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Emergenza coronavirus

Nuovo focolaio di Covid19 a Rocca Imperiale

Incremento di contagi nel cosentino, 17 positivi a Rocca Imperiale e 29 a Corigliano Rossano

Pubblicato il: 13/02/2021 – 21:17
Nuovo focolaio di Covid19 a Rocca Imperiale

COSENZA La curva del contagio in Calabria oggi ha avuto un leggero aumento e nella provincia di Cosenza si è riscontrato «un nuovo focolaio di Covid19 con 17 casi positivi nel comune di Rocca Imperiale», il piccolo borgo medievale con poco più di 3mila abitanti, che si trova al confine con la Basilicata. A renderlo noto è Martino Rizzo, responsabile del servizio Igiene e Sanità pubblica dell’Asp di Cosenza per l’area della Sibaritide. «Ci aspettavamo l’incremento di contagi di Rocca Imperiale, già anticipato da diversi positivi ai test rapidi, ed è arrivata la conferma dei tamponi. A questi casi si devono aggiungere quelli di Corigliano-Rossano (29), quelli di Oriolo (1), Roseto (3), Amendolara (2) e Vaccarizzo (1), i nuovi casi sono a domicilio, per la maggior parte asintomatici». Dichiara Rizzo sull’andamento dell’epidemia per la provincia di Cosenza e continua: «Il vaccino arriverà per tutti, ma non a parole, realmente. Perché fino ad oggi ci sono state tante parole e pochi fatti. Ma, nonostante tutto, siamo andati avanti, e siamo quasi a metà della prima fase. Cioè abbiamo vaccinato il personale sanitario, e stiamo per concludere le vaccinazioni di ospiti e operatori delle Rsa e delle Case di Riposo». Successivamente si dovrebbe proseguire con gli ultraottantenni, e questo fino al 31 marzo. Ma dove vaccineremo? E quanti ne vaccineremo ogni giorno? Con quale personale? Domande a cui dovremo dare urgente risposta, per non rischiare di restare i “soliti” ultimi». «Inoltre, sarà disponibile un nuovo vaccino – continua Rizzo – quello dell”AstraZeneca, che però ha l’indicazione di utilizzo preferenziale tra i 18 ed i 55 anni e potrebbe essere utilizzato contemporaneamente all’altro, per vaccinare insegnanti e personale scolastico, forze dell’ordine, personale carcerario e detenuti, personale di servizi essenziali, ecc». «Ma resta il quesito: dove, e chi li somministrerà? Vedremo, ma sarebbe bene fare in fretta, – conclude – perché prima riusciremo ad immunizzare, prima il virus non troverà ospiti in cui moltiplicarsi a attraverso cui diffondersi, prima finirà questo supplizio e potremo riprenderci la nostra vita».

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