CORIGLIANO ROSSANO «Non abbiamo bisogno di salvatori della patria, la Calabria ai Calabresi». Il messaggio che Gianni Papasso ha lanciato a Luigi De Magistris durante la trasmissione Un Eco dallo Jonio, andato in onda ieri sera su L’Altro Corriere Tv è servito per far comprendere qual è la posizione di molti sindaci sulla candidatura del sindaco di Napoli alla presidenza della Regione. Di questo e di tanto altro ha parlato il sindaco di Cassano, ospite del talk negli studi di Corigliano Rossano.
Durante le primissime battute Papasso ha ripercorso l’iter sfociato con lo scioglimento della sua passata amministrazione comunale per infiltrazioni mafiose. «Nei miei confronti – ha detto – è stato ordito un complotto. Mi stavo opponendo a dinamiche che non mi piacevano, sempre nell’interesse della mia città e della Sibaritide ed hanno provato a farmi fuori politicamente. Adesso rimango in attesa del verdetto della Cassazione perché l’avvocatura dello Stato ha presentato ricorso. La camera di consiglio di è tenuta lo scorso 22 gennaio e, fermo restando che accetterò qualunque responso dei giudici perché mi sono difeso nel processo e non dal processo, il procuratore generale dopo aver esaminato la situazione non ha esposto alcuna conclusione, chiarendo che quel ricorso è inammissibile. Strano è che Cassano, Lamezia Terme, Scilla e Crucoli siano passate per la stessa procedura e per l’identico percorso». Il sindaco di Cassano è convinto che sia stato «vittima di una grandissima ingiustizia, vittima di un potere che voleva fare sul territorio di Cassano cose che io ho impedito. Mi permetto di dire che non ho salvato Cassano ma la Sibaritide, perché a Sibari avrebbero voluto costruire la cittadella dei migranti, giacché poco distante insiste il porto di Corigliano Rossano dove in quel periodo sbarcavano 500 migranti alla volta. Serviva, quindi, una collocazione, ma mi sono opposto e non perché non sia solidale».
Fra gli argomenti, Gianni Papasso ha offerto il suo punto di vista sulla fusione di Rossano e Corigliano. Un percorso che solo nelle fasi conclusive ha aperto alla “partecipazione” di Cassano, su invito dell’Amministrazione coriglianese. «Ho sempre rispettato quell’iter e quello che liberamente hanno scelto i cittadini coriglianorossanesi. Avevo lanciato l’idea della città di Sibari anche alla luce del Piano strutturale associato e noi in consiglio comunale avevamo anche approvato l’atto di impulso per aderire alla fusione, ma non mi sono mai prestato al gioco di bloccare il percorso. La mia sindacatura, peraltro, ha spostato l’asse: mentre prima Cassano guardava a Castrovillari, oggi guarda alla Sibaritide. Dobbiamo costruire la città di Sibari».
A proposito della “grande Sibari”, il sindaco si è soffermato sull’autonomia gestionale ottenuta dal parco archeologico e dal museo con la nomina del nuovo consiglio di amministrazione. «È un’idea brillante – ha detto in proposito – e se ci sappiamo fare l’autonomia consentirà di fare cose mai fatte prima. Il comune può solo stimolare ed nella nomina del comitato scientifico abbiamo chiesto la disponibilità all’Unical piuttosto che infilare qualche amico».
Per tre settimane il terrotorio comunale di Cassano è stato dichiarato zona rossa a causa dell’impennata della curva pandemica. «Ma da oggi siamo in zona arancione – ha annunciato Papasso –. Abbiamo adottato quei provvedimenti per farci capire, perché i numeri dell’infezione continuavano a salire. La decisione di indire la zona rossa è stata assunta dopo aver ascoltato i pareri degli organi competenti ed anche la mia coscienza. Se nella prima fase siamo stati comune covid-free, in questa seconda il virus ci ha aggrediti perché non abbiamo osservato più le regole dopo l’estate, allentando la presa. Ma devo ringraziare i miei concittadini e i commercianti che hanno compreso il momento».
Non poteva mancare nella discussione il turismo ed i “Laghi”, struttura unica, porto turistico più grande d’Europa con i suoi 2500 posti barca e 2200 appartamenti ma penalizzato dall’insabbiamento perenne del canale dello Stombi, la “porta d’ingresso” dello scalo marittimo, in decadenza negli ultimi decenni dopo aver rappresentato uno status symbol per molti e capitale della vela nel Mediterraneo. «Qualche imprenditore – ha tuonato Papasso – non può pensare di utilizzare le residenze per ospitare migranti. A proposito dello Stombi, io sono ancora sotto processo per aver affidato una somma di 240mila euro, che sarebbero dovuti servire per dragare il canale, al Consorzio di bonifica. Sotto la mia gestione comunale abbiamo acquistato una draga che proprio in questi giorni è stata affidata all’associazione che gestisce i Laghi di Sibari, saremo presto pronti a dragare il canale. Sono rammaricato perché la passata amministrazione regionale, del mio stesso colore politico, non ha mai compreso l’importanza del posto, Oliverio non ha mai considerato i laghi come porto anche se ho spiegato sempre che il canale è regionale ed i Laghi sono un patrimonio per tutti seppur costruiti da un privato a fine anni ‘70. Con l’avvento della presidente Santelli ho chiesto che i Laghi fossero inseriti nel piano regionale così che potessero partecipare ai bandi. La presidente non ha perso tempo e dopo pochi giorni dalla mia richiesta ha dato atto d’indirizzo di finanziare il porto canale dello Stombi con 10milioni di euro, anche grazie all’impegno dell’assessore Gianluca Gallo, cassanese come me, col quale spesso ci siamo azzuffati anche molto bene. Adesso però stiamo lavorando insieme per portare a casa il risultato».
Il risultato, però, al momento non sembra essere stato raggiunto per la statale 106. «Ci avevano promesso una ricaduta occupazionale di mille posti di lavoro che ad oggi non abbiamo visto. Però abbiamo incassato un successo col raddoppio da due a quattro corsie della Sibari-Corigliano Rossano, proprio grazie all’impegno di Gallo».
«In questa fase di elezioni provinciali – ha poi spiegato il primo cittadino di Cassano accennando alle cose politiche – siamo stati noi sindaci a stimolare Flavio Stasi verso una candidatura alla presidenza della Provincia di Cosenza. E non perché volessimo destituire Franco Iacucci, ma perché i sindaci non possono essere chiamati in causa il giorno delle elezioni. Devono essere coinvolti nelle fasi decisionali, come il dibattito che si sta aprendo per la riforma delle Asp. Qualcuno, invece, vuole fare intervenire i sindaci in maniera strumentale». Quel qualcuno, ha puntualizzato Papasso, è «De Magistris, che ha assunto quell’atteggiamento strumentale nei confronti dei primi cittadini calabresi. Ho sottoscritto l’appello del sindaco di Soverato, Francesco Alecci. Adesso De Magistris è arrivato da Napoli, dopo aver terminato il suo incarico, ed ha scritto ai sindaci: così è troppo facile. Non possiamo essere strumentalizzati ma dobbiamo essere coinvolti nelle scelte. La Calabria sia dei calabresi, non abbiamo bisogno dei salvatori della patria».
«Si parla della candidatura di Nicola Irto per il centrosinistra – ha evidenziato ancora – ma i sindaci sono stati coinvolti? Per niente. Abbiamo fatto il vuoto attorno a Irto ed invece il suo nome poteva essere ufficializzato mesi fa. Gallo candidato alla presidenza per l’area di centrodestra? Ne sarei contento, è mio concittadino, un uomo della Sibaritide, anche se siamo su posizioni contrapposte. Gallo è un democristiano, io un socialista. Devo aggiungere però, che la classe politica della piana di Sibari ha sempre sbagliato, perché nel momento in cui si dovevano unire le forze ha prevalso il risentimento. Però abbiamo quattro parlamentari. Vorrei per questo che la Sibaritide in Parlamento avesse il suo peso, perché al Movimento Cinque Stelle ha dato moltissimo. Per questo dobbiamo pretendere gli investimenti». (l.latella@corrierecal.it)
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