COSENZA «I dati ufficiali che noi certifichiamo annualmente in merito alla produzione di rifiuti, ed in particolare sulla differenziata, nei paesi della Calabria, dimostrano che ancora c’è tanto da lavorare, nonostante una leggera crescita che fa ben sperare . Ci sono realtà della regione dove la situazione è particolarmente critica, penso alla provincia di Reggio Calabria o alla città di Crotone, mentre ci sono altre aree, come la provincia di Cosenza o la citta di Catanzaro, che sono lanciate verso questa nuova cultura della sostenibilità».
È quanto affermato oggi dal direttore generale dell’Arpacal, Domenico Pappaterra, nel corso dell’Ecoforum di Legambiente, che si è tenuto sulle piattaforme digitali e che ha visto la partecipazione di importanti rappresentanti del mondo ambientalista ma anche delle istituzioni territoriali non solo calabresi. Evento in streaming che ha registrato anche la premiazione da parte di Legambiente dei cosiddetti Comuni Ricicloni in Calabria. Un momento di incontro e di confronto sulle prospettive future, quindi, sulle necessità che ha la nostra Calabria, ma anche di conoscenza dei dati ufficiali dai quali partire.
«Ringrazio Legambiente – ha detto Pappaterra – per l’invito al forum di oggi, anche perché una parte di questo programma in un certo qual senso, nel nostro piccolo, abbiamo contribuito anche noi a realizzare, perché è sulla base dei nostri dati, prodotti annualmente nel cosiddetto report rifiuti, che Legambiente fa le sue valutazioni per premiare i cosiddetti comuni ricicloni». «Il 30% dei comuni calabresi continua – ha incalzato Pappaterra – a non fornire i dati e questo impedisce di monitorare la concreta produzione dei rifiuti sul territorio regionale. Nonostante i diversi solleciti, 127 comuni della Calabria non hanno trasmesso i dati ufficiali. La pandemia COVID-19 che ha colpito il mondo nel 2020 potrebbe essere una giustificante se non fosse che questo trend di mancata collaborazione è pressoché costante ormai da diversi anni».
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