accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso (i Putrino, i Rocca, Torcasio, Strangis e Di Spena) quali appartenenti a due sottogruppi associativi di stampo ‘ndranghetistisco a loro volta inseriti nel contesto criminale lametino della consorteria Iannazzo-Cannizzaro-Daponte. I due sottogruppi sarebbero capeggiati da Pietro Putrino e dai fratelli Silvio e Pietro Rocca. Rocca e Putrino, stando alle accuse, si sarebbero contesi l’accaparrarsi i servizi di onoranze funebri all’interno del Giovanni Paolo II di Lamezia perpetrando illecita concorrenza con violenza o minaccia a danno delle altre imprese, facendo leva sull’appartenenza alle cosche attraverso i propri dipendenti legati alla criminalità organizzata. Un comportamento da padroni che si concretizzava non solo nella concorrenza illecita ma anche nell’accesso ai vari reparti dell’ospedale lametino, grazie al possesso illecito di copie delle chiavi, per “adescare” i parenti dei defunti e accaparrarsi i servizi di onoranze funebri; l’accesso ai personal computer del Centro prelievi e del pronto soccorso dove sono memorizzati i referti dei pazienti; l’accesso alla farmacia del Pronto soccorso; l’accesso per i propri automezzi negli spazi riservati dell’ospedale (come, ad esempio, quelli dedicati ai dializzati).

Il servizio ambulanze

Tra le accuse vi è anche quella di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente aggrava dal metodo mafioso, per aver turbato il procedimento amministrativo relativamente all’affidamento del servizio ambulanze in favore della Croce Rosa di Putrino. Alla Croce Rosa Putrino sarebbe stata concessa la proroga dell’affidamento del servizio ambulanze illecitamente e in palese violazione dei servizi di rotazione e trasparenza, assicurando alla società un vantaggio patrimoniale ingiusto dal 24 dicembre 2015 al 15 novembre 2017 di 1.364.251,43 euro.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Lucio Canzoniere, Antonio Larussa, Francesco Gambardella, Renzo Andricciola, Nunzio Raimondi, Massimiliano Carnovale, Daniela Fregola. (a.truzzolillo@corriercal.it)

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